Blissett Luther è nato a Fairmouth, in Giamaica, il 1 febbraio 1958. Terra di musica e mare, negli anni Ottanta aveva cominciato a esportare grandi calciatori nel Regno Unito. Negli stessi anni in cui un giovanissimo Blissett veniva notato dagli osservatori del Watford, squadra di una città alla periferia Nord di Londra, insieme a lui sbocciava il talento di un altro giovane giamaicano, John Barnes. Entrambi vennero naturalizzati inglesi e resi eleggibili per la Nazionale dopo i clamorosi risultati ottenuti con la maglia gialla e rossa del Watford: due promozioni consecutive, dalla terza alla prima divisione, e nel 1982-83, alla loro primissima stagione nel massimo campionato inglese, chiusero al secondo posto, dietro al Liverpool (la futura squadra di Barnes). Blissett fu il capocannoniere con 27 reti.
27 giugno 2012
26 giugno 2012
I BELLOCCI DELLA MUSICA ANNI OTTANTA – PRIMA PARTE
Sondaggione
sui bellocci dei cartoni animati – anni Ottanta? Celo!
Sondaggione
sui protagonisti maschili dei telefilm cult – anni Ottanta?
Celo!
Mumble,
mumble... cosa manca?
Ma
certo! Un'analisi dettagliata dei cantanti di quel decennio,
ovviamente sia stranieri che italiani (e quindi per par condicio
ad una sfida tra bellocci canterini internazionali se ne alternerà
un'altra dove i protagonisti saranno quelli di casa nostra).
Siete
pronte per questo nuovo appuntamento che vi terrà compagnia per
tutta l'estate fino all'autunno inoltrato, dal relax sotto
l'ombrellone in riva al mare al duro e ingrato compito di tirare
fuori la maglietta pesante dall'armadio.
E
con chi potremmo mai iniziare se non con un classico dei classici?
Ebbene
sì: Simon Le Bon VERSUS Tony Hadley.
Il
bon Simon nasce il 27 ottobre del 1958 a Bushey, in
Inghilterra. Incoraggiato dalla madre, che lo spinge a coltivare la
sua passione per la musica, inizia a cantare da piccolissimo entrando
a soli sei anni nel coro della chiesa (ve lo immaginate?).
Simon - anni Ottanta |
A
vent'anni molla tutto, parte per Israele e lavora in un kibbutz nel
deserto del Negev ma torna in patria giusto in tempo per partecipare
a un provino ed in tempo zero entra a far parte dei Duran Duran,
band alle origini composta da Nick Rhodes alla tastiera, John Taylor
al basso, Andy Taylor alla chitarra e Roger Taylor alla batteria.
Con
il secondo album, “Rio”, la band inizia a far parlare di sé e
grazie a successi come “Wild boys”, “Notorious”
o la splendida ballata “Save a prayer” diventano un
fenomeno di culto al pari dei Beatles vent'anni prima. Non per niente
nel 1986 in Italia esce un film, tratto dall'omonimo romanzo
dell'allora sedicenne Clizia
Gurrado, il cui titolo e relativo plot riassumono
perfettamente la portata del fenomeno: “Sposerò Simon Le Bon”.
Il
pubblico femminile è in delirio!
E
la sua vita privata? Dopo aver quasi lasciato le piume in una
traversata con la sua barca a vela, Simon vede la foto di una
bellissima modella iraniana, Yasmin Parvaneh, riesce ad
ottenere dall'agenzia il numero di telefono della ragazza e la sposa.
La
coppia avrà tre figlie: Amber Rose Tamara, Saffron Sahara e Tellulah
Pine... e complimenti per la scelta dei nomi!
Passano
gli anni e nNonostante l'abbandono di Andy e Roger Taylor, Simon e i
Duran Duran continuano a incidere dischi, ma con scarso successo
(eccezion fatta per “Ordinary World” del 1993, graziato dalla
critica).
Nel
2001 avviene la tanto attesa reunion del gruppo, sul quale
piovono riconoscimenti come un MTV Video Music Award due anni dopo e
il BRIT Award for Outstanding Contribution to British Music nel 2004.
Seccanti
problemi alle corde vocali lo costringono ad interrompere un tour nel
2010 ma oggi la sfiga sembra averlo finalmente abbandonato e sarà
proprio lui – oggi senz'altro meno “bon” di un tempo,
visibilmente appesantito e con una capigliatura un po' farlocca – coi suoi Duran ad aprire la grande festa delle Olimpiadi di Londra
2012 cantando al concerto che si terrà tra un mese, il 27 di luglio, ad
Hyde Park.
