Che
Fazio abbia dato retta all'accorato appello del capitolo sulla musica
– e quindi anche sul Festival sanremese – contenuto nel nostro
“Correva
l'anno della Girella”?
Fatto sta che la sua edizione appena conclusasi, la n° 63 della
kermesse, è stata ampiamente premiata dagli ascolti e dagli elogi
della critica e ha ridato finalmente un po' di brio ad una
manifestazione che sapeva troppo di naftalina.
Ora,
dato che esprimere un giudizio canoro equivarrebbe a impelagarsi in
una grana mica da ridere – e poi ci pensa già Luzzatto Fegiz a
fare le pulci a testi e a melodie – la vostra Betta
ha pensato ad un'analisi molto più divertente: mettere a confronto i
Festival targati anni Ottanta con quello finito sabato scorso da un
punto di vista meramente stilistico.
Partiamo
con gli ometti.
Il
vincitore, il bel Marco
Mengoni,
ha sicuramente fatto la sua porca figura, impeccabile nel suo abito
con giacca a doppiopetto a due bottoni – ink blue della prima
serata e viola nell'ultima – con camicia, cravatta e scarpe ton sur
ton.
A me ha ricordato l'eleganza di Riccardo
Fogli
che, capello fluente e nemmeno una virgola fuori posto, nell'edizione
1982 vinceva con “Storie di tutti i giorni”.
Provocatori
e irresistibili come sempre (ma sono di parte, va detto) gli Elio
e le Storie Tese
sia nella versione chierichetti che in quella macrocefali ma
soprattutto nel formato XXL, con tanto di pance e mento gonfio in
silicone (al loro confronto, impallidisce la performance di Francesco
Salvi
che nel 1989 conquistava addirittura la settima posizione con la
demenziale “Esatto”, grazie alla quale non si può più dire che
sul palco dell’Ariston non abbiano cantato cani e porci. E anche un
cavallo e un gallo, ovvero i quattro figuranti mascherati che
accompagnavano il comico).
A
proposito di monociglione (ma guardate un po' che collegamento vi
sviluppo... quasi mi faccio i complimenti da sola!), come non citare
il Toto
Cutugno
dell’edizione sanremese del trentennio, quella targata 1980,
edizione che vinse col brano “Solo noi”: lo confesso, ancora
popola i miei incubi peggiori, in nottate post abbuffata di bagna
cauda, la sua effigie in bella mostra sulla copertina del suo 45 giri
con giacca a pelle, petto villoso in bella mostra e ovviamente
monociglio d'ordinanza.
Ma
passiamo alle donne.
E
come non partire da lei, Maria
Nazionale,
che con le sue forme morbide e il décolleté esplosivo (che tra
l'altro non ha fatto niente per nascondere) ha sicuramente distratto
molti degli ometti in sala e a casa, che si sono persi il suo
impeccabile trucco smokey marrone.
Ecco,
a proposito di trucco: che dire dell'abuso di ombretto fatto ai danni
della povera Loretta
Goggi
(praticamente le ultime sfumature di color fango le arrivavano quasi
alla fronte) che nel 1981 si piazzava seconda con “Maledetta
primavera”?
Inosservata
non è passata di certo nemmeno l' “amica” di Maria De Filippi,
Annalisa,
che ha osato (ma se lo poteva permettere, per carità!) shorts molto
short in pizzo con camicetta morbida e trasparente, il tutto in
colori pastello.
Ben
lontana, va detto, dall'eleganza sui generis di Donatella
Milani
che nel 1983 ha avuto il coraggio di presentarsi in una inguardabile
tuta azzurognola con tanto di sciarpina gialla (look che comunque non
ha pregiudicato alla sua “Volevo dirti” il secondo posto).
Da
denuncia non solo il truccatore della Goggi e lo stylist della Milani
ma anche il parrucchiere di Malika
Ayane
che deve averle fatto la tinta platino (ma con le sopracciglia
scure... Signore pietà!) in condizioni di incontrovertibile stato di
ebbrezza (oppure bendato)... solo la criniera ribelle con tanto di
frangia ostentata da Fiordaliso
nel 1984 (anno in cui si è piazzata quindi con la sua “Non voglio
mica la luna”) è riuscita a sfiorare tali vette!
