22 novembre 2011

I BELLOCCI DEI CARTONI ANNI OTTANTA – PARTE QUARTA


Nella scorsa puntata, abbiamo parlato di Mirko e Satomi.

A proposito di capelloni, passiamo oggi a Lady Oscar ed alle sue peripezie sentimentali.
A parte il fatto che l'androgina Oscar François de Jarjayes avrebbe potuto essere un nome da inserire nel nostro elenco, dato il fascino che il colonnello esercitava sulle donne della serie (nella versione originale, Rosalie Lamoliere fermava la carrozza su cui stava viaggiando Oscar e si offriva per denaro, credendola un uomo e nemmeno la giovane Maria Antonietta rimase insensibile al fascino della bella donna in uniforme), ma a giocarsi il ruolo di belloccio in questo cartone animato sono André Grandier e il conte svedese Hans Axel von Fersen, protagonisti maschili di spicco.
André, nipote della governante, ed Oscar erano cresciuti insieme e tra loro si era creato un rapporto di fraterna amicizia. Un attimo: fraterna amicizia? Avremmo dovuto capirlo già allora che fra uomo e donna non ci può essere (o almeno: difficilmente e in rari casi) un rapporto di pura e casta amicizia. E come si sono evolute le cose tra i due ne è una chiara dimostrazione!
Oscar, che aveva assunto il comando della Guardia Reale, scortando la regina assistette all'incontro fra quest'ultima e il conte di Fersen, del quale entrambe le donne finirono con l'innamorarsi. Ma io dico: con tanti uomini di cui doveva essere di certo piena la Francia, proprio dello stesso dovevano perdere la testa queste due?
In effetti il conte non era male e la sua vociona alla Barry White calzava perfettamente col personaggio. Sfortunatamente i pettegolezzi sulla sua presunta relazione con la regina lo costrinsero ad abbandonare Parigi e a partire per l'America.
La storia del triangolo André – Oscar – Fersen è la prova evidente della veridicità del detto: chi ha i denti non ha il pane, chi ha il pane non ha i denti.
Infatti nel frattempo André, che si era arruolato nella Guardia Reale per stare vicino ad Oscar ed aveva pure perso un occhio (ma va detto che dopo l'incidente aveva acquistato ancora più fascino, con quel ciuffetto a coprire mezza faccia), che fa? Quando gli viene in mente di dichiarare i suoi sentimenti all'interessata?
Al ritorno di Fersen dall'America, Oscar decise di rivelargli il suo amore ma il conte era già innamorato della regina; vedendo la donna soffrire, André le confidò di amarla venendo – come era prevedibile, date le circostanze – respinto.
Niente da fare: al ragazzo mancava un certo tempismo.
Ma la ruota gira e finalmente anche per lui le cose iniziarono ad andare nel verso giusto.
Bene. Se sono rose, fioriranno, si suol dire. Ma quando sembrava che finalmente fiorissero...LA SFIGA!
I due riescono a confidarsi il loro reciproco amore, ma muoiono di lì a poco...
E noi, povere spettatrici, a versare fiumi di lacrime davanti al televisore!!! Ed in quanto a fiumi di lacrime, anche il cartone animato di Candy Candy se la cavava bene...ma per questo: al prossimo martedì!

6 commenti:

  1. Veramente geniale la descrizione di come la sfoga fosse un elemento portante dei cartoni dell'epoca!

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  2. Grazie "Anonimo"!!!!
    P.S. Giuro che non sono io che mi autofaccio i complimenti sotto mentite spoglie!
    E se ti piace come descrivo la sfiga nelle storie d'amore dei cartoni animati anni 80...non puoi perderti i prossimi post (che sono su due cartoni sfigati per antonomasia: Candy e Georgie!!!).
    Keep in touch!

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  3. Non me li perdero'. Grande ottantology

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  4. Valeva la pena di vincere la pigrizia! Ancora più avvincente del cartone. Non so se confermo il voto per il fighetto.. Ci penso. Lalla

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  5. Eh, eh, eh! Grazie Lalla...e la prossima settimana non puoi perderti l'appuntamento dei bellocci al martedì: ci sono Candy Candy e il suo Terence!!!!!

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