23 marzo 2011

A PROPOSITO DI FONZIE


Fonzi il capo degli stronzi”. C'era scritto così, testualeletteraleerroricompresi, sul banco del mio vicinodibanco, in prima media. Ignoro se lo avesse scritto il ripetente con i capelli rossi che giocava a fare il duro di dodici anni compiuti. Invece so che non ero d'accordo. Arthur Fonzarelli detto Fonzie non era stronzo. Intanto, con quel cognome da immigrato, avrebbe avuto i suoi razzi anche, che ne so, a Mondovì o a Pizzighettone. Figuriamoci a Milwaukee. Invece lui si era fatto una posizione e aveva guadagnato rispetto. Era così sopra (sopra le righe, sopra la media, anche sopra il garage del signor Cunningham, dove gli avevano allestito un appartamento all'anima dell'abusivismo edilizio), da diventare un modello. E lo era anche per noi. Lui aggiustava i motori, noi truccavamo i motorini. Lui faceva partire il juke box con un cazzotto, noi spacciavamo cassette piratate dalla radio con le ultime hit. Ecco, diciamo che a noi non è mai riuscito di schioccare le dita e di essere circondati di ragazze. Ma non eravamo mica Fonzie. Lui sì.
Il problema, passando alla vita reale, è che quando un personaggio è così personaggio, è impossibile affrancarsene, per l'attore che lo interpreta. (Esempio? Vi dico “è morto Gary Coleman” e non sapete chi è. Ma se vi dico “è morto Arnold”...)
Non a caso Henry Winkler, dopo Fonzie (l'ultima puntata di Happy Days è stata girata nel 1984), lo si è visto poco (ma ha vestito spesso i panni del regista). E, nel caso lo si fosse visto, immaginatevi un coro planetario di voci di sottofondo: “Guarda, Fonzie...” A me sono serviti quasi trent'anni per rivederlo. E, anche se era vecchio e il giubbotto di pelle, che gli avrebbe fatto difetto sulla pancia, lo aveva venduto su eBay, l'ho visto e ho detto: “Guarda, Fonzie...”, anche se di carattere non gli somigliava per niente.
Se siete feticisti come me, tenete d'occhio le repliche di due serie tv. Nel telefilm Crossing Jordan (poliziesco-medico con un'anatomopatologa – una che fa autopsie, insomma – come protagonista, visto su La7 e Fox) compare nei panni di un supervisore inflessibile, pedante e polemico. Ha giacca, cravatta, capelli bianchi e faccia arcigna. Nel telefilm Numbers (altro poliziesco in cui un matematico aiuta con gli algoritmi le indagini della Fbi, su RaiDue e ancora Fox) è un agente federale alle soglie della pensione, ancora una volta arcigno, inflessibile e con un comportamento che sembra irreprensibile ma non lo è.
Insomma, due telefilm e due parti da stronzo. Che avesse ragione il mio compagno ripetente?

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