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27 giugno 2012

FIGU. LUTHER BLISSETT (Milan 1983-84)


Blissett Luther è nato a Fairmouth, in Giamaica, il 1 febbraio 1958. Terra di musica e mare, negli anni Ottanta aveva cominciato a esportare grandi calciatori nel Regno Unito. Negli stessi anni in cui un giovanissimo Blissett veniva notato dagli osservatori del Watford, squadra di una città alla periferia Nord di Londra, insieme a lui sbocciava il talento di un altro giovane giamaicano, John Barnes. Entrambi vennero naturalizzati inglesi e resi eleggibili per la Nazionale dopo i clamorosi risultati ottenuti con la maglia gialla e rossa del Watford: due promozioni consecutive, dalla terza alla prima divisione, e nel 1982-83, alla loro primissima stagione nel massimo campionato inglese, chiusero al secondo posto, dietro al Liverpool (la futura squadra di Barnes). Blissett fu il capocannoniere con 27 reti.

14 giugno 2012

FIGU: FULVIO COLLOVATI (Milan 1981-82)


Collovati Fulvio, nato a Teor, in provincia di Udine, il 9 maggio 1957, è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan. A diciannove anni, nella stagione 1976-77, ha messo piede in prima squadra, fatto esordire in difesa dall'allenatore di allora Pippo Marchioro. Il suo primo gol fu in Coppa Uefa a Sofia, nella sfida persa 4-3 contro l'Akademic. Nella stagione successiva, con Nils Liedholm in panchina, divenne titolare fisso. Al Milan vinse lo scudetto 1978-79, con Gianni Rivera capitano e un altro giovane difensore a fare coppia con lui al centro, Franco Baresi. Restò al Milan, proprio come Baresi, anche nel 1980-81, anno della retrocessione coatta in serie B per il primo scandalo delle scommesse italiano, quello degli arresti in diretta a 90° Minuto. Nella stagione successiva, in A, diventò anche capitano ma, fu un anno maledetto (chi si ricorda Joe Jordan, centravanti scozzese che si rivelò un flop e poi, anni dopo, litigò con Gattuso dopo un Milan-Tottenham, squadra di cui è viceallenatore?). Il Milan retrocesse in B, per la prima volta sul campo e Collovati si prese pure un sasso in testa da un tifoso, nella trasferta di Como. Intorno a lui e Baresi, pezzi pregiatissimi della squadra, entrambi campioni del mondo con l'Italia di Bearzot in Spagna, si scatenò il calciomercato. Baresi disse no a tutti, Collovati accettò la corte dell'Inter, che lo scambiò con Pasinato, Canuti e Serena. Questo bastò a trasformarlo da eroe a traditore, per il popolo rossonero, che gli rinfaccia da sempre quella scelta con frasi come: «Baresi è rimasto e ha vinto tutto. Collovati è fuggito e non ha vinto nulla».

23 maggio 2012

FIGU: CARLO ANCELOTTI (Roma 1980-81)


Ancelotti Carlo è nato a Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia, il 10 giugno 1959. Arrivato sedicenne nelle giovanili del Parma, a diciotto anni era già titolare e a diciannove fu il trascinatore della squadra che conquistò la promozione in serie B. Nell'estate del 1979 giocò un tempo in un'amichevole con la maglia dell'Inter, ma alla fine andò alla Roma, voluto fortemente dall'allenatore svedese Nils Liedholm. In giallorosso restò otto stagioni, compresa quella dello scudetto 1982-83 e vincendo quattro Coppe Italia. Nell'estate del 1987 passò al Milan e rivinse tutto, due scudetti, due Coppe dei Campioni (con la Roma aveva perso quella del 1983, ma senza scendere in campo in finale) e due Coppe Intercontinentali. Nello storico 5-0 al Real Madrid nella semifinale della Coppa dei Campioni 1989 c'è quello che è considerato il suo gol più bello in carriera. Nel 1992 si è ritirato dal calcio giocato a soli 33 anni, una decisione presa anche per i ripetuti infortuni al ginocchio che ne hanno rallentato la carriera. Sarebbe stato certamente convocato per i Mondiali del 1982, per esempio, se non avesse patito un guaio serio ai legamenti. La sua storia con la Nazionale (26 presenze, una rete) è stata resa meno brillante proprio dai guai fisici: convocato nel 1986 in Messico pagò più di tutti l'altura enon fu mai schierato. Nel 1990 in Italia era titolare fisso, ma fu frenato da un guaio muscolare.

