Trent'anni
vuol dire tornare indietro al 1982, quando l'Italia stava per
vincere i Mondiali, Giovanni Spadolini era il primo
presidente del consiglio non iscritto alla Dc del dopoguerra e in
classifica c'erano la colonna sonora de Il tempo delle mele e
Il ballo del qua qua.
Radio
Deejay ha aiutato almeno un po' a cambiare il nostro modo di
ascoltare musica. E ha cominciato da subito: meno canzoni italiane
(con tutto il rispetto per loro, e nella sua evoluzione trentennale,
quella radio ha aiutato eccome il successo di Eros Ramazzotti,
Ligabue, Vasco Rossi, ma anche Elio e le storie tese) e tanto pop
inglese e americano (e anche italiano cantato in inglese, almeno nel
ritornello, come il Jovanotti di Gimme Five). Lo
stesso stile di musica che ritroviamo nella compilation.
Alla
voce “mostri sacri” troviamo i Queen di Radio GaGa,
i Culture Club di Do you really want to hurt me,
gli Wham! Di Wake me up before you go-go (per entrambi
i gruppi, il brano che li ha resi famosi), Cyndi Lauper e la
mai dimenticata Girls just want to have fun. Ci sono brani che
hanno segnato la nostra epoca, da Relax di Frankie Goes to
Hollywood a Don't you forget about me dei Simple
Minds, fino a You are the best thing, il piccolo
capolavoro degli Style Council e a Walk this way dei
Run DMC insieme alla bocca grande di Steven Tyler degli
Aerosmith, la canzone con cui abbiamo imparato davvero che cosa fosse
il rap.
Ci
sono i pezzi che ci hanno fatto conoscere nuove stelle, come If
you let me stay di Terence Trent d'Arby o Eyes without
a face di Billy Idol. Non possono mancare Spandau
Ballet e Duran Duran, con le loro versioni
lente: Through the barricades e Save a prayer.
Dell'anno di esordio ci sono due perle di nicchia, come Only You
degli Yazoo e Let me go degli Heaven 17, la
prima piazzata al numero 100 nella classifica dei singoli del 1982
(ben dietro, per dire, a Che fico di Pippo Franco o a
C'est la vie delle Trix), la seconda nemmeno in
graduatoria.
Per
qualche gruppo o cantante storico sono state scelte canzoni quando se
ne sarebbero potute scegliere anche altre (dei Tears for Fears
avrei preferito Shout e non Everybody wants to rule the
world, mentre sono felicissimo che dei Cure sia stata
selezionata Close to me e dei Talk Talk invece It's
my life). Qualcun altro brilla per l'assenza (niente Madonna,
né Depeche Mode, né Bruce Springsteen e nemmeno gli
U2, e questo elenco potrebbe durare all'infinito: problemi –
anche – di diritti?). Ma tra tante canzoni tra cui scegliere, sono
particolarmente contento che ne sia stata ripescata una che ho amato
alla follia: Heaven degli Psychedelic Furs. Non siete
d'accordo?
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