23 novembre 2013

RAFFAELE INVERNIZZI, IL PROF

Raffaele con Jazzy B dei Soul II Soul, la sua ultima fotoprofilo Facebook

Ho pensato cento volte a che cosa scrivere in questo post. Ho pensato pure che, forse, non era il caso di scriverlo: in fondo io non conoscevo così bene il Prof. Il rischio sarebbe quello di "sporcare" il suo ricordo, arrogandomi un ruolo che dovrebbe spettare a chi lo conosceva davvero, ai vecchi amici, a chi gli voleva bene. Poi ho pensato che non capita spesso di sentirsi così triste e svuotato per la morte di una persona che, in fondo, si era incontrata faccia a faccia una volta soltanto. Ma che aveva saputo essere - potenza dell'era digitale - vicina, partecipe ed entusiasta, prima e dopo quell'incontro. E allora, una settimana dopo il suo funerale, vi racconterò di come ho conosciuto il Prof.

12 novembre 2013

MAGLIETTE (ANTEPRIMA)


Pare che negli anni Settanta, ai tempi della maglietta fina di Baglioni, la t-shirt fosse bianca. Fonzie la chiudeva dentro un giubbotto di pelle, i bulli più duri si arrotolavano dentro la manica un pacchetto di sigarette, le ragazze la tenevano attillata “al punto che m’immaginavo tutto”. Poi cambiò il decennio e arrivò il nostro. E con lui arrivarono i colori, i motivi, i fregi, e anche gli status symbol. Ma non sono le magliette pastello griffate Best Company o Mistral che vogliamo ricordare. Abbiamo in mente quelle divertenti, celebrative, originali, da fan, da viaggiatore che compra una maglietta per città durante l’inter-rail. Quelle, insomma, che ho conservato in un cassetto.

10 novembre 2013

IL SENSO DI GOOGLE ADSENSE

La mail di Google AdSense che ci comunica la "violazione"

Su questo blog, da qualche giorno, non compaiono più gli annunci pubblicitari di Google AdSense. Una scocciatura in meno per voi lettori, probabilmente, che non avete più banner geolocalizzati e mirati fra i piedi, quando vi imbattete in uno dei nostri numerosi post. E un danno economico limitato per noi di Ottantology che, da quando abbiamo attivato il servizio, abbiamo incassato (virtualmente) una quarantina di euro dalle pubblicità mostrate e cliccate. Virtualmente, perché Google non effettua versamenti fino a quando non si raggiungono almeno i 70 euro guadagnati.
Nonostante questo, per noi non è stata una scelta. Google ci ha comunicato che era stata aperta una procedura nei confronti del nostro blog perché avevamo violato una delle regole di Google AdSense. In particolare, quella in cui si dice che gli annunci non possono essere mostrati in pagine che parlino di «racconti erotici o descrizioni di atti sessuali, barzellette a sfondo sessuale, forum erotici o di natura sessuale, termini sessuali o osceni nell'Url, linguaggio crudo o eccessivo turpiloquio». Seguivano i link in cui era stata perpetrata la violazione, in particolare due della miniserie Speciale tette, quello su Sabrina Salerno e quello su Samantha Fox. Nel primo c'è una fotografia della nostra Sabrina quando, alla tv spagnola, le guepiére le scivola giù un po' troppo, nel secondo c'è Sam in bikini. In entrambi si usano parole come "tette" o "capezzolo". La prima, ovviamente, è anche nell'Url.
Dopo aver controllato il calendario per vedere se non fossimo improvvisamente tornati negli anni Cinquanta con relativa censura più realista del re (o se preferite più papista del papa) e dopo aver verificato che Google non fosse passata nelle mani di una setta puritana, mi sono dedicato a un altro controllo. Ovvero ho dato un'occhiata all'immenso mare del web per scoprire se altri siti web fossero incappati nella stessa violazione e nella stessa procedura di infrazione. La prima sorpresa è arrivata cercando (su Google, ovviamente) pagine web con le parole "speciale tette Samantha Fox". Nella prima schermata, oltre al nostro post, compare un forum che, stando all'Url, dovebbe occuparsi di politica. Invece si discute su quale sia il seno più bello del mondo confrontando tale Denise Milani con la "nostra" Sam. Non prendiamo posizione sulla diatriba, ma ci limitiamo a osservare che sul forum compaiono i banner di Google AdSense. Affinando la ricerca e sbirciando controvoglia i siti di gossip, ne troviamo uno in cui si anticipa l'uscita del calendario hot di Raffaella Fico, con gli annunci di Google che promuovono foto (probabilmente non in burqa) di Sara Tommasi e Elisabetta Canalis. Forse si sono salvati dagli strali googl-isti perché, con una spennellata di photoshop, hanno sbiadito i capezzoli. Non ha avuto tanta accortezza il sito di uno dei principali quotidiani nazionali: anche lui, per la regola della "colonna di destra" (quella secondo cui tira di più una manifestazione delle Femen che una di metalmeccanici), racconta con una photogallery del calendario della Fico. Senza peraltro oscurare i capezzoli che hanno appena finito di allattare la presunta figlia di Mario Balotelli. Anche qui, impuniti, fanno capolino i banner mandati da Google.
Quale sia il senso di Google AdSense ormai non è più chiaro. Escludendo la cervellotica ipotesi che i capezzoli delle dive anni Ottanta siano da togliere di mezzo, mentre quelli delle squinzie del duemilaedieci vadano valorizzati, il sospetto resta uno: spariscono i banner sui pesci piccoli facili da trovare, come quei povericristi di Ottantology che mettono la parola "tette" nell'Url. Ma se l'Url è pulito, e il sito si proclama di informazione (al netto di colonna di destra e metodo Boffo, se capite cosa intendo), e se soprattutto garantisce molti più visitatori unici (e quindi un giro d'affari migliore per gli amici inserzionisti) di un blog di nicchia e di provincia, allora vanno bene anche le tette en belle vue. Del resto, c'è chi se n'era accorto dal 2009. Anche se allora più che tette erano culi...