29 luglio 2011

L'AMORE SECONDO RAFFAELLA



Un tormentone dell'estate 2011 è sicuramente il singolo di Bob SinclairFar l'amore”, remix della canzone di Raffaella Carrà “A far l'amore comincia tu”... Non che abbia fatto una gran fatica: a spulciare nel ricco repertorio della showgirl di casa nostra, c'è solo l'imbarazzo della scelta!

Negli anni Ottanta la signorina Pelloni (vero cognome della Carrà) divenne una famosa presentatrice di programmi televisivi di successo (da “Fantastico” a “Pronto, Raffaella?”), dopo esordi cinematografici tutt'altro che trascurabili (nella pellicola “I compagni” era diretta da Mario Monicelli mentre ne “Il colonnello Von Ryan” recitava a fianco di Frank Sinatra).

Ma oltre che attrice e ballerina, la Raffa nazionale fu anche cantante con hit (molte delle quali incise negli anni Settanta) che spopolavano nelle classifiche della disco – music anni Ottanta.

Dopo la dolce “Maga Maghella”, dedicata ai più piccoli, la Carrà cambiò decisamente registro e prima diede scandalo per aver osato mostrare l'ombelico nella sigla d'apertura (“Ma che musica maestro”) di “Canzonissima”, al fianco di Corrado, e poi lanciò il famoso “Tuca Tuca”, ballato per la prima volta ben 40 anni fa, sempre durante la trasmissione “Canzonissima” (edizione 1971), con Enzo Paolo Turchi.

Fu poi la volta di “A far l'amore comincia tu” (1976), “Tanti auguri” (1978), “Pedro” (1980), “Caliente Caliente” (1981), “Voglio tutto, soprattutto te” (1988), “Ballando soca dance” (1990)... canzoni in cui l'allusione alla “conoscenza biblica” è tutt'altro che velata!

E non sbagliava mai un colpo. Ancora oggi, quando si tratta di revival anni '80, non può mancare “Tanti auguri”...forse non tutti la riconosceranno dal titolo, ma da queste strofe (ascoltando le quali non si può che constatare quanto fosse avanti – OLTRE CHE PRODIGA DI SAGGI CONSIGLI – la nostra Raffa), sicuramente sì: «Se per caso cadesse il mondo, io mi sposto un po' più in là / sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha / la mia vita è un roulette, i miei numeri tu li sai / il mio corpo è una moquette dove tu ti addormenterai. / Ma girando la mia terra io mi sono convinta che / non c’è odio non c’è guerra quando a letto l’amore c’è. / Com’è bello far l’amore da Trieste in giù / com’è bello far l’amore io son pronta e tu... / tanti auguri, a chi tanti amanti ha / tanti auguri, in campagna ed in città. / Com’è bello far l’amore da Trieste in giù / l’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu / e se ti lascia lo sai che si fa... / trovi un altro più bello, che problemi non ha».

E vogliamo dire qualcosa di “Pedro”, definito senza mezze parole “il meglio di Santa Fe” che si offre come Cicerone alla turista? «Altro che ragazzino per benino / sapeva molte cose / più di me / mi ha portato tante volte / a veder le stelle / ma non ho visto niente / di Santa Fe»...

Volendo, quindi, il dj e produttore francese potrebbe remixare per le prossime estati molti altri successi della bionda showgirl bolognese!!!

