«...nei poster meno presentabili, quelli che la mamma avrebbe strappato dal retro dello sportello dell'armadio se solo avessimo osato appenderli, le tette erano in bella vista. Grandi. Rotonde. Tante. I capezzoli che sembravano uova all'occhio di bue, però rosa. E poi non sfidavano la gravità come le bocce di silicone dei tempi moderni. Quel 100 (o forse 110)-60-90 era tutto una sana benedizione di Madre Natura.
Le compagne di classe, invidiosette, storcevano il nasino e pigolavano che “di viso non è mica bella”. E i maschietti, fieri nel difendere il suo onore, a dire che no, era bella anche di viso. Sulla fiducia, in realtà. Perché il vero pensiero dettato dall'ormone era: “Viso? E chi se lo ricorda il viso?"».
Le compagne di classe, invidiosette, storcevano il nasino e pigolavano che “di viso non è mica bella”. E i maschietti, fieri nel difendere il suo onore, a dire che no, era bella anche di viso. Sulla fiducia, in realtà. Perché il vero pensiero dettato dall'ormone era: “Viso? E chi se lo ricorda il viso?"».
(Estratto da una bozza di capitolo del libro Correva l'anno della Girella, in uscita in autunno. A cura degli autori di questo blog. Se mai vi fosse sfuggito...)
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