13 settembre 2012

OTTANTA FACCE: CARRIE FISHER

 
Vi ricordate la principessa Leila (per i puristi Leia)? Se siete fans della saga di Guerre Stellari (per i puristi Star Wars), probabilmente la idolatrate. Beh, dietro il volto leggiadro della principessa bionda, c'è una delle icone di Hollywood, Carrie Fisher, figlia d'arte (di Eddie Fisher, cantante, e Debbie Reynolds, attrice) e protagonista di una delle storie più tormentate dello star system. Per farla breve, droga e alcol si sono impossessate di lei spesso, troppo spesso: nel 1980, rischiò di essere cacciata dal set, quando girava The Blues Brothers (era la moglie di Joliet Jake, l'unica che, in tutto il film, abbia la sorte di vederlo in viso senza gli occhiali da sole - ma questa è un'altra storia -). Era così fatta da non essere in grado di girare le scene.
E tutto questo, così come il suo duro percorso di riabilitazione, non è pettegolezzo raccolto di nascosto, ma fa parte della biografia ufficiale di Carrie Fisher. Che ora ha quasi 56 anni e ha fatto pace con il suo passato, al punto che Wishful drinking ("Bevuta speranzosa", più o meno, gioco di parole che richiama l'espressione più nota "Wishful thinking") è un'autobiografia senza veli, che ha trasformato in un monologo, portato a Broadway nel 2009. Ora scrive libri, continua a lavorare nello spettacolo e ha fatto pace anche con il suo aspetto. «Voglio rientrare nel bikini dorato di Guerre Stellari» aveva detto ridendo più o meno un anno fa, quando era apparsa in pubblico nettamente sovrappeso. Poi ha firmato un contratto con una casa produttrice di prodotti dietetici negli Usa. E ha perso una ventina di chili. Ma ancora non ha indossato il bikini.


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