13 aprile 2011

LA FAMIGLIA BRADFORD, OGGI #1


David-Mary-Joanie-Susan-Nancy-Elizabeth-Tommy-Nicholas. Più papà Tom e Abby, la matrigna. E, volendo, Carol la moglie di David e Merle la Perla il lanciatore di baseball. Recitare a memoria la sequenza degli otto figli della famiglia Bradford, in rigoroso ordine dal primogenito al più giovane, era una sfida da intervallo della quinta elementare, negli anni Ottanta. Che poi il telefilm cominciò su RaiUno e si chiamava Otto Bastano (che, su tante traduzioni sbilenche dei titoli, per una volta era quella esatta, visto che negli States la serie fu battezzata Eight is enough). E nella prima serie la moglie di Tom Bradford morì, e morì davvero l'attrice che l'interpretava, Diana Hyland. E il telefilm cambiò trama (tratta dalla storia vera di un giornalista di Sacramento padre di otto figli). Ma non è questo il punto. Il punto è: dove sono finiti i nostri eroi Bradford?

Tom Bradford. All'età di quasi 83 anni, Dick Van Patten, papà di origini olandesi, mamma mezza italiana, è un arzillo attore in pensione, sposato da 57 anni con la sua Pat. La sua carriera era iniziata da ragazzino, nella natìa New York e il telefilm segnò il suo ritorno alla ribalta diopo anni di oblio. Nel 1989 ha fondato un'azienda di cibo per animali (avrei detto cibo per bambini...) e nel 2009 ha pubblicato l'autobiografia Eighty is not enough (ottanta non bastano, nel senso degli anni), dopo aver recuperato nel 2006 da una crisi diabetica che lo mise seriamente in pericolo di vita.

Abby Bradford. O meglio, Sandra Sue Abbott, il suo nome completo nella finzione scenica. Nella serie ha il difficile compito della seconda moglie che deve farsi accettare e fare da genitrice a otto figli che hanno perso la madre in circostanze tragiche. Chi lo avrebbe immaginato, biografie alla mano, che all'epoca Betty Buckley fosse una delle migliori amiche di John Belushi, con cui condividevano lo stesso albergo dalle parti di Hollywood oltre che droga e alcol. Quel periodo passò, per fortuna. E ora nel suo curriculum di attrice 64enne ci sono numerose parti da protagonista a Broadway e in film per il cinema e per la tv. Il suo 14° album è stato pubblicato l'anno scorso. È tuttora considerata una delle più belle voci tra quelle delle attrici di musical. 

David Bradford. La sua voce, quella vera, è l'unica che abbiamo avuto il privilegio di sentire anche nell'edizione italiana del telefilm. Era proprio Grant Goodeve, l'attore scelto per la parte del primogenito, a cantare la sigla: “There's a magic in the early morning we found...” con quella voce un po' country. Del resto, anche nella finzione scenica imbracciava spesso la chitarra e preferiva pantaloni e giubbotto di jeans a qualsiasi altro look. Dopo i Bradford la sua carriera in tv è stata di brevi apparizioni in altri telefilm, da Dynasty a Love Boat fino a, più di recente, Settimo Cielo. Il suo unico disco è datato 1996. Ora ha 59 anni, vive a Seattle ed è nonno. Oltre a essere una star di una tv locale, con cui collabora da anni, presta volentieri il suo volto a campagne pubblicitarie. Quel giubbottino giallo della foto, per esempio, è di una compagnia di escursioni turistiche, che lo usa come testimonial.

Mary Bradford. Non sempre il personaggio che tocca in sorte a un attore è simile alla realtà quotidiana che all'attore tocca vivere. Mary era la figlia femmina più grande, e come tale, nella famiglia del telefilm, era quasi una seconda mamma, premurosa e attenta in casa e piena di senso del dovere anche nei suoi studi universitari in medicina. Nella vita di tutti i giorni Lani O'Grady, figlia d'arte di un attore e musicista, fronteggiava quotidianamente attacchi di panico, e usava senza moderazione valium e altri medicinali, mischiandoli all'alcol. Un'escalation che nel 1998, quando la sua carriera da attrice era ormai in soffitta (l'ultimo ruolo in una soap opera è dei primi anni '90), la portò in una clinica per disintossicarsi. Non bastò. Lani O'Grady fu trovata morta nel 2001, all'età di 46 anni, nella sua casa in California. L'autopsia rivelò tracce di vicodin (quello del Dottor House) e di valium superiori alla soglia di tolleranza.

Joanie Bradford. La storia personale di Laurie Walters invece sembra l'evoluzione naturale del suo personaggio. Joanie era la figlia dal temperamento artistico, che sognava il successo esibendosi nei teatrini avanguardisti del college. Laurie, l'attrice, ottenne il successo grazie alla famiglia Bradford. Ma, passata quella tempesta, sembra aver preferito l'arte in quanto tale alle abbaglianti luci della ribalta. Non la si ritrova in produzioni televisive da vent'anni a questa parte. Durante i quali ha recitato e diretto commedie per piccole compagnie teatrali californiane (la foto è tratta da una sua recente esibizione all'aperto) e si è ritagliata un ruolo di responsabilità nella Ironwood Films, un'azienda che distribuisce film in dvd. A lei spetta il compito di trovare pellicole d'essai semisconosciute e quasi introvabili, perché siano rimesse sul mercato. Una curiosità? Laurie Walters ha 64 anni ed è di qualche mese più vecchia perfino di Betty Buckley, che nel telefilm era la sua matrigna Abby.


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