Simon - oggi |
Anthony
Patrick (per gli amici semplicemente “Tony”) Hadley nasce
a Londra il 2 giugno 1960. Anche lui come Simon inizia la sua
carriera artistica molto giovane, supportato dalla madre, che doveva
averci visto lungo se il figlio a 14 anni vince un concorso di canto
eseguendo brani soul quali “You are the sunshine of my life” di
Stevie Wonder e “With a little help from my friends” dei Beatles.
Essendo poi un teen ager tutt'altro che da buttar via, Tony, di lì a
quattro anni, si fa notare prendendo parte a “Sister Blackmail”,
un fotoromanzo per la rivista “My Guy” (numeri ormai
introvabili).
Tony - anni Ottanta |
Ma
la sua vera passione rimane la musica e quando i fratelli Gary e
Martin Kemp (rispettivamente chitarrista e bassista) nel 1979 formano
con i loro compagni di scuola John Keeble (batteria) e Steve Norman
(sax) gli Spandau Ballet, Tony diventa la voce del gruppo.
Con
i singoli “True” e “Gold” schizzano in testa
alle classifiche europee ma è di sicuro l'intensa “Through the
barricades” il singolo più famoso. Dal fulmineo successo alla
rivalità con i Duran Duran il passo è brevissimo. Questo fino al
1988 quando gli Spandau si sciolgono (i fratelli Kemp passano al
cinema mentre Tony prosegue come solista) per poi ritornare insieme,
così come la band di Le Bon, a distanza di vent'anni.
Oggi
Tony – che l'anno scorso ha collaborato col rapper di Molfetta
Caparezza (avete presente “Goodbye Malinconìa”?) – ha perso
quell'allure elegante che lo contraddistingueva negli anni Ottanta e
ha messo su un po' di pancetta (come dimostrano le foto), seguendo,
anche in questo, le orme del suo antagonista storico.
Tony - oggi |
E
voi? Siete Duraniane o Spandauballettiane nell'animo?
Avete versato litri e litri di lacrime ascoltando “Save a prayer”
o “Through the barricades”? Il vostro sex symbol era e rimane
Simon Le Bon oppure Tony Hadley?
Scatenatevi!!!
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20 giugno 2012
FIGU: ALEXANDR ZAVAROV (Juventus 1988-89)
Zavarov Alexandr (o Oleksandr, secondo la translitterazione ucraina) è nato a Vorosilovgrad, allora Unione Sovietica, ora Ucraina, il 20 aprile 1961. Cresciuto nel Zorja, il club della sua città, ha vinto una Coppa dell'Unione Sovietica con il Rostov all'età di vent'anni nel 1981, ma la sua carriera ha preso slancio a partire dal 1983, quando è passato alla Dinamo Kiev, all'epoca una delle squadre leader non solo dell'Est ma dell'intero calcio europeo, guidata dall'allenatore Valeriy Lobanovskiy, soprannominato sergente di ferro e fautore di una preparazione fisica meticolosa e del gioco di squadra sopra ogni individualità. Alla Dinamo, Zavarov conquista campionato e coppa sovietica nel 1984-85 e, nella stagione successiva, la Coppa delle Coppe, con un suo gol ad aprire le marcature nel 3-0 finale all'Atletico Madrid.
19 giugno 2012
ADDIO AL “SIGNORE DELLE SPALLINE”
Prima di ricominciare coi nostri bellocci anni Ottanta e relativi sondaggioni, prendiamoci una settimana di tregua e parliamo di moda, ovviamente very 80's style... ça va sans dire (giusto per dimostrarvi che conosco le lingue...).
È notizia di qualche giorno fa che si è spento in California, all'età di 79 anni, Nolan Miller. Forse questo nome, lì per lì, non vi dirà molto ma le sue creazioni da sogno... beh, quelle è difficile che non vi tornino alla mente!
Ve le ricordate la perfida Alexis (la mora Joan Collins) e la buona Krystle (la bionda Linda Evans) nei loro abiti da sera avvolgenti, impreziositi da un tripudio di ruches e strass, ricchi di scollature generose e spalline a doppio strato di gommapiuma? Ecco, dietro a quei capolavori c'era la fantasia di Miller, che vestì le dive delle fiction e ideò per loro il look sinuoso degli anni Ottanta, in grado di esaltare le forme delle star. E proprio per la sua tendenza ad esasperare le imbottiture, venne ribattezzato “il signore delle spalline”.