28 luglio 2011

L'ULTIMA REUNION DI SARANNO FAMOSI



Vi svelo un segreto: se avete seguito i post degli ultimi giorni su Saranno Famosi e sui protagonisti del telefilm di allora rivisti adesso, avrete notato che qualcuna delle fotografie è decisamente “unplugged”: Bruno Martelli senza nemmeno un capello (e sul suo sito ufficiale ci sono solo immagini con i riccioli), Danny Amatullo con una strana smorfia, Doris Schwartz senza un filo di trucco. Non è che sono stati paparazzati, ma colti un po' di sorpresa sì. O almeno questo ha voluto farci credere lo staff della trasmissione Bring back... dell'inglese Channel 4. Scopo della trasmissione? Mostrarci protagonisti, divi e idoli di un passato non troppo remoto, così come sono adesso, perché raccontino la loro vita, la loro esperienza ai tempi in cui erano divi e quello che sono diventati adesso. Il tutto con un tono leggero e scanzonato, che cancella a risate la nostalgia più pelosa.
Il suo conduttore si chiama Justin Lee Collins ed è a dir poco un personaggio: una via di mezzo tra il primo Piero Chiambretti e una qualsiasi iena delle Iene, ha dato la caccia per metà degli Stati Uniti al cast di Saranno Famosi (dopo averlo fatto con Dallas, A-Team, Guerre Stellari). Ha pizzicato Lee Curreri in palestra, Carol Mayo Jenkins all'aeroporto (litigando con una guardia per l'uso del suo piccolo megafono giocattolo), Carlo Imperato allo stadio del baseball, convincendolo a palesarsi con un annuncio all'altoparlante, che chiedeva di «Danny di Fame». Ha strappato un'intervista, una delle rarissime mai concesse, alla madre di Gene Anthony Ray. E alla fine, in una strada accanto a una sala prove di Los Angeles, con un cast di comparse vestite come i ragazzi di Saranno Famosi di trent'anni fa, ha riunito quelli che volevano farsi riunire: si sono presentati la prof Grant e la Sherwood, Danny e Doris, Coco e Bruno (ma prima si era fatta intervistare anche Irene Cara, che era la protagonista del film del 1980 e nel telefilm cantava solo la sigla). La cosa più bella? La sincera, commossa emozione dei prof e degli ex ragazzi nel reincontrarsi: Doris che scattava le foto, Coco che saltava a ogni nuovo ingresso, Bruno che si faceva baciare la testa pelata... E poi tutti fuori a ballare.
Paradossalmente, quella fu la penultima puntata dello show di Channel 4. Per l'audience bassa, fu sospeso nel marzo del 2009, quando Justin Lee-Collins stava per dare la caccia ai protagonisti dei Gremlins. Peccato. Se fossi stato a Londra, non mi sarei perso una puntata. E mister Collins con la sua tenuta da ballerino, è fin d'ora un ottantologista onorario, altroché...

26 luglio 2011

GRAZIE E ADDIO, SPACE SHUTTLE





Giovedì 21 luglio lo Space Shuttle Atlantis ha portato a termine la sua ultima missione, atterrando sulla pista del Kennedy's Space Center. Ed è finita un'epoca. O forse un'era. Siete ottantologisti di buona memoria, se avete sentito parlare almeno una volta di era spaziale: furono gli storici contemporanei a coniare quel termine, pensando che il futuro dell'uomo fosse indissolubilmente destinato a svilupparsi oltre la nostra atmosfera, a partire dal 1957, quando l'Unione Sovietica mise in orbita lo Sputnik, passando per la cagnolina Laika, Juri Gagarin e il 20 luglio 1969 (casualmente, o forse no, quasi lo stesso giorno dell'anno...), quando l'astronauta americano Neil Armstrong posò il suo piedone fasciato da uno stivale bianco sul suolo della luna. Poi sono arrivati i computer e internet e le fibre ottiche e gli storici hanno cambiato nome al periodo contemporaneo, ribattezzandolo era dell'informazione, scoprendo che uno spazio molto più infinito non era ancora stato esplorato, quello virtuale.
Il lancio dello Shuttle Columbia, nel 1981
Ma nel 1981 lo spazio era lo spazio. Noi bambini ottantologisti eravamo sazi di Goldrake, Mazinga e Jeeg, robot che bucavano l'atmosfera e combattevano nemici venuti dalle galassie vicine. C'era Star Trek e l'Enterprise era un meraviglioso disco bianco. C'erano la saga di Guerre Stellari e gli eserciti di navicelle di Gundam. C'era un sogno, e confinava con le stelle, quando la Nasa annunciò che era pronta a lanciare lo Space Shuttle: si chiamava Columbia, come Cristoforo Colombo, era bianco, come l'astronave del capitano Kirk, somigliava a un aereo un po' più panciuto, ed era in grado di atterrare su una pista appena più estesa di quella di un aeroporto, planando come una gigantesca, elegante aquila, dopo aver volteggiato in assenza di gravità sopra le nostre teste.
Era il 12 aprile 1981 e la Rai era schierata per la diretta via satellite del lancio. L'aereo con il pancione stava sulla distesa di Cape Canaveral, a muso in su, con un gigantesco serbatoio appiccicato sotto la carlinga e due missili ai lati. Seguimmo il conto alla rovescia con il fiato sospeso. E poi la partenza, circondata da un'immensa nube di fumo bianco, e poi i missili laterali che si sganciano, e poi l'enorme serbatoio. Bambini e adulti appiccicati alla tv facevano volare la fantasia, immaginando un futuro prossimo e avventuroso: atterraggi sulla luna ogni settimana, e poi la conquista di Marte e via, «fino ad arrivare dove nessun uomo è mai giunto prima» (avrebbe detto Kirk). E la tv trasmise e ritrasmise anche le immagini dell'atterraggio, con il Columbia che veleggiava vibrando verso la Terra.
L'esplosione dello Shuttle Challenger nel 1986

