17 luglio 2012

I BELLOCCI TRA I CANTANTI ANNI OTTANTA – QUARTA PARTE

Hello, “sondaggioni sui bellocci – addicted”!
Questa settimana è di nuovo il turno degli italiani, nel caso specifico di due completamente diversi nello stile – raffinato ed elegante l'uno, un po' tamarro e sopra le righe l'altro – accomunati solo dal fatto di essersi scelti nomi d'arte che farebbero tutto subito pensare a cantanti stranieri.
Gazebo CONTRO Den Harrow.
Il primo, al secolo Paul Mazzolini, nasce in Libano, a Beirut, il 18 febbraio 1960, da un diplomatico friulano e una cantante di Los Angeles.
Inizia a suonare la chitarra all'età di 10 anni, pare per far colpo su una bella figliola tedesca, sua compagna di classe.

Senz'altro "Gazebo" suona meglio di Paul Mazzolini... come dargli torto
Grazie all'incontro con i produttori Paul Micioni e Pierluigi Giombini nel 1982 esce “Masterpiece”, una hit passata fino allo sfinimento in radio all'epoca. L'anno seguente Gazebo riesce a bissare il successo con “I like Chopin”, canzone scritta mentre – per sua stessa ammissione, durante una recente intervista – era uno studente di Lettere tutto intrippato di letteratura romantica anglosassone e francese. Paul rimase folgorato dalla storia d'amore complessa e piena di colpi di scena tra il geniale musicista, piccoletto e malaticcio, e l'anticonformista scrittrice francese, grande, grossa e dal nome da uomo, George Sand.
E così: TAAC, gli si è accesa la lampadina.
Grazie a quella illuminazione, il brano, dal video (girato in Inghilterra) volutamente ambiguo (l'amore è tra lui e lei o tra le due lei?), resta in vetta alle classifiche europee per settimane e settimane.

L'elegante e charmant Paul
 A metà anni Ottanta decide di cambiare cambia team di lavoro ed inizia anche una carriera come arrangiatore e produttore discografico. Con il nuovo millennio Gazebo – che con gli anni non ha perso la sua classe e il suo inconfondibile stile melodico – ritorna sulla scena internazionale e tra i vari lavori prodotti di recente troviamo la raccolta di tutti i suoi successi, “Portrait & Viewpoint” (nel 2000), il singolo “Tears for Galileo” lanciato nell'autunno 2006 e giunto al primo posto nella Euro dance chart, l'album “The Syndrone” (anno 2008), nato dalla collaborazione con personaggi del calibro di Jerry Marotta e John Giblin, il bassista dei Simple Mind e Phil Collins, mentre risale all'anno scorso la sua ultima fatica, “Queen of Burlesque”.

Gazebo oggi
Stefano Zandri invece nasce il 4 giugno 1962 a Bresso (in provincia di Milano).

Bello era bello... niente da dire!
Nel 1983, incontra Enrico Ruggeri e Roberto Turatti (batterista dei Decibel) e con loro collabora alla produzione del suo primo disco, “To Meet Me”, che scala le classifiche inglesi, raggiungendo rapidamente il secondo posto. Da allora, per tutti gli anni Ottanta, non sbaglia un colpo. L'anno seguente è la volta del 45 giri “Mad Desire”, grazie al quale si aggiudica tre dischi d'oro e un milione di copie vendute, nel 1985 sforna il suo primo album, “Overpower”, da cui è tratto il singolo “Future Brain”, mentre sono datati 1986 altri successoni (per quanto... dipende dai punti di vista, ovvio): “Catch The Fox”, “Charleston” e “Bad Boy” che lo consacrano come uno fra i più rappresentativi esponenti della nostra musica dance.

... sul look forse, potremmo avere qualche rimostranza!
Ma non è mica finita qui. Nel 1987 esce il suo nuovo album, “Day by Day”, dal quale vengono estratti due singoli: “Born to love” e “Don't Break My Heart”, con i quali si guadagna un disco d'oro in Francia ed uno di platino in Canada ed entra nelle Top Five in Italia, Grecia e Germania. Qui e in Inghilterra rimane in classifica per un intero anno, riuscendo, nel 1988, addirittura a superare Michael Jackson in classifica, cosa che gli frutta un Grammy e un nuovo disco d'oro.
Dopo aver trascorso diverso tempo in terra crucca, impegnato nella produzione di nuovi album, a metà anni Novanta ritorna in madre patria e tra il 1996 e il 1997 è impegnato nel tour “European Strip Tour E La Musica Si Spoglia”, in Italia ed in Europa.
Il resto è storia recente. Parlo ovviamente delle sue imperdibili performance televisive: nel 2006 partecipa al reality show “L'isola dei famosi” ma il pentito “ladro di cestini” si ritira dopo poco più di un mese, temendo di venire cornificato nel mentre dall'allora compagna Federica Bertoni.

Den in una delle scene più trash della televisione mondiale di tutti i tempi

Repetita non iuvant. Nel 2012 ritorna come concorrente alla nona edizione del reality ma è di nuovo costretto al ritiro, questo giro per problemi di salute.
Come si suol dire però non è tutto oro quello che luccica. Recentemente infatti si è avuta conferma dal diretto interessato (che ha fatto coming out dalle pagine di “Vanity Fair”) di ciò che, sotto sotto, avevamo sempre sospettato e cioè che l'aitante Stefano ci mettesse solo la faccia e il fisico ma a cantare le canzoni che lui eseguiva rigorosamente in playback erano altri, nel caso specifico Silvio Pozzoli, Chuck Rolando e Tom Hooker (d'altronde, già il buon Dio l'ha fatto figo... mica poteva essere pure intonato!).
Ora vivremo tutti più sereni!
E dopo la presentazione di rito, come sempre... A VOI L'ARDUA SENTENZA!

6 commenti:

  1. Bella questa sfida... mhm, non saprei erano tutti e due fighi in maniera diversa però.
    Betta, ci fai sempre dei quesiti complicati! Simo

    RispondiElimina
  2. Ussigniurrrrrrrrrr!!!! quest'immagine dell'isola speravo di non rivederla mai piu',mi ha ucciso un pezzo di ricordi anni 80,diamogli buona la storia della voce non sua perchè era comunque figo (sapevo solo di Tom hooker)ma dopo le sue lacrime io non ce la fò,non ce la fò proprio.... :(((

    RispondiElimina
  3. Meglio raffinato che tamarro!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dici bene tu ma non tutti i gusti sono al limone (o alla menta? Com'è che si dice?)...

      Elimina