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| Laura sul palco di uno spettacolo delle Mele Verdi e adesso |
28 ottobre 2011
LAURA, CHE CANTAVA NELLE MELE VERDI
26 ottobre 2011
«CORRIERE DEI PICCOLI» VS. «CIOE'» – SECONDA PARTE

Due giorni fa abbiamo parlato del “Corriere dei Piccoli”.
Altro discorso va fatto per “Cioè”.
A segnare il passaggio da una fase infantile ad una adolescenziale sta proprio questo radicale cambiamento di letture.
“Cioè” (tuttora in vita) è una rivista settimanale, che uscì per la prima volta in edicola nell'ottobre del 1980 e doveva il suo nome all'uso, o meglio all'abuso di tale avverbio che in quegli anni veniva fatto nei dialoghi tra giovani (ci si augura che la redazione non decida di ammodernare il titolo scegliendo la parola più usata dai giovani di oggi perché credo che la presunta rivista “C_ZZ_” non vedrebbe nemmeno la luce e sarebbe censurata ancor prima di uscire!).
Non so se negli anni questa imperdibile pubblicazione abbia subito qualche cambiamento quindi mi limito a parlare di quello targato anni Ottanta, sul quale sono ferrata (e c'è da vantarsene!). Da qui l'uso di verbi al passato.
“Cioè” si rivolgeva a un pubblico prevalentemente femminile, che gradiva molto alcune scelte editoriali quali: la copertina anteriore e quella posteriore zeppe di adesivi, i gadget, rigorosamente luccicanti e glitterati, di vario tipo (per lo più cosmetici, bigiotteria o accessori di abbigliamento), i super poster, piegati su se stessi per farli stare dentro al formato tascabile della rivista. Ma il suo pezzo forte, ciò che lo renderà per sempre una perla, anzi una pietra miliare nell'editoria mondiale di qualsiasi epoca erano le esilaranti risposte ai grandi interrogativi di quegli adolescenti un po' imbranati, interrogativi che, declinati in varie forme e maniere, si potevano riassumere in quello più gettonato: «Ieri sera ho baciato il mio ragazzo...non è che adesso sono incinta?».
La rubrica della “Posta del cuore” infatti conteneva un'infinità di domande – talune obiettivamente assurde che certo... a leggerle oggi, non può che venirti da ridere! – legate alla sessualità e dintorni (come non citare il problema di Pesciolina '76, comune a tante altre ragazze dell'epoca, che sulle pagine di “Cioè” trovava il coraggio di chiedere: «Ho cercato di mettere un assorbente interno ma non ci sono riuscita...è forse perché sono ancora vergine? Come devo fare?»....Ora, con tutta la buona volontà, stella mia: ma cosa ti può rispondere uno sul giornale? Spiegartelo con una serie di schizzi esplicativi???) che presupponevano il più delle volte risposte di rito.
Un esempio?
«Il mio ragazzo vorrebbe farlo ma io ho paura...non mi sento ancora pronta. Come mi devo comportare?», chiedeva Confusa '73. E allora cosa rispondeva la saggia dottoressa? La più classica e scontata delle risposte: «Stai tranquilla. Se ti ama davvero, saprà aspettare» (ma vaglielo a spiegare al ragazzo interessato!!!).
Davvero ne era convinta? Non è che i soggetti preposti a rispondere a tali quesiti finivano con l'incasinare ancora di più le idee ai già confusi ragazzini?