Poi arrivò il 1986. Era gennaio. Lo Shuttle era il Challenger e la sua missione faceva notizia perché a bordo c'era una donna, un'insegnante, che avrebbe anche tenuto una lezione di scienze in diretta dallo spazio. Invece, 73 secondi dopo il decollo, lo Shuttle esplose, in una nuvola di fumo bianco con scie di lapilli che sembravano fuochi di artificio, uccidendo i sette membri del suo equipaggio. Aveva ceduto una stupida guarnizione. Un pezzo all'apparenza insignificante, un granello di sabbia di traverso negli ingranaggi dei sogni dell'umanità. Come se la profezia di Space Oddity, la canzone di David Bowie, dovesse per forza avverarsi: «Il pianeta Terra è blu e non c'è nulla che io possa fare».
Le missioni ripresero solo due anni dopo, e non si sono mai più interrotte. Ma piano piano, anno dopo anno, lo Shuttle occupava meno spazio nei telegiornali. Come una routine senza più fantasia. Oggi, dopo 135 voli spaziali, è finito tutto. L'era spaziale ha cambiato nome. Infatti il video del volo dell'ultimo Shuttle lo ha condiviso Barack Obama su Facebook. E chissà se, come si chiede Amedeo Balbi, esiste ancora qualche bambino che, come noi ottantologisti, sogna di fare l'astronauta...

25 luglio 2011

LEPROTTO MILCARO



I pupazzi Uan, Five e Four, di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, sono famosi al grande pubblico ma quanti (soprattutto fra i quarantenni piemontesi, liguri e lombardi) si ricordano di LEPROTTO MILCARO???

Ideato da Roberto Paravagna, Milcaro conduceva con Giusy Lercari un programma – contenitore per bambini con uno spazio musicale dedicato alla classifica dei 45 giri più venduti in Italia, dal titolo ANNI VERDI.

Andava in onda – dalla fine degli anni Settanta fino alla prima metà degli Ottanta – su Teleradiocity (poi Telecity ed oggi 7 Gold), una emittente di Castelletto d'Orba (in provincia di Alessandria, ma visibile, oltre che in tutto il Piemonte, anche in Lombardia e Liguria) davvero avanti: non solo, infatti, trasmetteva i suoi programmi a colori, in anni in cui la Rai si vedeva per lo più in bianco e nero, ma soprattutto perché fece conoscere a noi bimbi perle di cartoni animati, diventati dei veri e propri cult come Lupin III, Jeeg Robot d'acciaio e Candy Candy.

Leprotto Milcaro, antesignano dei vari Uan, Four, Five e compagnia bella (a differenza di questi però non si trattava di un peluche di ridotte dimensioni ma di un uomo ben stazzato che indossava il costume di una mega lepre) a cavallo degli anni Settanta – Ottanta era diventato un vero idolo per il pubblico dei più piccoli: adorava le carote, indossava jeans con originali bretelle e si divertiva a fare il dj (i suoi fans più fedeli non possono non conoscere la hit “Cipicchia”).

Nei primi anni Ottanta Giorgio Aiazzone scelse tra i suoi vari testimonial anche il duo Milcaro – Giusy e li chiamò a Biella per pubblicizzare il suo mobilificio: ci fu un tale concorso di famiglie con bambini (tanto che i peluche del leprotto andarono esauriti in pochissime ore) che si dovette bissare l'appuntamento. Chi scrive conserva ancora a distanza di trent'anni, come una reliquia, la foto autografata con i due beniamini...dopo ore di coda...ma vuoi mettere la soddisfazione di vedersi Leprotto Milcaro a distanza ravvicinata!?!

22 luglio 2011

RIDATECI UAN, FOUR E FIVE!