02 maggio 2012

FIGU: PIETRO VIERCHOWOD (Como 1980-81)


Vierchowod Pietro è nato a Calcinate, in provincia di Bergamo, il 6 aprile 1959. Il suo cognome svela le origini ucraine (il padre era un soldato dell'Armata Rossa deportato e diventato operaio metalmeccanico in Italia), da cui il soprannome zar. Ha esordito in serie A il 14 settembre 1980, prima di campionato: il suo Como venne sconfitto 1-0 in casa dalla Roma. A Como era arrivato diciassettenne, collezionando 85 presenze tra B e C1 prima del salto nella massima serie. Acquistato dalla Sampdoria, finì in prestito prima alla Fiorentina (secondo posto, ma anche convocazione per il Mundial 1982), poi alla Roma, con cui vinse il suo primo scudetto. In blucerchiato è rimasto fino al 1995, conquistando quattro volte la Coppa Italia, lo scudetto 1990-91 (con Boskov, Mancini, Vialli), la Coppa delle Coppe 1990 e la finale di Coppa dei Campioni 1992, in cui la Samp cadde ai supplementari di fronte al Barcellona.
Vinse comunque la Champions League nel 1996 con la Juve, schierato titolare nella finale con l'Ajax. Poi un inizio di stagione (senza scendere in campo e con contratto rescisso) al Perugia, un anno al Milan e tre nel Piacenza, prima di chiudere la carriera di calciatore alla fine della stagione 1999-2000, all'età di 41 anni. In A ha giocato 562 partite, quinto nella classifica dei più presenti di tutti i tempi. In Nazionale ha chiuso con 45 presenze, due reti, tre mondiali disputati e uno vinto (nel 1982, ma senza scendere in campo).
Dopo aver chiuso con il campo, ha tentato la carriera di allenatore, collezionando tre esoneri: Catania, Florentia Viola (la squadra erede della fallita Fiorentina, ripartita dalla C2) e Triestina. Opinionista televisivo della scuderia Rai, ha interrotto il suo ruolo di seconda voce nelle telecronache, dopo essersi candidato alle elezioni comunali a Como. Il primo turno è in programma domenica 5 maggio, fra quattro giorni, e Vierchowod è il leader della lista civica Un faro per Como, che ha tra i candidati anche l'ex stopper (287 presenze in serie A e lo scudetto vinto nel 1984-85 con il Verona) Silvano Fontolan. Questo è il suo spot elettorale: è a dir poco in forma. Nell'ultima dichiarazione dei redditi ha denunciato guadagni per 14mila euro, fanalino di coda tra i sedici candidati sindaci di Como. Sposato con la ragazza che conobbe a Como agli albori della sua carriera, ha due figli maschi di 29 e 24 anni e una femmina di 17.

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23 ottobre 2011

LA GUIDA TV DI OTTANTOLOGY (24-30 ottobre)

Tj Hooker torna su Fox Retro
I telefilm vintage funzionano: lo prova il fatto che il network di canali che punta da un po' di mesi sulle sitcom di una volta in seconda serata sembra aver deciso di triplicare l'offerta. Se fino a pochi giorni fa sul digitale terrestre CanalOne (canale  38) e K2 (canale 41) trasmettevano a reti unificate una compilation di puntate de I Robinson, Il mio amico Arnold e i Jefferson, ora pare che si sia aggiunto il canale Frisbee, canale 44. E ognuno dei tre sceglierà una serie, sera dopo sera, per ampliare il ventaglio di scelte di noi ottantologisti. Vedremo se l'esperimento continuerà.
Niente nuovi esperimenti per Italia 1, invece: restano i Puffi alle 7 del mattino, Heidi alle 7,30 e le due puntate della serie sequel di Mila e Shiro alle 17,30, dal lunedì al venerdì. Giovedì alle 23,25 invece, dopo il passaggio sul satellite di qualche giorno fa, va in onda in chiaro il sequel di Jerry Calà Torno a vivere da solo, "figlio" di un film cult degli anni Ottanta. Se invece vi mancano gli albori della Gialappa's Band in tv, passate sabato alle 22 su Italia 2: c'è Mai Dire Gallery, dove ci saranno spezzoni anche di Mai Dire Banzai, il loro esordio sul piccolo schermo, datato 1989. Anche Rete4 conferma la mattina poliziesca, con Starsky e Hutch alle 7,30 e subito dopo, alle 8,30, Hunter. E sabato notte all'1,40 torna il revival di Hello Goggi, lo show del 1981 con Loretta Goggi.
Passiamo al satellite? Su Man-Ga, accanto a Ken il guerriero (alle 17,10) e a Sampei (alle 18.05) fa capolino la serie D'Artagnan e i moschettieri del re, dal lunedì al venerdì alle 18,35. La sua particolarità? Aramis, nella trasposizione cartoon giapponese, è femmina... Quanto alle proposte di Fox Retro, che ne dite di Tj Hooker? C'è William Shatner, ovvero il capitano Kirk di Star Trek, nei panni del poliziotto. L'appuntamento è alle 15,55 ogni pomeriggio dal lunedì al venerdì. Diva Universal invece dedica lunedì sera alle 19,50 dieci minuti a un volto che, insieme al marito ha segnato il panorama degli anni Ottanta, ovvero Nancy Reagan, consorte di Ronald, presidente degli Stati Uniti dal 1981 al 1989. Lo fa nello speciale Donne nel mito. Se invece siete calciofili e pure milanisti, non perdetevi martedì sera alle 18 su Espn Classic la sintesi della finale della Coppa dei Campioni 1989 Milan-Steaua Bucarest. Ovvero il capolavoro dei rossoneri targati Arrigo Sacchi.