È notizia di qualche giorno fa che si è spento in California, all'età di 79 anni, Nolan Miller. Forse questo nome, lì per lì, non vi dirà molto ma le sue creazioni da sogno... beh, quelle è difficile che non vi tornino alla mente!
Ve le ricordate la perfida Alexis (la mora Joan Collins) e la buona Krystle (la bionda Linda Evans) nei loro abiti da sera avvolgenti, impreziositi da un tripudio di ruches e strass, ricchi di scollature generose e spalline a doppio strato di gommapiuma? Ecco, dietro a quei capolavori c'era la fantasia di Miller, che vestì le dive delle fiction e ideò per loro il look sinuoso degli anni Ottanta, in grado di esaltare le forme delle star. E proprio per la sua tendenza ad esasperare le imbottiture, venne ribattezzato “il signore delle spalline”.
Linda Evans, John Forsythe e Joan Collins in "Dynasty" |
Stilista di “Dynasty” – fu il costumista hollywoodiano col budget settimanale più costoso di tutta la storia della televisione... ben 35.000 dollari a settimana a fronte di circa 3.000 vestiti disegnati dal 1981 al 1989! – e di altre serie tv di successo del periodo come “Charlie's Angels”, “Love Boat”, “Cuore e batticuore”, ha vestito Liz Taylor e Sophia Loren. Pure la Barbie è stata tra le sue clienti e per lei ha creato un abito da sera nude look con lungo strascico e giochi di vedo-non vedo (e nonostante la biondina americana, come vi ho già confessato, mi stia da sempre antipatica, obbiettivamente devo dire che nell'elegante mise disegnata da Miller fa la sua straporca figura!).
Nolan Miller Evening Illusion Barbie |
Non per niente nel 1984 si è conquistato un Emmy Award grazie al suo innovativo estro come fashion designer.
E per quanto io – causa traumi adolescenziali – nutra un profondo odio nei confronti delle spalline, devo riconoscere che nelle sue creazioni ci stavano davvero bene, quelle accoppiate perfette che so... tipo cornetto e cappuccino al mattino per colazione!
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18 giugno 2012
OTTANTA FACCE: TRAPATTONI E TARDELLI
Da sinistra Tardelli nel 1982, Tardelli e Trap oggi e Trap nel 1983 |
Italia-Irlanda di questa sera a Euro 2012 non è una partita come le altre, e non perché dal risultato dipende la qualificazione degli azzurri. Sulla panchina degli irlandesi siedono due leggende viventi del calcio italiano. Giovanni Trapattoni da Cusano Milanino, classe di ferro 1939, è sulla cresta dell'onda dal 1976, anno in cui fu scelto, da semisconosciuto, per guidare la Juventus con la quale iniziò un ciclo vincente. Nella sua lunghissima carriera ha allenato Platini e Matthäus, ma anche Strunz, e non le ha mai mandate a dire a nessuno, in qualsiasi lingua. Per esempio, alle critiche dell'ex capitano dell'Irlanda Roy Keane sulle prestazioni della squadra (due sconfitte, sette gol subiti agli Europei finora) ha risposto prima in inglese con accento lombardo, con diplomazia. Per poi rincarare la dose in italiano: "Non ha mai vinto un cazzo". E infine, ha chiuso la conferenza stampa con un impagabile "No applaud". Del resto, da anni le sue interviste forgiano nuove espressioni di altre lingue. In Germania usano uno sgrammaticato ma efficace "Ich haben fertig", per dire "ho finito" come diceva lui. E gli irlandesi hanno imparato il significato di "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco", tradotto in "Cat in the sack".
Accanto al Trap siederà uno dei suoi ex campioni, ora diventato viceallenatore della Nazionale irlandese. Noi ottantologisti ce lo ricordiamo folle di gioia e di adrenalina, mentre correva e urlava dopo aver segnato il gol del 2-0 nella finale Italia-Germania Ovest del Mundial 1982. Va detto che, come testimonia la foto, tra i due Marco Tardelli è quello che è invecchiato peggio: Classe 1954 (porca paletta, gli idoli calcistici della nostra generazione vanno per i sessanta), ha preso più di qualche chilo e di qualche ruga. Restano tali e quali i capelli, con quel ciuffo pettinato con la riga che faceva un po' fuori moda anche allora...
