06 giugno 2011

ATARI, IL NONNO DELLA PLAYSTATION


E della Xbox, e del Nintendo Wii, così non si fa torto a nessuno. Correva l'anno 1989 e su Topolino compariva questa pagina pubblicitaria. In quegli anni i videogames da bar avevano già avuto una certa evoluzione, erano comparse le sale giochi e anche a casa qualcosa era successo, rispetto al ping pong con le barrette di fine anni Settanta, soprattutto grazie al Commodore e alle sue cassettine dal caricamento eterno. Ma quando comparve l'Atari, diventò subito l'oggetto del desiderio: i videogiochi erano in cartuccia, e per manovrare il personaggio (o la vettura) c'era un rudimentale joystick con i pulsanti.
Ma la pubblicità di Topolino, insieme ai piccoli screenshot della formula uno (staticissima vetturina 2D vista da dietro) e di una specie di space invaders, consente di concentrarci sul prezzo e sui parametri tecnici. Cominciamo da questi? L'ultimo modello era il 520ST e si proponeva come un vero e proprio computer che, incidentalmente, conteneva 26 videogiochi: offriva 512 kB di memoria Ram (mezzo mega, per dire) e un floppy disc incorporato da 1 mega. Non ci starebbe una canzone in Mp3, per dire. Il monitor non era compreso nella confezione. Il prezzo? 749mila lire il computer e 940mila i videogiochi, pari a 1.689.000. Una botta da uno stipendio e tre quarti, a occhio e croce. Facendo un'equivalenza (senza tenere conto del diverso potere d'acquisto) in moneta corrente viene un bel 875 euro circa. Quattro Wii, più o meno. Per fortuna che c'era l'offerta della pubblicità, che riduceva a 799mila lire il prezzo del pacchetto computer più giochi. Comunque più di 410 euro.
Erano comunque ancora in commercio le due proposte Atari più semplici: stando alla pubblicità di Topolino, la console Vcs 2600 costava 99mila lire, videogiochi esclusi. E l'Atari Xe System, un computer meno evoluto del 520ST, veniva via a 249mila lire, in un pack che includeva tre giochi, il joystick e anche la pistola a raggio di luce. Lo giuro, non erano prezzi popolarissimi...

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