25 ottobre 2011
LA MAXICLASSIFICA DI RADIO DEEJAY
24 ottobre 2011
«CORRIERE DEI PICCOLI» VS. «CIOE'» – PRIMA PARTE

23 ottobre 2011
LA GUIDA TV DI OTTANTOLOGY (24-30 ottobre)
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| Tj Hooker torna su Fox Retro |
21 ottobre 2011
IL RITORNO DI EL CHARRO (E DI NAJ OLEARI)
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| Uno zainetto Naj Oleari, edizione 2011 |
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| Una cintura El Charro, edizione 2011 |
18 ottobre 2011
LE INDIMENTICABILI SORPRESINE DEL MULINO BIANCO

16 ottobre 2011
LA GUIDA TV DI OTTANTOLOGY (17-23 ottobre)
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| Gundam, martedì sera su Italia 2 |
14 ottobre 2011
IL "CHEECOTING" NEGLI ANNI OTTANTA

12 ottobre 2011
RUBIK E IL SUO CUBO

Nei giorni scorsi il web ha celebrato alcuni dei giochi targati “anni Ottanta” con un filmato che passava in rassegna quelli di maggior successo e la sequenza si apriva proprio con lui: il Cubo magico o Cubo di Rubik, dal nome del suo inventore, il professore di architettura nonché scultore ungherese Ernő Rubik.
Nella lontana primavera del 1974, nella sua casetta a Budapest, il buon Ernő ideò il prototipo che, a differenza del modello divenuto poi di successo, era di legno, monocolore e con gli angoli smussati. Dopo averlo modificato fino a renderlo come lo conosciamo noi oggi, l'anno successivo il professore affidò la distribuzione del suo gioiellino, battezzato Magic Cube, alla magiara casa produttrice di giocattoli Polithechnika. Nel 1980 la Ideal Toys Company acquistò i diritti per l'esportazione del gioco, che rinominò Rubik's Cube, cioè Cubo di Rubik, il quale in quello stesso anno si aggiudicò un premio speciale da parte della giuria del prestigioso Spiel des Jahres in Germania (l'unico solitario nella storia della manifestazione).
In un solo anno – il 1982 – ne furono venduti oltre 100 milioni di pezzi e Rubik divenne il cittadino più ricco del suo Paese. Ad oggi pare che sia il giocattolo più venduto della storia, con circa 300 milioni di pezzi all'attivo, tenendo conto anche delle immancabili imitazioni.
Ve lo ricordate sicuramente: nove quadratini colorati per ogni lato (per un totale di sei colori diversi), ognuno dei quali si può muovere sia in verticale che in orizzontale. Sono più di 43 miliardi di miliardi le combinazioni possibili («'sticavoli!!!» esclamerebbe un raffinato) ma solo una è quella corretta, che porta al risultato sperato: avere tutte e sei le facce dello stesso colore.
Che rimettere a posto tutti i pezzi e completare il cubo sia un'impresa non da poco lo dimostra il fatto che ancora oggi su Internet ci sono decine e decine di pagine dedicate a suggerire soluzioni del rompicapo, con spiegazioni dettagliate e video illustrativi.
Già nel 1980 un certo David Singmaster aveva inventato un metodo, detto “a strati”, che illustrava nel suo libro «Notes on Rubik's Magic Cube» mentre un anno dopo il dodicenne (dico...dodicenne!!!) inglese Patrick Bossert diede alle stampe la pubblicazione «You Can Do The Cube» vendendo in 365 giorni ben mezzo milione di copie.
Nello stesso periodo l'informatico Morwen Thistlethwaite dimostrò che era possibile riordinare il cubo con – al massimo – 52 mosse, mosse che, a distanza di quasi trent'anni, scesero a 26 secondo i calcoli di Gene Cooperman e Dan Kunkle.
52? 26? Forse 52...mila (per noi poveri mortali)! Anche se alcuni folli si sono impegnati nell'elaborare metodi risolutivi rapidi tramite algoritmi specifici, di certo non avrei mai vinto una gara di Speedcubing. Impossibile...a meno che uno non ricorra all'opzione più disonesta: staccare i quadratini colorati e riattaccarli con perizia fino a riformare lati dello stesso colore (ma anche solo staccare quei maledetti adesivi e riattaccarli correttamente, senza che nessuno si accorga del trucchetto escogitato, è un vero casino!). Eppure dei fenomeni esistono. Il giovane studente Minh Thai vinse il primo World Rubik's Cube Championship nel 1982 risolvendo il cubo in soli 22,95 secondi mentre l'attuale campione del mondo, lo scozzese Breandan Vallance, arrivò primo nella competizione del 2009 con una media di cinque risoluzioni in 10,74 secondi.