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17 giugno 2012
LA GUIDA TV DI OTTANTOLOGY (18-24 giugno)
Charlotte, dal lunedì al venerdì alle 8,10 su Italia 1 |
Dedichiamo questa settimana televisiva ai miti? Allora cominciamo da lunedì sera. Alle 20,45 l'Italia del calcio si gioca la sua permanenza all'Europeo del 2012 contro l'Irlanda, ovviamente in diretta su Rai 1. Sì, ma è il 2012, mica il 1982. Vero. Ma se sbirciate sulla panchina dell'Irlanda, troverete due facce che più ottantologiste non si può. L'allenatore è Giovanni Trapattoni, il Trap di Juve e Inter, profeta del calcio all'italiana basato sulla difesa prima di tutto e degli scudetti in serie. Il suo vice è Marco Tardelli: il suo urlo ai Mondiali del 1982 dopo il 2-0 in finale alla Germania Ovest è semplicemente leggenda. (E di loro parleremo anche domani, per il ritorno della rubrica Ottanta facce. Stay tuned).
Il mito, ma dei cartoni animati, è in onda su Italia 1 dalla settimana scorsa ogni mattina. Vi ricordiamo la sequenza dei cinque cartoni animati in serie, programmati dal lunedì al venerdì a partire dalle 8,10: si comincia con Charlotte, poi si sale in montagna con Heidi, si passa dalla corte di Versailles con Lady Oscar, ci si tutta nella musica con Kiss me Licia e si chiude con le tutine di Occhi di Gatto. Da togliere il fiato. A proposito di miti, martedì sera su Italia 2 si chiude alle 21,40 la replica della serie originale dei Visitors, mentre il remake contemporaneo è in onda in prima serata su Italia 1 il venerdì alle 21,10.
16 giugno 2012
LA GIRELLA IN TOUR CON I DIVINA
I Divina sul palco dell'Area 51 di Vignole Borbera (Alessandria) |
Ma li conoscete i Divina? Beh, dovreste. Sono una band che da dieci anni gira l'Italia con una missione ben precisa: fare divertire e fare ballare la gente che va ai loro concerti, rigorosamente sulla musica di cover degli anni Settanta, Ottanta e (qualche volta) Novanta, con un repertorio che va dai Duran Duran a Michael Jackson, da Enola Gay a Footloose. Questi decenni ci ricordano qualcosa, in effetti: Correva l'anno della Girella, il libro di cui amiamo vantarci, si occupa esattamente di quel lasso di tempo e con lo stesso spirito, solleticare ricordi e nostalgie, ma divertendosi e facendo casino.
14 giugno 2012
FIGU: FULVIO COLLOVATI (Milan 1981-82)
Collovati Fulvio, nato a Teor, in provincia di Udine, il 9 maggio 1957, è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan. A diciannove anni, nella stagione 1976-77, ha messo piede in prima squadra, fatto esordire in difesa dall'allenatore di allora Pippo Marchioro. Il suo primo gol fu in Coppa Uefa a Sofia, nella sfida persa 4-3 contro l'Akademic. Nella stagione successiva, con Nils Liedholm in panchina, divenne titolare fisso. Al Milan vinse lo scudetto 1978-79, con Gianni Rivera capitano e un altro giovane difensore a fare coppia con lui al centro, Franco Baresi. Restò al Milan, proprio come Baresi, anche nel 1980-81, anno della retrocessione coatta in serie B per il primo scandalo delle scommesse italiano, quello degli arresti in diretta a 90° Minuto. Nella stagione successiva, in A, diventò anche capitano ma, fu un anno maledetto (chi si ricorda Joe Jordan, centravanti scozzese che si rivelò un flop e poi, anni dopo, litigò con Gattuso dopo un Milan-Tottenham, squadra di cui è viceallenatore?). Il Milan retrocesse in B, per la prima volta sul campo e Collovati si prese pure un sasso in testa da un tifoso, nella trasferta di Como. Intorno a lui e Baresi, pezzi pregiatissimi della squadra, entrambi campioni del mondo con l'Italia di Bearzot in Spagna, si scatenò il calciomercato. Baresi disse no a tutti, Collovati accettò la corte dell'Inter, che lo scambiò con Pasinato, Canuti e Serena. Questo bastò a trasformarlo da eroe a traditore, per il popolo rossonero, che gli rinfaccia da sempre quella scelta con frasi come: «Baresi è rimasto e ha vinto tutto. Collovati è fuggito e non ha vinto nulla».
13 giugno 2012
II BELLOCCI DEI TELEFILM ANNI OTTANTA – THE END
...E
alla fine ce l'abbiamo fatta!
