Mancini Roberto nasce a
Jesi, in provincia di Ancona, il
27 novembre 1964. Il padre, falegname ma anche dirigente accompagnatore delle giovanili dell'
Aurora Jesi,
lo avvicina volentieri al gioco del calcio. Il suo talento precoce fa
sì che, a tredici anni, il responsabile del settore giovanile del
Bologna
Marino Perani lo porti con lui in rossoblù. Tre anni dopo, a sedici
anni e dieci mesi, esordisce in serie A, in Bologna-Cagliari 1-1. Era la
stagione 1981-82 e, nonostante le trenta presenze e i nove gol, Mancini
non riesce a evitare al Bologna la prima retrocessione in B della sua
storia.
Poco male: per la cifra notevole di quattro miliardi di lire, più il cartellino di Logozzo, Galdiolo e Roselli, passa alla
Sampdoria neopromossa dell'ambizioso presidente
Paolo Mantovani
(il Bologna lo aveva pagato 700mila lire). Per Mancini, Mantovani
diventa un secondo padre: il rapporto tra i due contribuisce a fare del
primo una bandiera blucerchiata, e del secondo il presidente più
vincente della storia del club. Il primo trofeo è datato 1984-85 ed è la
Coppa Italia. Poi arrivano altre due Coppe Italia nel 1988 e nel 1989, la
Coppa delle Coppe 1990, lo
scudetto 1991, un'altra Coppa Italia nel 1994 e, alla voce delusioni, la sconfitta nella finale di
Coppa dei Campioni
1992, ai supplementari contro il Barcellona. Mancini non giocò una gran
partita, alimentando la fama di essere uno di quei campioni che
sentivano troppo la pressione nelle occasioni più importanti. Gli era
accaduto spesso anche in
Nazionale, dove ha totalizzato 36 presenze e 4 gol, esordendo diciannovenne nel 1984 ma giocando titolare solo con
Azeglio Vicini agli Europei 1988. Ceduto dalla Sampdoria alla
Lazio nel 1997 (dopo 566 presenze e 171 reti in blucerchiato), in tre stagioni ha vinto altre due
Coppe Italia (sei successi da giocatore è il record assoluto), una
Coppa delle Coppe e uno
scudetto nel 2000. Gli ultimi passi nel calcio giocato sono state quattro presenze in Inghilterra, nel
Leicester City, nel 2000-2001.
Pochi mesi dopo, nel febbraio 2001 inizia la sua carriera di allenatore: da secondo di
Sven Goran Eriksson alla
Lazio, viene promosso capo allenatore della
Fiorentina, al posto dell'esonerato
Fatih Terim.
Alla sua prima stagione, vince la Coppa Italia. Poi guida la Lazio per
due stagioni, quelle della tormenta finanziaria del crac Cragnotti, e
conquista un'altra
Coppa Italia. All'
Inter, dal 2004 al 2009, centra due
Coppe Italia e tre
scudetti,
ma fallisce sempre in Champions League, dettaglio che lo allontana dai
favori del presidente Moratti, che lo sostituisce con Mourinho, non
prima di avergli versato otto milioni di euro per la risoluzione
anticipata del contratto. Dal dicembre 2009 guida il
Manchester City, diventato ambizioso grazie ai soldi dei proprietari petrolieri arabi. In una squadra senza trofei da anni, conquista prima la
Coppa d'Inghilterra 2011 e poi il
campionato 2012, un successo che mancava dal 1968.
Sposato nel 1990 con
Federica, ragazza napoletana conosciuta durante una vacanza a Cortina (con
Gianluca Vialli testimone di nozze), ha tre figli. Il primogenito
Filippo fa parte della squadra riserve del
Manchester City
allenato da papà (e a ottobre ha fatto discutere per essersi rifiutato
di scendere in campo a dieci minuti dalla fine). Il secondogenito
Andrea, vent'anni, è anche lui un calciatore di proprietà del
Manchester City, che ha giocato l'ultima stagione in Seconda Divisione, in prestito al Fano allenato dal figlio di
Zdenek Zeman. La più piccola è
Camilla,
che ha partecipato alle feste in strada per il titolo del City. Insieme
all'attività in campo, Mancini possiede quote di un cantiere di yacht,
il
Kifaru. Ha uno yacht lui stesso, spesso ormeggiato dalle parti della sua villa a
Porto Cervo, in Sardegna.
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