19 febbraio 2013

SANREMO 2013 VERSUS SANREMO ANNI OTTANTA ... STILI A CONFRONTO

Che Fazio abbia dato retta all'accorato appello del capitolo sulla musica – e quindi anche sul Festival sanremese – contenuto nel nostro “Correva l'anno della Girella”? Fatto sta che la sua edizione appena conclusasi, la n° 63 della kermesse, è stata ampiamente premiata dagli ascolti e dagli elogi della critica e ha ridato finalmente un po' di brio ad una manifestazione che sapeva troppo di naftalina.
Ora, dato che esprimere un giudizio canoro equivarrebbe a impelagarsi in una grana mica da ridere – e poi ci pensa già Luzzatto Fegiz a fare le pulci a testi e a melodie – la vostra Betta ha pensato ad un'analisi molto più divertente: mettere a confronto i Festival targati anni Ottanta con quello finito sabato scorso da un punto di vista meramente stilistico.
Partiamo con gli ometti.
Il vincitore, il bel Marco Mengoni, ha sicuramente fatto la sua porca figura, impeccabile nel suo abito con giacca a doppiopetto a due bottoni – ink blue della prima serata e viola nell'ultima – con camicia, cravatta e scarpe ton sur ton.
 



A me ha ricordato l'eleganza di Riccardo Fogli che, capello fluente e nemmeno una virgola fuori posto, nell'edizione 1982 vinceva con “Storie di tutti i giorni”.



Provocatori e irresistibili come sempre (ma sono di parte, va detto) gli Elio e le Storie Tese sia nella versione chierichetti che in quella macrocefali ma soprattutto nel formato XXL, con tanto di pance e mento gonfio in silicone (al loro confronto, impallidisce la performance di Francesco Salvi che nel 1989 conquistava addirittura la settima posizione con la demenziale “Esatto”, grazie alla quale non si può più dire che sul palco dell’Ariston non abbiano cantato cani e porci. E anche un cavallo e un gallo, ovvero i quattro figuranti mascherati che accompagnavano il comico).
A proposito di monociglione (ma guardate un po' che collegamento vi sviluppo... quasi mi faccio i complimenti da sola!), come non citare il Toto Cutugno dell’edizione sanremese del trentennio, quella targata 1980, edizione che vinse col brano “Solo noi”: lo confesso, ancora popola i miei incubi peggiori, in nottate post abbuffata di bagna cauda, la sua effigie in bella mostra sulla copertina del suo 45 giri con giacca a pelle, petto villoso in bella mostra e ovviamente monociglio d'ordinanza.



Ma passiamo alle donne.
E come non partire da lei, Maria Nazionale, che con le sue forme morbide e il décolleté esplosivo (che tra l'altro non ha fatto niente per nascondere) ha sicuramente distratto molti degli ometti in sala e a casa, che si sono persi il suo impeccabile trucco smokey marrone.

 
Ecco, a proposito di trucco: che dire dell'abuso di ombretto fatto ai danni della povera Loretta Goggi (praticamente le ultime sfumature di color fango le arrivavano quasi alla fronte) che nel 1981 si piazzava seconda con “Maledetta primavera”?
Inosservata non è passata di certo nemmeno l' “amica” di Maria De Filippi, Annalisa, che ha osato (ma se lo poteva permettere, per carità!) shorts molto short in pizzo con camicetta morbida e trasparente, il tutto in colori pastello.
Ben lontana, va detto, dall'eleganza sui generis di Donatella Milani che nel 1983 ha avuto il coraggio di presentarsi in una inguardabile tuta azzurognola con tanto di sciarpina gialla (look che comunque non ha pregiudicato alla sua “Volevo dirti” il secondo posto).



Da denuncia non solo il truccatore della Goggi e lo stylist della Milani ma anche il parrucchiere di Malika Ayane che deve averle fatto la tinta platino (ma con le sopracciglia scure... Signore pietà!) in condizioni di incontrovertibile stato di ebbrezza (oppure bendato)... solo la criniera ribelle con tanto di frangia ostentata da Fiordaliso nel 1984 (anno in cui si è piazzata quindi con la sua “Non voglio mica la luna”) è riuscita a sfiorare tali vette!