Dopo
una sfida durata ben DICIASSETTE
settimane e dopo aver dovuto ricorrere al ballottaggio dato che due
settimane di urne aperte si sono rivelate insufficienti per trovare
una maggioranza, ecco finalmente il vincitore del nostro
sondaggione... il belloccio dei telefilm anni Ottanta da voi più
votato è lui: il tenebroso Jesse
Velasquez
di “Saranno Famosi”, che col suo fascino latino da impenitente dongiovanni e zompettando
allegramente a destra e a sinistra col suo fisico scultoreo ha avuto
la meglio su quasi cinquanta rivali (mica pizza&fichi!).
Ecco il vostro bel vincitore in una delle sue maggiori espressioni di gioia |
Ma
ora, penserete mica di oziare di martedì?
Certo
che no: il 19 giugno prende il via una nuova serie dedicata ai
bellocci, questa volta quelli canterini,
ovviamente targati anni Ottanta.
Quindi,
donne: non vi resta che scaldare i motori!
11 giugno 2012
HAPPY DAYS, IL GIALLO DI SOTTILETTA IN BANCAROTTA
Erin Moran in una foto del 2010 |
Ma Erin Moran, per tutti noi la giovane e sorridente Joanie Cunningham di Happy Days, è davvero sull'orlo della bancarotta? I giornali di mezzo mondo ne sono convinti da qualche giorno. Ha cominciato il National Enquirer, americano e specializzato in gossip, con la rude prosa di chi ha in tasca uno scoop: "Sottiletta" non ha più un dollaro e vive in un caravan, insieme al marito e alla suocera. E dalla California, dove è stata sfrattata dalla sua casa, si è trasferita in Indiana. Non la riconosce più nessuno, anche perché «è visibilmente invecchiata». E non hanno capito chi fosse nemmeno la sera in cui, in un bar della zona, si sollevò la maglietta per mostrare le tette, in vero New Orleans style. Il marito Steve Fleishmann, che lei conobbe durante un trasloco (era uno degli addetti dell'impresa), ha trovato un lavoro nella catena di supermercati Walmart e lei è in cerca di un impiego qualsiasi.
10 giugno 2012
LA GUIDA TV DI OTTANTOLOGY (11-17 giugno)
I protagonisti de La casa nella prateria (con autografi) |
A volte ritornano. E no, Stephen King non c'entra nulla. Stiamo parlando degli amici delle nostre mattine e dei nostri pomeriggi, quelli sempre buoni e dalla parte della ragione come Mary o la maestra o quelli che sembravano un distillato di grettezza (sostituite l'aggettivo con un altro a piacere) come mamma e figlia Oleson. Sì, loro, le star de La casa nella prateria, il telefilm più replicato della storia di Rete 4, è tornato tra noi. Solo che non è più su Mediaset ma è stato preso dalla Rai. Godetevelo ogni pomeriggio dal lunedì al venerdì su Rai3, alle 15.
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08 giugno 2012
DAGLI ACCENDINI AI CELLULARI
The Boss sul palco di San Siro (foto da repubblica.it) |
Ieri sera a Milano l'ottantologista Bruce Springsteen ha stabilito il secondo record di durata di un suo concerto live, dietro solo al concerto della notte di Capodanno del 1980. Lo stadio di San Siro era affollato come sempre, quando c'è lui. Trentatré canzoni (la penultima è stata la "nostra" Glory Days, anno 1984, la quartultima Dancing in the dark, stesso anno), tre ore e 40 minuti di show. Chi c'era parla di una notte indimenticabile, a base di buon vecchio rock. Ma c'era qualcosa di nuovo, per chi Springsteen lo aveva già visto, per esempio, al Comunale di Torino nel 1988. Allora le canzoni lente le si accompagnava con la luce fioca degli accendini. Ieri sera, come ci ha confermato il fan Paolo Moretti, la luce era quella dei display dei cellulari. Sign of the times, direbbe Prince...
07 giugno 2012
II BELLOCCI DEI TELEFILM ANNI OTTANTA – SPAREGGIONE
Allora
ragazze... capiamoci: i sondaggioni della Betta sui bellocci vanno
presi sul serio, mica si può scherzare con una materia tanto
delicata!
