Oggi Moana Pozzi avrebbe compiuto cinquant'anni. Chiedersi come sarebbe stata è inutile, come chiedersi perché è famosa. Allora ci limitiamo a ricordare qualcosa che forse non tutti ricordano. Come il fatto che esordì nel porno sotto un falso nome (si chiamava davvero Moana Pozzi, Anna Moana Rosa Pozzi, per la precisione) nel 1981 perché nel frattempo lavorava in una trasmissione per ragazzi di Rai2, Tip Tap Club. Il suo piccolo segreto venne scoperto, e mamma Rai la cacciò. Ma alla fine fu un modo come un altro per farsi pubblicità.
Nel 1988 invece fu suo uno dei primi nudi integrali della tv generalista: accadde a L'Araba Fenice, trasmissione di Italia Uno firmata a più mani (Antonio Ricci autore, Patrizio Roversi e Syusy Blady animatori, Paolo Beldì regista, una giovanissima Sabina Guzzanti nel cast, proprio lei che poi imitò Moana ad Avanzi). Il nome fu scelto perché la trasmissione risorse dalle ceneri della bocciata puntata zero di Matrjoska, che Silvio Berlusconi in persona contribuì a stoppare. Anche per il nudo di Moana, che però fu riproposto. E lei, senza veli e con l'etichetta della pocodibuono, parlava di tutti i personaggi famosi, ministri inclusi, che pocodibuono lo erano sul serio.
Nel 1986 ebbe un piccolo ruolo, nemmeno degno di comparire nei titoli di coda, in Ginger e Fred di Federico Fellini.
Morì nel 1993 all'ospedale di Lione, all'età di 32 anni. Qualcuno pensa che non sia morta, come Elvis o Jim Morrison. Siccome ne parliamo ancora, e ce la ricordiamo bene, e non ci passa più per la testa che fosse solo una pocodibuono, in un certo senso hanno ragione loro.
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