Questa
settimana si torna in Italia e a contendersi la vittoria della
quattordicesima sfida sono due cantautori napoletani che dopo
aver vissuto un momento d'oro negli anni Ottanta, hanno poi
collezionato album il cui successo non ha mai replicato quello degli
esordi.
Parliamo
di:
Alan
Sorrenti e Tony Esposito.
Alan, negli anni Ottanta |
Alan
Sorrenti nasce a Napoli, il 9 dicembre 1950.
Sia nel primo album
“Aria” – al quale ha collaborato anche Tony Esposito
(guarda alle volte i casi della vita... tipo che Dio li fa e poi la
Betta nei sondaggioni li accoppia!) – pubblicato nel 1972, che nel
secondo, dal titolo leggermente più lungo (e cioè “Come un
vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto”), uscito
l'anno successivo, Alan opta per brani dalla struttura melodica
alquanto elaborata e con testi piuttosto ermetici.
Discreto
il successo ottenuto con la sua personalissima reinterpretazione di
un grande classico della canzone napoletana, “Dicitencello vuje”
(contenuto nel suo terzo album, “Alan Sorrenti” del 1974 e
pubblicato anche come singolo) ma per raggiungere quello con la “S”
maiuscola è necessaria una brusca inversione di rotta, e
precisamente una secca virata verso uno stile soft – dance.
Quale
vero Ottantologista non ricorda il suo falsetto e i suoi tre successi
in rapida sequenza: “Figli delle stelle”, “Tu sei l’unica
donna per me” e “Non so che darei”?
E
a proposito di questi stra noti successi commerciali, viene da
chiedersi: chissà se i vari «se ti perdo non ho/più nessuna
ragione/ per vivere» o «non so che darei/per fermare il tempo/per
dormire al tuo fianco solo una notte» sono serviti al fedifrago per
farsi perdonare?
Già, perché la
seconda metà degli anni Ottanta lo vede coinvolto in una serie di
disavventure personali e giudiziarie che sembrano risolversi solo
col finire del decennio.
Nel 1988
ricompare sulle scene partecipando al Festival di Sanremo con
il brano “Come per miracolo”, piazzatosi all'ultimo posto.
Alan in un'immagine recente |
Nel
1992 pubblica una raccolta dei suoi successi riarrangiati più due
inediti, dal titolo “Radici”, album che verrà poi
ripubblicato a distanza di 18 anni, in occasione dell'uscita del film
“Figli delle stelle” di Lucio Pellegrini.
Coetaneo
e conterraneo di Alan, anche Tony Esposito, nato il 15 luglio.
Tony ai tempi di "Kalimba de luna" |
I
primi passi nel mondo discografico decide di muoverli collaborando
con altri artisti italiani quali Pino Daniele, Lucio Dalla, Francesco
De Gregori, Gino Paoli, Roberto Vecchioni, Francesco Guccini, Eugenio
ed Edoardo Bennato, Alan Sorrenti.
Nell'inventarsi
uno stile proprio, Tony si ispira a sonorità provenienti da vari
Paesi del mondo, mescolandole a melodie tipiche della musica
partenopea. Trova una sua originalità inventandosi strumenti
musicali nuovi, come il tamborder,
un tamburo che non emette soltanto suoni percussivi ma anche note
musicali ben precise, armonie e accordi, ampiamente utilizzato in
“Kalimba de Luna” ad esempio.
Dopo
“Rosso Napoletano” (nel 1975) e “Processione sul mare” (nel
1976) è col terzo album, “Gente distratta” del 1977, che
Tony inizia a farsi davvero notare ed ottiene il “Premio Critica
Italiana della Musica”.
Nel
1982 compone la sigla di Domenica In, “Pagaia”: è
l'inizio del boom discografico. Come è successo per Alan, anche Tony
decide di virare verso una musica più commerciale.
Per
due anni consecutivi vince “Un disco per l'estate”, nel 1984 con
“Kalimba de luna” (brano grazie al quale a fine 1985
riceve il “Premio critica discografica” grazie agli oltre 5
milioni di copie vendute nel mondo) e nel 1985 con “As Tu As”.
Partecipa
a tre edizioni del Festival di Sanremo, nel 1987 con “Sinuè”,
nel 1990 insieme a Eugenio Bennato con “Novecento aufwiedersehen”
e nel 1993 con i Ladri di Biciclette con “Cambiamo musica”
ottenendo buoni riscontri commerciali (anche se non sempre ottimi
piazzamenti).
Nel
1997 è l'unico italiano chiamato ad esibirsi al “Festival
della gioventù” de L'Avana e nello stesso anno è di nuovo l'unico
italiano ad esibirsi al “Rock in Rio”, a Rio De Janeiro.
Tony oggi |
Dopo
una lunga pausa dedicata a performance dal vivo, nel 2003 ha
pubblicato “Viaggio Tribale”, il suo ultimo lavoro.
Ed
ora, a voi!
L'artista
napoletano, inventore della fusion tra tradizione napoletana e rock
californiano oppure il biondo partenopeo soprannominato “King
of Percussion”: a quale dei due va la vostra preferenza?
Avrei detto Alan ma lo trovo un po' appesantito! Vada per Kalimba de luna
RispondiEliminaAlan tutta la vita!
RispondiEliminaTu non conosci paura: ma come ti viene in mente di accoppiare due del genere! Divertente assai!
P.
Alan Sorrenti. Perchè è dagli anni ottanta che mi sento un figlio delle stelle!
RispondiEliminateto
Voto il re delle percussioni!
RispondiEliminaAlan Sorrenti
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