Ora:
passi che mi avete fatto fuori, pronti via, il mio preferito (che,
per chi non se lo ricordasse, era quel marcantonio di Baracus
con quel suo look così poco appariscente), penso di poter
sopravvivere anche all'eliminazione di baffetto-Simon e pure di
valeriana-Bobby, arrivo addirittura a dirvi che sul fatto che mi
abbiate così bellamente snobbato l'affascinante
ispettore
Steve Keller (e
stiamo parlando di un Michael
Douglas degli
albori, mica pizza&fichi) posso
anche chiudere un occhio ma sul grande escluso non posso NON dire la
mia.
Non
fate finta di niente, sapete benissimo di chi sto parlando...
Mi
avete eliminato Ponch,
no dico: quel gran bel pezzo di centauro di Poncharello, uno a cui
stava bene anche quell'inguardabile uniforme color kaki???
Vi
rendete conto?
Ora,
si sa: non si piange sul latte versato, alea iacta est e menate
varie.
Fatto
sta che al ballottaggio ci dobbiamo sciroppare il pollice più famoso
del mondo, alias Mister
Happy Days – Fonzie,
e il fascino latino di Jesse
Velasquez,
che zompettando a destra e a sinistra con quel suo fisico scultoreo
ci ha fatto perdere la testa per la danza e non solo.
Tra
l'altro: complimenti! Avete scelto due dongiovanni coi controciufoli,
eh! E da ciò si deduce che l'uomo perfettino alla
Charles Ingalls non ha più appeal sulla donna del XXI secolo!
Oltre
a ricordarvi che potete votare fino alla sera di lunedì 11, sul
blog, nel form qui a destra, oppure sulla nostra pagina Facebook,
vorrei appellarmi al vostro buonsenso.
Immaginate
la scena: blin blon... Fonzie e Jesse vi suonano alla porta per
invitarvi a uscire... avete davvero dei dubbi su quale invito
accettare?
06 giugno 2012
FIGU: PREBEN ELKJAER (Verona 1985-86)
Elkjaer Preben, (il cognome completo è Elkjaer Larsen) è nato nella periferia della capitale danese Copenhagen, l'11 settembre 1957. Da piccolo cresceva tanto e rapidamente, al punto che il padre preoccupato lo portò dal medico. La diagnosi fu rassicurante: sviluppo precoce. A quindici anni iniziò con il calcio serio nel KB, ma quello bravo in famiglia sembrava il fratello maggiore Flemming. Nel 1976 fu però il diciannovenne Preben a strappare un ingaggio tra i semiprofessionisti del Vanløse, squadra che due anni prima aveva vinto la coppa di Danimarca. Bastarono 15 partite e 7 gol per attirare l'attenzione del Colonia, prestigioso club tedesco. Qui Elkjaer visse due turbolente stagioni, per via di un rapporto tutt'altro che idilliaco con il tecnico Weisweiler. Leggendario l'episodio del confronto tra l'attaccante e l'allenatore, arrabbiato perché gli era stato riferito che Elkjaer aveva passato la notte in un night club con una bottiglia di whisky e una ragazza. «È una bugia» rispose lui. «Le ragazze erano due. E la bottiglia era di vodka».
05 giugno 2012
I BELLOCCI DEI TELEFILM ANNI OTTANTA - IL BALLOTTAGGIO
Ebbene sì, due settimane con le urne aperte non sono bastate a trovare una maggioranza. E così, come in Grecia, si ritorna alle elezioni. Anche se qui si tratta più di un doppio turno alla francese. Perdonateci i paragoni politici, ma quando ci siamo inventati il sondaggione dei bellocci dei telefilm anni Ottanta (e anche gli altri), non abbiamo mica redatto una costituzione con tanto di legge elettorale. E così ci è toccato prendere un provvedimento al volo, visto che due dei diciassette strafinalisti hanno tagliato il traguardo in testa a pari merito.
Ma chi sono? Li avrete riconosciuti facilmente dalle foto. Alla sinistra, c'è Fonzie, l'uomo che inventò il pollice in su, ben prima che Facebook se ne appropriasse per il suo "mi piace". Mister Happy Days, l'uomo che a Milwaukee ha una statua in bronzo che lo commemora (come da noi c'è Garibaldi, per dire), dovrà contendere la corona del più bello a Jesse Velasquez, il latino dai lunghi capelli che ballava a Saranno Famosi spezzando cuori nella scuola di arti e non solo.
Come funziona? Come al solito: urne aperte da oggi e una settimana di tempo scarsa (fino alla sera di lunedì 11) per votare. Si vota qui sul blog, nel form alla destra della pagina, oppure sulla nostra pagina Facebook. Stavolta non sono ammessi pareggi...
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