25 marzo 2011

OTTANTA FACCE: TONY HADLEY

 
Se schifavi i Duran Duran, negli anni Ottanta probabilmente ascoltavi gli Spandau Ballet. I giornali non usavano mezze misure: dopo la rivalità tra Beatles e Rolling Stones, eccone un'altra. Un paragone che, a ben pensarci, getta un'ombra cupa sulla nostra decade preferita.
Ma non divaghiamo: quello a sinistra è Tony Hadley, icona di eleganza e sogno d'amore di centinaia di quindicenni (mia moglie, per dire, aveva il poster degli Spandau ancora appeso sul retro dello sportello di un armadio nel 1996). Quello a destra, invece, non è un simpatico bancario londinese, incontrato al pub il venerdì alle sei, mentre festeggia il giorno di paga all'happy hour con un paio di pinte. Quello è ancora Tony Hadley, più o meno adesso, che di anni ne ha quasi 51. Se volete una versione ancora più recente, guardate il video dell'ultimo singolo di Caparezza. Lui è quello che canta il ritornello, Goodbye Malinconia, MP&F (mica pizza & fichi). Voce inconfondibile, impeccabile come sempre in giacca e cravatta, con lo sguardo rivolto verso il domani. Manca solo il ciuffo. E un bel po' del sex appeal che aveva fatto innamorare le ragazzine.
E comunque, se mi avessero detto nel 1985 che il cantante degli Spandau Ballet avrebbe fatto il vocalist per un rapper italiano, avrei pensato: fantasie. Il punto è che la realtà la supera, la fantasia. Quasi sempre.

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