Mauro Massimo, nato a Catanzaro il 24 maggio 1962 (ha quindi appena compiuto cinquant'anni), ha mosso i primi passi da calciatore nella squadra della sua città, sulle orme del fratello maggiore Gregorio, che esordì in serie A prima di lui, nel 1979-80. Il giovane Massimo, ala destra dal dribbling facile, mise piede nella massima serie nella parte finale dello stesso campionato, appena diciottenne. Due anni dopo, con il Catanzaro ormai invitato fisso alla tavola nobile della serie A, era una delle colonne della squadra che centrò il secondo settimo posto consecutivo, compresa l'eliminazione in semifinale di Coppa Italia, nonostante avesse ceduto l'ala sinistra e idolo della tifoseria Massimo Palanca.
Alla fine del 1982, mentre l'Italia impazziva per i Mondiali, Mauro era un Nazionale Under 21 diventato un uomo mercato. Se lo assicurò l'ambiziosa Udinese, dove restò fino al 1985, giocando due stagioni insieme a Zico. Poi passò alla Juventus, che stava rinnovando il suo nucleo storico intorno alla stella Platini. In bianconero vinse la Coppa Intecontinentale 1985 e lo scudetto 1986. Nel 1989 il passaggio al Napoli, dove incrociò la strada di Diego Armando Maradona, diventando così l'unico calciatore al mondo ad aver militato nella stessa squadra dei tre numero dieci più famosi del decennio. Qui centrò scudetto e supercoppa italiana. Nel 1993, a soli 31 anni, il ritiro, causato da problemi alla schiena dopo un'operazione di ernia del disco. In Nazionale non è mai arrivato, salvo diciassette presenze e una rete in Under 21.
Tre anni dopo l'addio al calcio giocato, entrò in parlamento, eletto in Calabria nelle liste dell'Ulivo al tempo del primo governo Prodi, che poi passò la mano a D'Alema e Amato. Diplomato ragioniere, Mauro fece parte della commissione cultura alla Camera dei Deputati, per tutti e cinque gli anni della legislatura. Nel frattempo, dal 1997 al 1999, è stato anche presidente del Genoa, per conto del proprietario Scerni. Continua a essere impegnato in politica: iscritto al Pd, è stato consigliere comunale a Torino dal 2006 al 2011 (tra le sue proposte, dedicare una piazza della città ai tifosi della Juventus morti nella tragedia dello stadio Heysel, nel 1985). La sua professione principale, ora, è quella di giornalista: commentatore storico del canale satellitare Sky, è opinionista per Repubblica e Repubblica.it. Insieme a Gianluca Vialli ha creato una fondazione che raccoglie fondi per la ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica. Ha scritto, insieme a Luca Argentieri, il libro Ho giocato con tre geni, storia della sua carriera da calciatore accanto a Zico, Platini e Maradona.
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