Io invece, dati i miei infruttuosi trascorsi, mi sento moralmente più vicina al detentore del record opposto, tale Graham Parker: costui è riuscito a impiegare ben 26 anni (per un totale di circa 27.400 ore spese) per risolvere il cubo, che aveva comperato nel 1983. Graham, hai tutta la mia solidarietà!
Se a differenza del povero Parker (e mia) qualcuno di voi si sente un mago di questa “disciplina” e volesse partecipare ai prossimi World Rubik's Cube Championship, deve fare in fretta: iniziano oggi a Bangkok (...non proprio dietro l'angolo!).
10 ottobre 2011
OTTANTA FACCE: BARBARA BONCOMPAGNI
09 ottobre 2011
LA GUIDA TV DI OTTANTOLOGY (10-16 ottobre)
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| Diego Abatantuono nei panni (impellicciati) di Attila |
06 ottobre 2011
STEVE JOBS, 1955-2011
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| La home page della Apple, oggi |
05 ottobre 2011
OTTANTA FACCE: LE TRIX
03 ottobre 2011
I ROBINSON, OGGI #3
Elvin
Tibideaux.
Ovvero il marito di Sondra, prima studente e poi dottore (in entrambi
i momenti della sua vita un po' spiantato), che conquista la
primogenita di casa Robinson non senza prodigarsi in pasticci
epocali. Nella vita di tutti i giorni si chiama Geoffrey Owens, ha
compiuto 50 anni a marzo e il ruolo di Elvin gli è rimasto così
appiccicato che, nel 2005, è apparso nella sit com It's always sunny
in Philadelphia, interpretando per due puntate non consecutive un
tizio che poi viene smascherato al grido di “Ma tu sei quello dei
Robinson...”. Ora insegna recitazione all'HB Studio di New York,
scuola d'arte famosa e prestigiosa, che ha avuto tra i suoi allievi
De Niro, Pacino e Barbra Streisand.
Martin
Kendall.
Ecco l'altro marito, ovvero l'ufficiale della Marina statunitense che
sposa Denise. Joseph C. Phillips non ha vinto premi con la sua
partecipazione ai Robinson ma, tra il 1997 e il 1999 è stato
candidato tre volte agli Emmy per aver interpretato Justus Ward nella
soap opera General Hospital. Di recente potreste averlo incontrato in
una puntata di Giudice Amy, Ghost Whisperer, Bones o Castle. O, se
siete negli Stati Uniti, potreste aver letto qualcuno dei suoi
commenti, da attivista dell'ala conservatrice del partito
repubblicano.
Russell
Robinson.
Alla veneranda età di 84 anni (ne compirà 85 l'11 ottobre), Earle
Hyman, ovvero il nonno della famiglia Robinson, si è ritirato dalle
scene. Brillante attore di teatro, membro dell'American Shakespeare
Theatre negli anni Cinquanta (e fu suo il ruolo di Otello), ha
frequentato i palcoscenici molto più della tv. Robinson, esclusi,
ovviamente. Quello che non sapete è che ha una carriera parallela in
Norvegia, anche qui come attore teatrale. Ha una casa a Oslo e parla
correntemente il norvegese.
Anna
Robinson.
Il 30 maggio di quest'anno, all'età di 93 anni, ha lasciato questa
terra Clarice Taylor, l'attrice che ha interpretato la mamma di Cliff
e la nonna dei ragazzi. Dopo una brillante carriera da attrice
teatrale a New York (in tempi in cui fare teatro per un nero
americano non era cosa facile), si è fatta conoscere in tv anche per
una parte in Sanford and Son e per il ruolo di Harriet nel programma
per bambini Sesame Street. Anche Harriet era una nonna.
Pam
Tucker.
