01 giugno 2011

1981: LA POLITICA TRENT'ANNI FA

Non si è ancora smesso di parlare, e parecchio, di politica, dopo i ballottaggi delle elezioni amministrative di lunedì. Tra volti conosciuti e facce nuove, mi è venuta la curiosità di sfogliare all'indietro le pagine di storia italiana e scoprire di che cosa si parlava, sulle pagine di politica dei giornali, trent'anni fa, nell'estate del 1981.
Giovanni Spadolini diventò presidente del consiglio il 28 giugno. Esponente del Partito Repubblicano, fu il primo capo di governo della storia del dopoguerra non espresso dalla Democrazia Cristiana. Il suo governo era sostenuto per la prima volta dal cosiddetto pentapartito, con Dc, socialisti, socialdemocratici, liberali e, appunto, repubblicani.

In quell'anno le Brigate Rosse colpirono con cinque rapimenti, tra cui quello di Roberto Peci, fratello di Patrizio, già esponente del movimento terroristico e poi diventato collaboratore di giustizia, una volta arrestato. Fu probabilmente il primo pentito della storia giudiziaria italiana, nell'accezione che ancora adesso diamo al termine. Roberto Peci venne ucciso e il corpo fu fatto ritrovare in una discarica.

Francesco Rutelli negli anni 80 con Pannella e nel 2011 con Casini
Nel 1981 non si votò, se non per una manciata di referendum, dal porto d'armi alla smilitarizzazione della Guardia di Finanza, quasi tutti proposti dal Partito Radicale. Due quesiti riguardavano la legge sull'aborto, approvata solo tre anni prima. Uno, proposto proprio dai radicali, cercava di allargarne le maglie; l'altro, sostenuto dal Movimento per la Vita, ne chiedeva l'abolizione. Entrambi furono respinti. Nella segreteria nazionale del Partito Radicale, al fianco di Marco Pannella, compariva un militante di 27 anni, da tutti additato come l'erede del patriarca: Francesco Rutelli.

Silvio Berlusconi era un imprenditore edile che si stava affacciando con prepotenza nel mondo delle televisioni. La sua Canale 5, che trasmetteva ormai in tutta Italia grazie a una campagna di acquisizione delle frequenze locali, aveva trasmesso proprio nell'inverno del 1981 la prima partita di calcio in diretta, e la prima partita della Nazionale non trasmessa dalla Rai. Si trattava dell'avventura dell'Italia al Mundialito, edizione unica disputata in Uruguay della sfida tra le Nazionali che avevano vinto almeno un Mondiale. In Lombardia i match furono trasmessi in diretta via satellite (Berlusconi aveva chiesto e ottenuto la frequenza satellitare dalla Rai). Nel resto d'Italia andarono in onda in differita. La telecronaca fu di Giuseppe Albertini, già voce del calcio della tv svizzera italiana.

Pierluigi Bersani aveva 30 anni ed era sposato da un anno con Daniela Ferrari. Aveva già cominciato la carriera politica, da assessore a Piacenza, nelle file del Pci.

Il quarantenne Umberto Bossi aveva fondato da un anno il gruppo Unione nord occidentale lombarda per l'autonomia. A Varese già collabora con il concittadino Roberto Maroni.

Giuliano Pisapia era avvocato del Foro milanese, oltre che militante di Democrazia Proletaria, partito a sinistra del Pci che aveva ottenuto anche un seggio al primo Parlamento Europeo della storia, due anni prima. Era appena stato scarcerato dopo quattro mesi, per l'accusa di furto d'auto che lo vide coinvolto e poi assolto, rievocato nella campagna elettorale di Milano poche settimane fa.

Luigi De Magistris aveva 14 anni e si era appena iscritto al liceo classico Adolfo Pansini, nel quartiere del Vomero a Napoli.

Beppe Grillo conduce, sulla Rete 1 della Rai (l'attuale Rai Uno, per capirsi), il programma Te la do io l'America, stralunato viaggio negli States in sei puntate. La media di ascolti superò i 16 milioni di persone.

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