28 marzo 2013

LE GNOCCHE DELLA MUSICA ANNI OTTANTA - OTTAVA ELIMINATORIA


Gli anni Ottanta erano lì a un passo, quando la minorenne Anna Oxa e la poco più che ventenne Donatella Rettore si fecero notare – in tutti i sensi – nel pigro panorama musicale italiano. Nel 1978 una giovane cantante di origini albanesi cresciuta a Bari catturò l'attenzione di pubblico e critica con Un'emozione da poco: capelli neri, come i guanti da pilota di pelle, look post punk studiato (pare) da Ivan Cattaneo apposta per lei, Anna Oxa dimostrava molto più dei suoi diciassette anni, dal punto di vista della maturità artistica. L'anno successivo, Rettore (niente nome di battesimo: “Non capisco perché tutti quanti continuino insistentemente a chiamarmi Donatella. O-oh bella...”) uscì dal limbo a cui l'avevano consegnata due Sanremo anonimi e altrettanti album con Splendido Splendente, ovvero un inno alla chirurgia plastica quindici anni prima delle tette di Pamela Anderson e trenta prima delle labbra di Valeria Marini.

Cominciò così, per nulla in punta di piedi, la parabola verso il successo di due artiste dalla personalità di ferro e dal look sempre oltre la convenzione. Anna Oxa ne ha cambiati a dozzine: capelli neri e corti o biondi, lunghi e lisci, chiome leonine permanentate o extension fino a metà schiena. E abiti da gran sera mescolati al sexy più provocante: a Sanremo 1986, l'intreccio dell'abito nero che lasciava scoperti la pancia e mezza scollatura attirò lo sguardo e la penna del compassato critico televisivo di Repubblica Beniamino Placido. Del resto era la stessa edizione di Loredana Berté con il pancione finto da futura mamma. Ma Anna Oxa era, ed è, soprattutto voce. In quel Sanremo '86 la sua È tutto un attimo saliva in un crescendo a ottave non esattamente alla portata di tutte. Per lei, del resto, hanno scritto Ivano Fossati (era sua Un'emozione da poco), Roberto Vecchioni, Mario Lavezzi. Ma anche Umberto Smaila, quello robustello dei Gatti di Vicolo Miracoli o, se preferite, l'inventore di Colpo Grosso e del topless soft delle ragazze Cin Cin. Ha vinto due Sanremo, uno ancora negli anni Ottanta (1989) con il duetto tutto voci con Fausto Leali in Ti lascerò.
I look provocanti di Anna Oxa (vero cognome Hoxha, il padre è un profugo albanese) si abbinano bene con le parole scandalose di Donatella Rettore da Conegliano Veneto: archiviato il successo di Splendido Splendente, nel 1980 arriva il Kobra. Con la K, ma soprattutto con una sequela di allusioni e doppi sensi da far rabbrividire le orecchie dei più puritani. Il kobra, che non è un serpente ma un pensiero frequente, fece scintille in classifica, anche se venne sconfitto al Festivalbar dalla rivedibile Olympic Games di Miguel Bosé. E si fece canticchiare da tutti, da noi bambini che non capivamo le allusioni e dagli adulti che invece sì. Nel 1982 arrivò Lamette, che continuò a farsi canticchiare dai bambini perché il motivo era di quelli che non se ne vanno dalla testa, anche se parlava di suicidio, come l'intero concept album Kamikaze rock 'n roll suicide da cui è tratta. Il look, nel frattempo, era sempre all'avanguardia e fatto apposta per farsi notare, dal capello biondo dalle acconciature variabili ai colori fluo e brillanti del trucco e degli abiti. Si definisce una ragazzaccia (in un'intervista recente ha raccontato del giorno in cui, a un Berlusconi ancora solo imprenditore, chiese: “Le piace il cobra?”). Ma da trent'anni condivide vita e successi con lo stesso partner, il musicista Claudio Rego. Una chicca? Il suo film del 1982 Cicciabomba, in cui interpretava un'adolescente grassottella dalla vita difficile, che vince un viaggio a New York, perde chili e torna in Italia assetata di vendetta contro chi la trattava male, è stato distribuito negli Usa nel 2009 con il titolo Fatty girl goes to New York.

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