12 gennaio 2012

LE GNOCCHE DEI CARTONI ANNI OTTANTA #1

 
Prima le assenti: Miwa era una cozza. Con quella pettinatura da ziapriscilla, completa di cerchietto, avrebbe avuto bisogno di una di quelle trasmissioni americane in cui ti risistemano il look, oppure di Enzo Miccio (ammesso che i suoi interventi migliorino anziché peggiorare). Non a caso a Hiroshi lanciava solo i componenti di Jeeg, mica i baci e le coccole.
Jun Hono invece lanciava le tette. O meglio, lo faceva Venus, il robot con cui combatteva gli invasori alieni al fianco del Grande Mazinga. Il dettaglio non lasciava indifferente l'intrepido Tetsuya e nemmeno noi, imberbi spettatori dagli ormoni ingenui. E, se non bastasse, il suo aspetto meticcio era fascino puro: tratti manga, ma pelle scura, frutto dei geni del padre afroamericano e della madre giapponese. Il suo punto debole? Il casco da suora orsolina che indossava quando si metteva alla guida del robot. Gli americani lo chiamano “mood-killer” ovvero, più o meno, assassino della passione, come il gambaletto sessanta denari sotto al pantalone, per dire.
Anche Venusia e Maria pilotavano astronavi, al fianco di Goldrake. I nomi italiani erano ingannevoli: la prima evocava pianeti lontani, ma era terrestre al 100 per cento, figlia del biliosissimo contadino Rigel. Ed era nemmeno troppo segretamente innamorata del muscoloso Actarus, eroe della guerra dei mondi. Timidona nelle prime puntate, con il tempo vede crescere i suoi capelli scuri fino alle spalle e, insieme, il suo ruolo acquista importanza anche in battaglia: anche a lei tocca indossare una tuta attillata e mettersi alla guida del delfino spaziale, a cui Goldrake si aggancia per le battaglie sottomarine.
Maria, con quel nome così terrestre, era invece la sorella di Actarus, e come tale figlia di un pianeta lontano distrutto dalle perfide armate di Vega. Capelli lunghi e rossi, occhi chiari solcati della tristezza accumulata in un'infanzia dolorosa, aveva anche lei spirito da guerriera. La sua navicella era la trivella spaziale, prezioso aiuto per Goldrake quando le battaglie si spostavano nelle viscere della terra. Al loro cospetto, il mondo maschile si divideva: Venusia, per chi preferiva la dolcezza e la quiete, Maria per chi amava il fascino imprevedibile della forza mischiata al dolore.

2 commenti: