07 giugno 2013

RADIO LIVE COME NEL 1983

Lo staff di Radio Live 97.9 quasi al completo. (Foto di Andrea Cherchi)

#Livecomenel1983 è l’hashtag che abbiamo provato a lanciare ieri su Twitter per il compleanno di Radio Live (nome completo radio-live-nove-sette-nove per mandare a memoria la frequenza). Trasmetteva a Vercelli, data di esordio 6 giugno 1983, trent’anni esatti ieri. Per questo l’altrettanto vercellese Radio City ha messo a disposizione i suoi studi per una sera, trasformando la fascia serale in una gigantesca rimpatriata, con speaker, tecnici, registi, autori di jingle e qualche imbucato, come me che, a sapere di una serata in cui si sarebbero suonati A-Ha, Baltimora, Cyndi Lauper e che si è aperta con Happy Children di P-Lion, si è comportato come un orso davanti a una dispensa di miele.

In fondo quella di Radio Live è una storia come tante. Erano tempi diversi: oggi, per esprimersi, si apre un blog, un canale su YouTube o si diventa twit-star con decine di followers. Nel 1983 per esprimersi, ascoltare e far ascoltare la musica preferita, provare ad avere un pubblico, si poteva anche inventare una radio. Radio Live nacque così, con gli ingredienti della passione, dell’amore per la musica e un po’ di sano artigianato, che serviva a installare le antenne a valvole per diffondere il segnale. Oppure a setacciare le pasticcerie della città, come fecero Mauro e la sua mamma, per recuperare le confezioni di uova, indispensabili per foderare le pareti degli studi e insonorizzarli. Con un mixer, un paio di giradischi, un microfono e un telefono si poteva andare in diretta. I programmi di dediche erano un classico, e con la dedica c’era la richiesta. Qualcuno finiva anche a fare le serate in discoteca, tirando tardi il sabato sera in locali di nome Maciste (chi è vercellese, avrà un sussulto di nostalgia...) in cui gli ospiti erano Enzo Braschi il paninaro e Sergio Vastano il bocconiano.
E la musica? Non esistevano i network nazionali, almeno non massicci e forti come adesso. E le radio di città come Radio Live erano le principali fornitrici di nuovi successi, dalla dance italiana (il di cui sopra P. Lion, appunto) a quella britannica, fino ai gruppi che Deejay Television portava in palmo di mano. A Vercelli, per dire, era suonatissima Diamond dei Via Verdi. E tra gli ex speaker negli studi ieri sera serpeggiava un’inevitabile domanda: ma che fine hanno fatto i Via Verdi?
Ex speaker, perché dello staff di quella Radio Live, solo Piero, guida e regista della lunga diretta di ieri, è rimasto nell’ambiente, a Radio City. Le vite degli altri sono cambiate. Ma i ricordi no. In una cartellina di Monica (speaker per caso, aveva accompagnato un’amica al provino e presero lei), c’erano gli adesivi, i ritagli di giornale, compresa la lettera al direttore di una mamma che magnificava l’emittente, perfino una fanzine di nome Mixed su cui lo staff della radio scriveva interviste, approfondimenti sull’obiezione al servizio militare e perfino miniracconti. Sandro ricordava anche gli scherzi ai colleghi, come la volta in cui incollò una a una le copertine dei 45 giri pronti per il programma. E quando il dj in onda ne prese uno e si mossero tutti, ebbe un attacco di panico. Fabio e Davide ridevano sull’abitudine di mettere spesso un pezzo di Barry White, specie durante le dirette più lunghe. La ragione? Duravano molto e quasi si poteva scendere al bar di sotto per un caffé. Massimo ha ricordato di quando la bobina che mandava musica in automatico aveva un sistema ingegnoso per garantire l’autoreverse: un chiodo. Maurizio al telefono con Steve e Enzo ha ringraziato Andrea, che lo portò a provare appena quattordicenne, e da quel giorno più di una mattina usciva zaino in spalla per andare a scuola in bici ma al primo bivio deviava e finiva per mettere dischi in radio. E Roberta, mai stata speaker ma solo ascoltatrice, che si sintonizzava sui 97,9 nei pomeriggi per fare in compiti. O per avere una scusa per far finta di studiare.
Intanto, tra un intervento e l’altro, la musica era la stessa degli anni di Radio Live, anche se in digitale invece che in vinile. Solo, a ogni canzone, si apriva il dibattito in studio su quale mettere dopo. Ho candidato Samantha Fox e ha vinto. Mi hanno chiesto se ho ancora il poster...

Ps: la foto in testa alla pagina è di Andrea Cherchi

3 commenti:

  1. Antenne a valvole e sbagliato le valvole erano nel finale del trasmettitore, comunque grazie.
    Enzo Gibbin

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