12 maggio 2011

IL WRESTLING DI HULK HOGAN

 
Don't try this at home: non provateci a casa, diceva lo slogan della Wwf (niente a che vedere con gli animali da salvare, nèh?), quando ancora gli incontri di lotta passavano sulla tv italiana. Sembra facile. I lettori della nostra pagina Facebook hanno scritto quello che capitava: la mossa dello scorpione rotante simulata sul prato del giardino, il laccio californiano sul letto all'ignaro e malcapitato orsetto di peluche. E da qualche parte c'è sicuramente qualcuno che ancora si vergogna, per aver schienato il fratellino, o peggio per essersi strappato una maglietta come Hulk Hogan.
Quello era il wrestling, bellezze. Che prima si chiamava catch e arrivava dal Giappone (ma ne parliamo qui, siate pazienti). E poi passò alle reti Fininvest, con le sembianze colorate e pittoresche dei ring americani e la voce coinvolgente di Dan Peterson, che inventò un altro sport nel nostro immaginario, dopo averci fatto innamorare della pallacanestro Nba.
I campioni erano gente grande, grossa e parecchio strana. The Undertaker entrava con un'urna cineraria e un accattivante abito nero da becchino. Coco B. Ware aveva un pappagallo sulla schiena, Jake The Snake Roberts appoggiava un pitone vivo su quel che restava dell'avversario sconfitto, The Million Dollar Man Ted DiBiase faceva svolazzare banconote (finte, i suppose) mentre entrava sul ring, The Ultimate Warrior aveva la faccia dipinta e prima di prendersela con l'avversario shakerava per bene le corde del ring, Bret The Hitman Hart aveva le braghe rosa e i riccioli fino alle spalle, Rick Rude aveva inventato i pantaloni a vita bassa prima che imperversassero sui fianchi delle teenager di mezzo mondo, Randy Savage, altrimenti detto Macho Man, entrava sul ring con la compagna Miss Elizabeth, perennemente in bikini o poco più, ed era abbronzato come dopo un mese ai tropici.
I più grandi? Ok, troppo facile. André The Giant restò imbattuto per quindici anni: alto una spanna più di due metri e pesante come un container (230 chili, si dice), era impossibile da schienare, almeno fino a che, nel 1987, non incontrò Hulk Hogan (che in realtà aveva già incrociato sui ring del Giappone, insieme all'immortale Antonio Inoki; ma anche di lui parliamo qui...). Ecco, Hulk Hogan era l'essenza del wrestling: il suo senso dello spettacolo dava parecchi punti a mezza Hollywood. Entrava in scena con bandana, maglietta da strappare e la musica di Rocky (a proposito, fece una particina in Rocky III nel 1985). Fino a metà incontro le prendeva parecchio. Ma quando l'avversario sembrava sicuro di averlo demolito, lui si scuoteva tutto e tremando di rabbia cominciava a gonfiarlo come una cornamusa, fino all'apoteosi della schienata finale. Per l'esultanza degli Hulkamaniacs, di Dan Peterson e di noi a casa. A proposito, il vecchio Hulk e metà della sua generazione combattono ancora. Lui ha 57 anni, per dire. Ed è ancora due metri di muscoli abbronzati.
Fin qui la cronaca. Ma possiamo rinunciare a un po' di gossip?
Hulk Hogan di cognome fa Bollea ed è nato in Florida da un artigiano edile italiano e da un'insegnante di danza con sange panamense e francese nelle vene. Randy Savage invece si chiamerebbe Randall Mario Poffo, pure lui di padre italiano, un nome che però suona malissimo addosso a uno spaventoso lottatore.
La compagna di ring di Randy Savage era Miss Elizabeth ed era sua moglie anche nella vita, almeno fino al divorzio avvenuto nel 1992. Nel 2003 è stata trovata morta nella casa di Lex Luger, un altro wrestler professionista. Causa del decesso, un'overdose di droga.
André The Giant era francese: il suo vero nome era André René Roussimoff: la sua stazza era impressionante già a dodici anni, quando aveva già superato il metro e 90 e sfiorato i 100 chili. Ma il tutto era causato da una disfunzione: il suo cuore, che faticava a pompare sangue in quell'enorme corpo, ha ceduto nel 1993, ormai costretto su una sedia a rotelle. Era a Parigi, tornato in patria per assistere al funerale del padre.
Antonio Inoki e Hulk Hogan hanno combattuto contro (e vinse l'americano) e in coppia, sempre in Giappone. Un altro compagno di combattimenti di coppia di Hulk Hogan è stato Mr T. Oh sì, proprio P. E. Baracus dell'A-Team.
Sono state molte le tragedie del mondo del wrestling, dove steroidi e cocaina abbondavano. Chi si ricorda gli atleticissimi British Bulldogs, quasi invincibili nei combattimenti di coppia grazie al loro modo di lottare acrobatico? Ecco, Davey Boy Smith è morto di un attacco di cuore nel 2002, mentre era in vacanza in Scozia. Dynamite Kid invece è costretto su una sedia a rotelle. Entrambi avevano ammesso di aver usato e abusato di medicinali e stupefacenti.

(E noi che pensavamo che la lotta fosse quella di Vincenzino Maenza. Ma questa è un'altra storia...)

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