Zavarov Alexandr (o Oleksandr, secondo la translitterazione ucraina) è nato a Vorosilovgrad, allora Unione Sovietica, ora Ucraina, il 20 aprile 1961. Cresciuto nel Zorja, il club della sua città, ha vinto una Coppa dell'Unione Sovietica con il Rostov all'età di vent'anni nel 1981, ma la sua carriera ha preso slancio a partire dal 1983, quando è passato alla Dinamo Kiev, all'epoca una delle squadre leader non solo dell'Est ma dell'intero calcio europeo, guidata dall'allenatore Valeriy Lobanovskiy, soprannominato sergente di ferro e fautore di una preparazione fisica meticolosa e del gioco di squadra sopra ogni individualità. Alla Dinamo, Zavarov conquista campionato e coppa sovietica nel 1984-85 e, nella stagione successiva, la Coppa delle Coppe, con un suo gol ad aprire le marcature nel 3-0 finale all'Atletico Madrid.
Nel 1988, ai Campionati Europei, l'ossatura dell'Unione Sovietica, affidata allo stesso Lobanovskiy, era composta proprio dai ragazzi della Dinamo. A Zavarov fu data la maglia numero 9 e il ruolo di centrocampista centrale addetto alle proiezioni offensive. Oggi lo si definirebbe un trequartista. Quell'Unione Sovietica demolì un'ottima Italia in semifinale e venne sconfitta solo dall'Olanda nella finale passata alla storia per lo spettacolare gol al volo da posizione impossibile di Marco van Basten.
In estate, la Juventus scatenò un'offensiva diplomatica prima ancora che economica, per assicurarsi le prestazioni del talentuoso centrocampista. Mai un giocatore sovietico aveva oltrepassato la frontiera per giocare in Italia. Furono necessari quattro milioni di dollari (tre al ministero dello sport moscovita, uno alla Dinamo Kiev) e un lungo lavoro diplomatico dei dirigenti commerciali Fiat (che avevano interessi e affari in Urss) per convincere Lobanovski, ultimo baluardo alla cessione. Zavarov ebbe l'ingrato compito di sostituire Michel Platini, ritiratosi alla fine del 1988. Troppo per chiunque, anche per lui che non riusciva a imparare l'italiano. Arrivò in una Juventus in piena ricostruzione, in cui l'idolo dei tifosi era il piccoletto portoghese Rui Barros e Dino Zoff era il tecnico. Nelle due stagioni in bianconero (60 presenze, 7 gol) Zavarov riuscì comunque a mettere in bacheca una Coppa Italia e una Coppa Uefa, entrambe nel 1990, ma non scendendo in campo in nessuna delle finali, nè con il Milan in Coppa Italia nè con la Fiorentina in Uefa.
In estate passò al Nancy in Francia, dove rimase per cinque stagioni, per poi chiudere la carriera nelle serie minori al Saint Dizier, la prima squadra che allenò. La sua carriera in panchina è proseguita tra Svizzera, Kazakhstan e Ucraina, dove ha guidato fino al 2010 l'Arsenal Kiev (è stato esonerato con un curioso pretesto: è stato accusato di assenteismo per non aver guidato gli allenamenti in due giorni di vacanza). Nel lungo cammino di preparazione agli Europei del 2012, è stato tra i consiglieri del ministro dello sport del suo paese. Sposato con Olga, ha due figli: Alexander, che aveva sei anni quando papà sbarcò a Torino, e Valeriy, attualmente centrocampista dell'Obolon Kiev, maglia numero 88 come il suo anno di nascita.
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