06 agosto 2013

OTTANTOLOGY AL REWIND THE 80S FESTIVAL #2

Vi avevamo promesso un racconto a puntate, ed ecco la seconda, ovvero la cronaca del primo giorno di concerti del Rewind the 80s Festival, quella di sabato 27 luglio. Ovviamente a cura dei nostri inviati Elizabeth e Raffaele.

Howard Jones (senza ciuffi)


Si inizia puntuale alle 14 con i Red Hot Chili Pipers, goliardica cover band di gruppi rock rivistati in salsa scozzese con tanto di pipes (cornamusa) e tartan.
Arriva Howard Jones e l’atmosfera si accende perché lui è uno che scalda i cuori di noi nostalgici. Chi non ha intonato (o stonato) What is love almeno una volta?
Continuiamo con una piccola premessa. Non siamo obiettivi su un paio di cose nella vita. E la superiorità a 25 anni di distanza dal loro debutto che ha tracciato indelebilmente un nuovo sound per buona parte della musica contemporanea è una di queste. Ovviamente stiamo parlando dei Soul II Soul. Back to life, Get a life, Keep on movin’ e Jazzie’s groove. Dal vivo sono da pelle d’oca alta un palmo, complici i bassi con frequenze da tachicardia estrema. Coriste minimal chic e un poker di voci che ha fatto muovere piedi, sederi, braccia e teste anche al monumentale boss della security che teneva il tempo soddisfatto, hanno completato la miglior performance della giornata!

Elizabet e Raffaele con Jazzy-B dei Soul II Soul (mica pizza e fichi)

Il resto del programma è corso via con Mike and the Mechanics e la loro Over my shoulder, gli Odyssey con la mitica Going back to my roots, l’irritante Captain Sensible con la stucchevole domanda Say Captain say what?, gli adorabili Starship a dare un tocco USA con la bellissima Sara e Nothing’s gonna stop us now e i A Flock of Seagulls che riducono a Wishing (if I had a photogragh of you) e poco più un’apparizione che avrebbe meritato più spazio.
Rivelazione assoluta Heather Small, nome sconosciuto al pubblico italiano ma se vi dicessimo Search for the hero o Proud siamo sicuri che i refrain sarebbero nei vostri ricordi. 

È lui, è Rick Astley!

Arriva il momento clou per il popolo femminile (almeno buona parte…) con l’apparizione di Rick Astley. Mr. Gel si rivela showman di sicuro richiamo con le hit che tanto abbiamo ascoltato: Never gonna give you up, Whenever You Need Somebody e Together Forever.
Per i maschietti (e parecchie femminucce) segue una manzissima Kim Wilde che popolò i sogni erotici di un decennio e che ora regge solo qualche strofa, qua e là passando da Cambodia a You keep me hanging on e strappando applausi convinti solo su You came.
Chiude la prima giornata un grandissimo Ali Campbell, leader degli UB40 che ha trasformato il Perthshire in una colonia battente bandiera giamaicana, mandando a casa tutti soddisfatti grazie a successi immortali quali Kingston Town, Red red wine e Can’t help falling in love.
2 - continua

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