19 gennaio 2012

LE GNOCCHE DEI CARTONI ANNI OTTANTA #2


A Striscia la Notizia ci sono la velina bionda e quella mora. A Sanremo ci sono la valletta bionda e quella mora. Si credono originali? Speriamo di no. E comunque hanno copiato da qualcosa di ottantologista: Daitarn III. Non solo la sigla era bellissima, non solo la trama alternava il pathos delle battaglie spaziali all'azione da film di James Bond, il tutto insaporito da un pochino di commedia. Accanto al bel tenebroso (ma pasticcione) Haran Banjo, c'erano due figone da urlo, e mi si perdoni il francesismo. Ovviamente, una era bionda e una mora.
Beauty (nome completo Beautiful Tachibana) aveva i capelli biondissimi, sempre perfettamente pettinati anche nelle più concitate azioni di battaglia, gli occhi erano chiari, era elegante e modaiola e, con il senno di poi, sfoggiava all'incirca una prosperosa quarta. Ricca di famiglia, svampita e pasticciona (del resto “blonde” in angloamericano è anche un sinonimo di queste due parole), riconquistava presenza di spirito e determinazione quando si trattava di prendere i meganoidi a calci nel sedere.
Reika Sanyo era il suo alter ego: meno vistosa e prosperosa (e, a dirla tutta, più che mora era castana), ma affascinante e non poco (gli occhi, per esempio, e le labbra sempre rossissime), vantava un passato da agente dell'interpol. Schierandosi con il team di Daitarn aveva solo cambiato nemici: dai malfattori agli alieni. E li combatteva con la freddezza e l'intelligenza delle vere professioniste. Solo che, all'occorrenza, si tramutava in gnocca da combattimento, come una Charlie's Angel da manuale. Scelta difficile, vero? Anche per Banjo era così: infatti non risulta aver mai optato per l'una piuttosto che per l'altra. O forse, nel segreto dello storyboard, optava per tutte e due...

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