Il 15 ottobre 2005 le tre storiche mascotte delle reti Mediaset, Uan, Four e Five – rispettivamente protagonisti delle trasmissioni per bambini “Bim Bum Bam” e “Ciao Ciao” i primi due, e simbolo di Canale 5 l'ultimo – sono state portate via nottetempo dalla sede della Scuola di Arte Drammatica "Paolo Grassi" di via Salasco a Milano.
Uan, il pupazzo animato di peluche, color fucsia e rosa, dalle sembianze canine, è stato mascotte di Italia 1 e conduttore di “Bim Bum Bam” dal 1983 al 1999. Il suo nome è l'italianizzazione di One (“uno” in inglese); era realizzato dal Gruppo 80, veniva doppiato dalla voce di Giancarlo Muratori (dopo la sua morte nel 1995 il testimone passò a Pietro Ubaldi, già voce di Four) e nei primi tempi indossava sempre una maglietta “012 Benetton”.
Uan si comportava come un bambino monello, con poca voglia di studiare ma molta di combinare guai, era golosissimo di cremini ed innamorato di una barboncina francese.
Spesso alle prese con Bonolis che lo interrogava nelle materie che doveva preparare per la scuola, Uan riusciva sempre a inventarsi risposte strampalate per cercare di togliersi dagli impicci, conquistando con le sue gag il pubblico che lo seguiva fedelmente tutti i pomeriggi.
Dopo anni di assenza dai teleschermi, il 19 maggio 2008 ricomparve su Italia 1 in una intervista a “Le Iene” e dal 21 gennaio 2010 indossò i panni di presentatore a fianco di Nicola Savino e Juliana Moreira per otto puntate del programma “Matricole & Meteore”.
Se Italia 1 aveva “Bim Bum Bam” con il pupazzo Uan, su Rete 4 andava in onda “Ciao Ciao” condotto da Giorgia Passeri e l'orso Four (così chiamato dal nome dell'emittente della quale divenne il simbolo). Animato, anche lui come Uan, dal Gruppo 80, aveva il pelo marrone con un ciuffo più chiaro in testa, un paio di orecchie tonde e una bocca larga con l'interno di color giallo.
Se in Uan e nelle sue marachelle si riconosceva il bambino delle elementari, Four rispecchiava invece un pubblico più grandicello. L'orsetto infatti parlava il gergo paninaro degli adolescenti ed adorava i Duran Duran, gruppo simbolo degli anni Ottanta.
In quel periodo anche Canale 5 trasmetteva un programma per ragazzi dal titolo “Pomeriggio con Five” (scritto correttamente, così come Four, ma a differenza di Uan... chissà perché?). Emblema di Canale 5 (e per un certo periodo anche del Milan con il nome di Dudy, soprannome di Pier Silvio Berlusconi), Five aveva le sembianze di un draghetto arancione, con la testa modellata sul biscione dell'allora logo della rete.
Curiosa la sua genesi: Silvio Berlusconi aveva commissionato a Maria Perego, “mamma” di Topo Gigio, il prototipo del pupazzo ma, non soddisfatto del risultato, si rivolse al Gruppo 80. Five era doppiato dall'attore Marco Columbro ed appariva a corpo intero, non solo a mezzobusto come Uan e Four.
Inizialmente faceva da spalla ad Augusto Martelli nel varietà “Premiatissima” promuovendo il concorso “Operazione Five”, poi, visto il grande successo che riscuoteva tra i bambini, divenne protagonista delle trasmissioni “Five Time” e “Domenica con Five” dove vestiva i panni di svariati personaggi come Dracula Five e l'infermiera Nelly.
Intorno a lui si sviluppò un notevole merchandising che andava dalle compilation musicali “Fivelandia” (raccolte di sigle di programmi per bambini in onda sulle reti Fininvest) al pupazzo a grandezza naturale (che veniva regalato ai concorrenti dei quiz di Mike Bongiorno e di Corrado).
Conclusosi il periodo d'oro degli anni Ottanta, Canale 5, Italia 1 e Rete 4 accantonarono progressivamente i loro pupazzi e nel 2001 Mediaset decise di donare alla Scuola “Paolo Grassi” le tre mascotte originali, delle quali, essendo di fattura artigianale, esistono pochissime copie. Un appello quindi ai ladri o rapitori che siano: RIDATECI UAN, FOUR E FIVE!!!

