Scena: una schermata di Twitter di sabato pomeriggio.
Protagonisti: Marc Almond, già cantante dei Soft Cell, quello di Tainted Love e di un duetto pazzesco con Jimi Somerville ai tempi dei Bronski Beat, e Boy George, l'uomo immagine dei Culture Club, primi dopo i Beatles ad avere quattro singoli dell'album di esordio in classifica, nel 1982/83.
Comincia Marc Almond, con un messaggio in cui si lamenta di Twitter e del trattamento che ogni tanto gli viene riservato, a base di insulti e minacce legati al suo essere gay. E, chiude il cantante, forse sarebbe il caso di lasciare il social network. Per fargli cambiare idea, gli piovono addosso decine di messaggi dei fans suoi followers. Uno di questi è un po' più speciale e non esattamente di un fan. Quando Marc Almond, per ringraziare, scrive "Forse è colpa mia, non dovrei rispondere a odio e cattiveria", è Boy George (che un paio di tweet prima aveva confessato di essere in pieno relax alle Baleari in attesa di fare una dj session) a rispondergli "Chi odia i queer è come gli atei, piuttosto ossessionato secondo me".
Fin qui è l'eccezionalità dell'era digitale, che consente di origliare una conversazione tra due popstar che loro hanno deciso di rendere pubblica per i loro followers. Con il profilo di Ottantology ne seguiamo parecchie: Samantha Fox, Sabrina Salerno, i Duran Duran, Jim Kerr, Lorenzo Jovanotti, i Johnny Hates Jazz. Lo scopo? Tenersi aggiornati su quello che fanno ora e, quando possibile, raccontarvelo in anteprima sul nostro blog. Potrebbe essere il caso dello scambio successivo di tweet tra i due musicisti. "Ho una canzone nuova, te la devo mandare" comincia Boy George. "La aspetto" ribatte Marc Almond. Un nuovo singolo dell'ex Culture Club? Oppure l'inizio di una collaborazione, con il primo che firma il pezzo e il secondo che lo canta?
Comunque vada a finire, li terremo d'occhio. È l'era digitale, bellezza. Ovvero una delle poche ragioni per cui il 2012 è migliore del 1982.
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