22 luglio 2011

RIDATECI UAN, FOUR E FIVE!



Il 15 ottobre 2005 le tre storiche mascotte delle reti Mediaset, Uan, Four e Five – rispettivamente protagonisti delle trasmissioni per bambini “Bim Bum Bam” e “Ciao Ciao” i primi due, e simbolo di Canale 5 l'ultimo – sono state portate via nottetempo dalla sede della Scuola di Arte Drammatica "Paolo Grassi" di via Salasco a Milano.
Uan, il pupazzo animato di peluche, color fucsia e rosa, dalle sembianze canine, è stato mascotte di Italia 1 e conduttore di “Bim Bum Bam” dal 1983 al 1999. Il suo nome è l'italianizzazione di One (“uno” in inglese); era realizzato dal Gruppo 80, veniva doppiato dalla voce di Giancarlo Muratori (dopo la sua morte nel 1995 il testimone passò a Pietro Ubaldi, già voce di Four) e nei primi tempi indossava sempre una maglietta “012 Benetton”.
Uan si comportava come un bambino monello, con poca voglia di studiare ma molta di combinare guai, era golosissimo di cremini ed innamorato di una barboncina francese.
Spesso alle prese con Bonolis che lo interrogava nelle materie che doveva preparare per la scuola, Uan riusciva sempre a inventarsi risposte strampalate per cercare di togliersi dagli impicci, conquistando con le sue gag il pubblico che lo seguiva fedelmente tutti i pomeriggi.
Dopo anni di assenza dai teleschermi, il 19 maggio 2008 ricomparve su Italia 1 in una intervista a “Le Iene” e dal 21 gennaio 2010 indossò i panni di presentatore a fianco di Nicola Savino e Juliana Moreira per otto puntate del programma “Matricole & Meteore”.
Se Italia 1 aveva “Bim Bum Bam” con il pupazzo Uan, su Rete 4 andava in onda “Ciao Ciao” condotto da Giorgia Passeri e l'orso Four (così chiamato dal nome dell'emittente della quale divenne il simbolo). Animato, anche lui come Uan, dal Gruppo 80, aveva il pelo marrone con un ciuffo più chiaro in testa, un paio di orecchie tonde e una bocca larga con l'interno di color giallo.
Se in Uan e nelle sue marachelle si riconosceva il bambino delle elementari, Four rispecchiava invece un pubblico più grandicello. L'orsetto infatti parlava il gergo paninaro degli adolescenti ed adorava i Duran Duran, gruppo simbolo degli anni Ottanta.
In quel periodo anche Canale 5 trasmetteva un programma per ragazzi dal titolo “Pomeriggio con Five” (scritto correttamente, così come Four, ma a differenza di Uan... chissà perché?). Emblema di Canale 5 (e per un certo periodo anche del Milan con il nome di Dudy, soprannome di Pier Silvio Berlusconi), Five aveva le sembianze di un draghetto arancione, con la testa modellata sul biscione dell'allora logo della rete.
Curiosa la sua genesi: Silvio Berlusconi aveva commissionato a Maria Perego, “mamma” di Topo Gigio, il prototipo del pupazzo ma, non soddisfatto del risultato, si rivolse al Gruppo 80. Five era doppiato dall'attore Marco Columbro ed appariva a corpo intero, non solo a mezzobusto come Uan e Four.
Inizialmente faceva da spalla ad Augusto Martelli nel varietà “Premiatissima” promuovendo il concorso “Operazione Five”, poi, visto il grande successo che riscuoteva tra i bambini, divenne protagonista delle trasmissioni “Five Time” e “Domenica con Five” dove vestiva i panni di svariati personaggi come Dracula Five e l'infermiera Nelly.
Intorno a lui si sviluppò un notevole merchandising che andava dalle compilation musicali “Fivelandia” (raccolte di sigle di programmi per bambini in onda sulle reti Fininvest) al pupazzo a grandezza naturale (che veniva regalato ai concorrenti dei quiz di Mike Bongiorno e di Corrado).
Conclusosi il periodo d'oro degli anni Ottanta, Canale 5, Italia 1 e Rete 4 accantonarono progressivamente i loro pupazzi e nel 2001 Mediaset decise di donare alla Scuola “Paolo Grassi” le tre mascotte originali, delle quali, essendo di fattura artigianale, esistono pochissime copie. Un appello quindi ai ladri o rapitori che siano: RIDATECI UAN, FOUR E FIVE!!!