21 luglio 2011

BIM BUM BAM E LA VERA TV DEI RAGAZZI


Bim Bum Bam è stata una trasmissione televisiva pomeridiana per ragazzi o meglio un “contenitore”, come lo chiamerebbero gli addetti ai lavori (dato che al suo interno si alternavano break recitati dai conduttori a cartoni animati) che andò in onda dal 1982 al 1990 su Italia 1 (più precisamente, per il primo anno su Antenna Nord, poi acquistata l'anno successivo dal gruppo Fininvest che cambiò il nome alla rete), dal 1991 al 1997 su Canale 5 e dal 1997 al 2000 di nuovo su Italia 1.
I primi conduttori erano Sandro Fedele, Marina Morra e Paolo Bonolis che ogni pomeriggio alle 17 da Antenna Nord intrattenevano i bimbi leggendo la posta, promuovendo i prodotti degli sponsor e annunciando i cartoni (...e che cartoni! Come dimenticare “Lady Oscar” o “Hello Spank”?).
Nel 1983 nasceva ufficialmente Italia 1, Fedele e Morra abbandonavano la barca e ad affiancare Bonolis arrivavano Licia Colò (poi sostituita da Manuela “Manu” Blanchard) e il pupazzo Uan, lo storico cane di peluche color fucsia.
Bim Bum Bam esordì in questa nuova veste il 12 settembre 1983 alle ore 16 con cartoni da annali come “Mimì e la nazionale di pallavolo”, Il tulipano nero”, “C'era una volta...Pollon”, “L'incantevole Creamy”, “Georgie”, “Sui monti con Annette”, “Kiss me Licia”, “Holly e Benji”.
Ma il bello della trasmissione (forse ancor più dei cartoni) era l'attesa delle gag esilaranti di Pìolo (il soprannome di Bonolis) e Uan, come la televendita della “caciotta fetecchia” o “Uanathan”, la parodia di “Jonathan Dimensione Avventura” (con Bonolis nelle vesti di Ambrogio Fogar), o gli interventi dalla regia da parte di personaggi misteriosi, come il Signor Brandolin che prendeva di mira con finti rimproveri i conduttori.
Indimenticabile poi lo sketch che vedeva Bonolis costretto a lavare interminabili pile di piatti nella cucina del presunto albergo in cui aveva trascorso le vacanze estive con Uan e Manuela, che però se l'erano data a gambe senza pagare il conto, lasciandolo “prigioniero” della pensione.
Il programma – che era curato da Alessandra Valeri Manera – aveva come autori Edoardo Erba, Giancarlo Muratori, Daniele Demma, Kitty Perria, Enrico Valenti, Cino Tortorella e Maurizio Pagnussat alla regia. Riscosse talmente tanto successo fin da subito che già nel 1983 ricevette il primo dei quattro Telegatti della sua storia come miglior programma per ragazzi.
Con l'uscita di scena di Paolo nel 1990, passato a condurre il quiz per ragazzi “Doppio Slalom” su Canale 5, finisce un'era.
Nel corso degli anni Ottanta diversi programmi tentarono, con discreto successo, di emulare Bim Bum Bam – che comunque rimase ineguagliabile – come, ad esempio, “Caffellatte” e “Ciao Ciao”.
Quest'ultima trasmissione fece il suo esordio il 9 settembre 1985 su Rete 4 e copriva la fascia del primissimo pomeriggio (andava in onda alle 12.45), poi quella mattutina. L'unico vero punto in comune con Bim Bum Bam era la presenza di Giancarlo Muratori tra gli autori e di Maurizio Pagnussat alla regia.
Ad affiancare il pupazzo Four al timone del programma c'era Giorgia Passeri, poi sostituita da Paola Tovaglia, Flavio Albanese e Marco Milano (più noto al grande pubblico come Mandi Mandi). Nel 1988 il programma migrò su Italia1, fece ritorno nel 1989 su Rete 4 per poi venire inserito stabilmente nel palinsesto di Italia1 a partire dall'anno successivo.
Anche a “Ciao Ciao” come in Bim Bum Bam ai cartoni si alternavano rubriche quali l'angolo della posta, giochi in studio e gag divertenti come le telefonate dell'autoritario Signor Persichetti, che (come il Signor Brandolin) fingeva di sgridare i conduttori.
Terminato il periodo d'oro degli anni Ottanta, Bim Bum Bam da trasmissione davvero pensata e dedicata ai bambini divenne un semplice succedersi di cartoni, mandati in onda a ruota libera (o alla meno peggio introdotti da una anonima voce), intervallati solo da televendite e pubblicità.
Da quando ha chiuso ufficialmente i battenti nel 2000 non esiste – per chi, come me, è cresciuto con quell'appuntamento pomeridiano fisso – un valido programma che sia riuscito a raccoglierne degnamente il testimone....anche se – va detto – non è impresa facile eguagliare le vette raggiunte da Pìolo e Uan, grazie a quella formula vincente che sapeva alternare momenti culturali e ludici, sempre seguitissimi dal giovane pubblico.
Bei tempi (con buona pace dei bimbi del nuovo millennio)!!!