E
chiudiamo con gli ospiti.
Se
gli occhi delle donne questo giro sono stati tutti (o quasi) per
il bel tenebroso giudice vicentino di “Masterchef” nonché re
dello scalogno chef Carlo
Cracco,
che ha sceso le scale dell'Ariston in
uno smoking nero classico corredato da papillon e scarpa lucida, nel
1985 Sanremo si mobilitò per i Duran
Duran:
Simon Le Bon salì stoicamente (!) sul palco nonostante si fosse poco
prima fratturato un piede, fra scene di delirio (non per il piede
fratturato, ma per l’avvenenza del bon Simon) da parte del pubblico
femminile presente in sala e delle esponenti del gentil sesso giunte
apposta in riviera e stazionanti fuori dall’hotel del gruppo.
Non
c'è niente da fare: il tanto bistrattato Festival di Sanremo resta
comunque negli anni un appuntamento imperdibile, irrinunciabile
checché se ne dica come le lenticchie con il cotechino nel menù di
capodanno o la
fagiolata benefica a carnevale.
Ma
voi, ditemelo qui in un orecchio che tanto non ci sente nessuno:
quali edizioni avete preferito? Quelle recenti oppure quelle dei
meravigliosi anni Ottanta?
Finalmente!!!! Qui si sente la mancanza dei tuoi inconfondibili post...avevamo anche fondato un "!grupopo d'ascolto" grazie ai tuoi sondaggioni del martedì! Grande Betta aka Cassonetto's queen! Grazia & C.
RispondiEliminaBenedetta la nostra Betta BRAVA come ti ghe ne son poche e po' che fantasia gheto avu a far sto post !!ci mancavi mi infatti non so parche' non go più nota niente de belo e divertente anca par noi avanti con gli anni ma a vardar ben le edission degli anni 80 erano piu' sentir anche dai cantanti piasse vissue e le canzoni son rimaste par tanto tempo nei nostri cuori!! Me raccomando adesso non lassace ancora i to' commenti sono i migliori!! A risentirse e.....grazie d'aver dato un sorriso a mi e a quelle non più cossitta giovani!Grande Brava la Betta ciao Matusa 55
RispondiEliminaCiao Matusa! Che sorpresa trovarti anche qui!
EliminaNon c'è che dire: i/le "seguaci" de I racconti del Cassonetto hanno una marcia in più!
su blogger vi seguo da poco e mi rendo conto che i vostri post sono sempre interessanti . Io non ricordo bene le edizioni del festival degli anni ottanta , ero piccoletta e perlopiù ricordo le canzoni dall'ascolto in musicasetta (che comperava mia madre) certo posso solo dire che per quanto riguarda lo stile vedere adesso i video degli anni ottanta fa una certa impressione , però alcuni look moderni lasciano ugualmente un sacco di cose da dire .
RispondiEliminaE allora non potevo mancare nemmeno io! Non ti ho mai seguita su OTTANTOLOGY ma dopo la pubblicità che hai fatto di questo post sui Racconti del cassonetto mi hai fatto venire la curiosità...anche io, ma per questioni anagrafiche, sono una amante degli anni ottanta. Sono d'accordo con la tua analisi stilistica... Mengoni e Cracco fanno davvero una figura eccellente e tu con carta e penna o meglio con tastiera e pc sei imbattibile! Benedetta da Locri, fedelissima del Cassonetto e da oggi anche di 80logy
RispondiEliminaElio é un tipo molto sveglio!
RispondiEliminaDa orfano degli anni '80 non posso che rimpiangere l'edizione in cui Vasco si presento' fatto e/o ubriaco sul palco. Il tuo virtuosismo stilistico/cronologico, comunque e' davvero eccellente.
RispondiEliminaTeto from India
Una petizione per un post quotidiano dell'immarcescibile Betta e' chiedere troppo? Paolo
RispondiElimina...una petizione per trovare un aggettivo migliore di "immarcescibile"? (sto scherzando, nè!)
EliminaPer restare in tema di elezioni: Betta for President! Gio'
RispondiEliminaOddio la Milani in che stato... me l'ero rimossa. Nomostante certi look, w gli anni 80 a vita. grande betta, sei la nostra memoria storica! Paola
RispondiEliminaE toto? Nun se pò guarda'! Fra'
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