11 maggio 2011

IL MILAN DI ARRIGO SACCHI



Uno scudetto, una serie B per scommesse e, subito dopo, una per retrocessione sul campo, raffiche di acquisti bislacchi su cui spicca l'impalpabile centravanti inglese Luther Blissett, ormai più famoso per aver prestato il nome a un collettivo letterario che per le sue evoluzioni a San Siro: per i tifosi del Milan gli anni Ottanta non erano iniziati proprio benissimo.
Poi arrivò l'era di Silvio Berlusconi, fatta di un potenziale economico superiore a quello delle altre squadre, con campagne acquisti fatte di conseguenza. Ma non era solo questione di soldi e di campioni. Del Milan di Arrigo Sacchi si è tornato a parlare in questi tempi, immaginandolo come l'unica squadra in grado, in una sfida immaginaria, di tenere testa al Barcellona di Messi, Xavi e Iniesta. Quel Milan, al primo anno di Sacchi in panchina (era il 1987-88), conquistò lo scudetto vincendo a Napoli la sfida decisiva (vedi il video sopra). Quel Milan era Gullit, van Basten, Donadoni, Ancelotti. Ma era fatto anche di ragazzi del vivaio, cresciuti fino a diventare campioni, come Paolo Maldini, Billy Costacurta, Bubu Evani. Ed era fatto di gregari puri, eppure indispensabili: Angelo Colombo portava i suoi capelli biondi su e giù per la fascia destra, indispensabile come i compagni. Pur senza avere la stessa loro classe.
Dietro le quinte, c'era Arrigo Sacchi, uno che, appena arrivato in rossonero, rischiò l'esonero per aver preso due schiaffi al primo turno di Coppa Uefa dal modesto Espanyol. Berlusconi resistette e gli diede fiducia. Fece bene. L'organizzazione di Sacchi introdusse tattiche che hanno cambiato il calcio: difesa in linea, squadra corta, pressing, terzini che spingono, centrocampo in grado di soffocare gli avversari e poi di trasformarsi in macchina da attacco, talento al servizio del collettivo e mai fine a se stesso.
E soprattutto ha cambiato la mentalità del calcio nostrano. Abituate ad aspettare gli avversari, brave più a difendersi che a imporsi, le squadre italiane in Europa avevano uno spauracchio: il Real Madrid, che si poteva anche battere in casa per poi venire sommersi nel catino del Bernabeu. Nella semifinale di Coppa dei Campioni 1988-89, il Milan al Bernabeu non perse. L'1-1, nella testa italiana, era abbastanza per giocarsi il ritorno in casa difendendo e aspettando. 

Il Milan di Sacchi invece aggredì gli avversari fin dal tunnel degli spogliatoi, attaccando e nascondendo loro palla e speranze. Il primo tempo finì 3-0. In avvio di ripresa van Basten e Donadoni firmarono il trionfo. E solo allora i rossoneri si calmarono. Ma fu un successo epico. Portò il Milan in finale e alla sua terza Coppa dei Campioni, rivinta dopo vent'anni. Ma soprattutto liberò le squadre italiane dal loro complesso di inferiorità.