I SIMPSONS HANNO 25 ANNI

I Simpsons, edizione 1987

Era il 19 aprile 1987, venticinque anni e qualche ora fa, quando il Tracey Ullman show del network statunitense Fox venne arricchito da un breve intermezzo: era un cartone animato, di poco più di un minuto, che rappresentava quella che sembrava una famiglia, papà, mamma e tre bambini, al momento di andare a dormire. Curiosamente, erano tutti gialli. Indovinato? Erano loro, i Simpsons. Non era ancora un classico la sigla, con la voce flautata che smiela "The Simpsooooons", con una dolcezza da vecchio e rassicurante show americano che poi, a cartone iniziato, lascia il posto ai crudi siparietti di Grattachecca e Fichetto. E quei cinque tizi avevano sembianze leggermente diverse rispetto a quelle attuali: Homer appariva quasi più vecchio, Bart e Lisa avevano lineamenti più duri e la chioma blu a siluro di Marge aveva qualche ricciolo in meno. Ma la piccola Maggie (che, conti alla mano, ora dovrebbe aver finito il college...) era già attaccata al suo immancabile ciucciotto.

Dettagli: quella sera, durante la terza puntata di uno show a metà tra il varietà e il cabaret, nacquero cinque stelle gialle. Tracey Ullman era un'attrice, showgirl e cantante (con una hit single dal titolo They don't know nel 1983 scalò le classifiche americane e inglesi e aveva pure Paul McCartney nel video) in grado di reggere il ritmo degli sketch e delle esibizioni degli ospiti. A Matt Groening, disegnatore e creatore dei Simpson, chiesero brevi cartoons da inserire come "bumper", ovvero elementi in grado di catalizzare l'attenzione, prima e dopo la pubblicità. Dan Castellaneta, che da allora dà la voce alla versione anglosassone di Homer, era uno degli attori dello show. Una coincidenza che fu la sua fortuna, d'oh...

Tra il 1989 e il 1990 i Simpsons diventarono quello che sono ancora oggi: episodi che vivono di vita propria. Tracey Ullman, nel frattempo, ha provato (nei primi anni Novanta) a chiedere a un giudice di partecipare agli immensi guadagni del merchandising legato alla serie, ma invano. A proposito, il primo episodio potete sbirciarlo (nella versione originale) seguendo questo link.