O anche cugina Pam, come la chiamava Cliff. In una casa che comincia
a spopolarsi di figli partiti per l'università, la produzione
introdusse nuovi personaggi, nelle ultime due stagioni della serie.
Una di queste era la liceale da ghetto, cugina di Claire, che presto
addolcisce il suo carattere conquistata dalla tiepida e rassicurante
dolcezza di casa Robinson. La interpretava Erika Alexander, per la
quale quel ruolo fu una rampa di lancio. Dal 1993 al 1998 fu una
delle star del guardatissimo e premiatissimo telefilm Living Single,
storia di sei ragazzi di colore che vivono nello stesso condominio a
Brooklyn. Vi ricorda niente? Ovvio che sì, infatti la serie è
soprannominata Friends nera. Peccato che Friends sia cominciata
l'anno dopo... Più di recente, Erika Alexander è stata guest star
in serie come Criminal Minds e ha fiancheggiato Chelsea Clinton nella
campagna alle primarie per le presidenziali del 2008, spingendo, lei
afroamericana, per la donna Hillary piuttosto che per il nero Obama.
Kenny.
L'amico
del cuore della piccola Rudy si chiama Deon Richmond e ora ha 33
anni. Uscito dal set della famiglia Robinson ha avuto una piccola
carriera nel mondo di tv, cinema e nei videoclip musicali. Si
segnalano le sue parti in Scream 3 o in Non è un'altra stupida
commedia americana o nella serie tv sconosciuta in italia Sister,
sister. E poi poco altro, anche perché, dopo il successo con il
ruolo di Kenny, si è dedicato soprattutto allo studio.
Walter
Bradley. “E
Scarafaggio?” chiedeva un commento ai precedenti post a tema del
blog. Eccolo, Scarafaggio, con il suo poco noto nome nella finzione
scenica, e anche con il suo nome vero. L'attore che lo interpretava,
ora ha 42 anni e si chiama Carl Anthony Payne II. Sposato dal 1992,
ha un presente da attore teatrale, anche in performaces musicali: il
suo Love me or leave me è diventato una serie trasmessa negli States
dal canale ultratematico Gospel Music Channel.
Justine
Phillips. Lei
era la fidanzatina di Theo. E il verbo al passato, purtroppo, non
serve solo a rimarcare la distanza temporale tra il 2011 e la nostra
amata serie tv. Michelle Thomas, figlia di un'attrice e di un
musicista (membro della band Kool & The Gang), è morta nel
1998, uccisa in pochi mesi da un tumore allo stomaco, con Theo, più
che amico anche fuori dalle scene, al suo capezzale. Dopo i Robinson
ebbe un grande successo con la sitcom Otto sotto un tetto.
Smitty.
Contravvengo
alla regola del post e di questo amico di Theo, metto l'immagine di
allora e non quella di adesso. Il fatto è che sfido anche voi
lettori a riconoscere in questo goffo adolescente Adam Sandler,
attuale interprete di commedie blockbuster (la prima che mi viene in
mente? 50 volte il primo bacio). Del resto, lui è figlio del
Saturday Night Live, la trasmissione comica americana in cui
esordirono i Blues Brothers. MP&F, mica pizza & fichi...
Nelson
Tibideaux. Nel
telefilm compare nell'ultima stagione e basta, piccolo come un soldo
di cacio, figlio di Elvin e Sondra. Si chiama Gary Leroi Gray e ora
ha 25 anni ed è attore, doppiatore e studente alla Ucla University.
Il suo ultimo lavoro è un film indipendente, in cui interpreta un
giovane omosessuale, ma si è intravisto in piccoli ruoli anche in
Csi e in Dottor House. Ha anche interpretato in una fiction il
giovane Tiger Woods, il golfista.Sullo stesso argomento leggi anche
I Robinson oggi #1
I Robinson oggi #2
02 ottobre 2011
LA GUIDA TV DI OTTANTOLOGY (3-9 ottobre)
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| Il cast di Alice, questa settimana su Diva Universal |