 

E chiudiamo con gli ospiti.


Se gli occhi delle donne questo giro sono stati tutti (o quasi) per il bel tenebroso giudice vicentino di “Masterchef” nonché re dello scalogno chef Carlo Cracco, che ha sceso le scale dell'Ariston in uno smoking nero classico corredato da papillon e scarpa lucida, nel 1985 Sanremo si mobilitò per i Duran Duran: Simon Le Bon salì stoicamente (!) sul palco nonostante si fosse poco prima fratturato un piede, fra scene di delirio (non per il piede fratturato, ma per l’avvenenza del bon Simon) da parte del pubblico femminile presente in sala e delle esponenti del gentil sesso giunte apposta in riviera e stazionanti fuori dall’hotel del gruppo.



Non c'è niente da fare: il tanto bistrattato Festival di Sanremo resta comunque negli anni un appuntamento imperdibile, irrinunciabile checché se ne dica come le lenticchie con il cotechino nel menù di capodanno o la fagiolata benefica a carnevale.
Ma voi, ditemelo qui in un orecchio che tanto non ci sente nessuno: quali edizioni avete preferito? Quelle recenti oppure quelle dei meravigliosi anni Ottanta?

12 commenti:

  1. Finalmente!!!! Qui si sente la mancanza dei tuoi inconfondibili post...avevamo anche fondato un "!grupopo d'ascolto" grazie ai tuoi sondaggioni del martedì! Grande Betta aka Cassonetto's queen! Grazia & C.

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  2. Benedetta la nostra Betta BRAVA come ti ghe ne son poche e po' che fantasia gheto avu a far sto post !!ci mancavi mi infatti non so parche' non go più nota niente de belo e divertente anca par noi avanti con gli anni ma a vardar ben le edission degli anni 80 erano piu' sentir anche dai cantanti piasse vissue e le canzoni son rimaste par tanto tempo nei nostri cuori!! Me raccomando adesso non lassace ancora i to' commenti sono i migliori!! A risentirse e.....grazie d'aver dato un sorriso a mi e a quelle non più cossitta giovani!Grande Brava la Betta ciao Matusa 55

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    1. Ciao Matusa! Che sorpresa trovarti anche qui!
      Non c'è che dire: i/le "seguaci" de I racconti del Cassonetto hanno una marcia in più!

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  3. su blogger vi seguo da poco e mi rendo conto che i vostri post sono sempre interessanti . Io non ricordo bene le edizioni del festival degli anni ottanta , ero piccoletta e perlopiù ricordo le canzoni dall'ascolto in musicasetta (che comperava mia madre) certo posso solo dire che per quanto riguarda lo stile vedere adesso i video degli anni ottanta fa una certa impressione , però alcuni look moderni lasciano ugualmente un sacco di cose da dire .

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  4. E allora non potevo mancare nemmeno io! Non ti ho mai seguita su OTTANTOLOGY ma dopo la pubblicità che hai fatto di questo post sui Racconti del cassonetto mi hai fatto venire la curiosità...anche io, ma per questioni anagrafiche, sono una amante degli anni ottanta. Sono d'accordo con la tua analisi stilistica... Mengoni e Cracco fanno davvero una figura eccellente e tu con carta e penna o meglio con tastiera e pc sei imbattibile! Benedetta da Locri, fedelissima del Cassonetto e da oggi anche di 80logy

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  5. Elio é un tipo molto sveglio!

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  6. Da orfano degli anni '80 non posso che rimpiangere l'edizione in cui Vasco si presento' fatto e/o ubriaco sul palco. Il tuo virtuosismo stilistico/cronologico, comunque e' davvero eccellente.
    Teto from India

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  7. Una petizione per un post quotidiano dell'immarcescibile Betta e' chiedere troppo? Paolo

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    1. ...una petizione per trovare un aggettivo migliore di "immarcescibile"? (sto scherzando, nè!)

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  8. Per restare in tema di elezioni: Betta for President! Gio'

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  9. Oddio la Milani in che stato... me l'ero rimossa. Nomostante certi look, w gli anni 80 a vita. grande betta, sei la nostra memoria storica! Paola

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  10. E toto? Nun se pò guarda'! Fra'

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