Questa
settimana è di nuovo il turno degli italiani, nel caso specifico di
due completamente diversi nello stile – raffinato ed elegante
l'uno, un po' tamarro e sopra le righe l'altro – accomunati
solo dal fatto di essersi scelti nomi d'arte che farebbero tutto
subito pensare a cantanti stranieri.
Gazebo
CONTRO Den Harrow.
Il
primo, al secolo Paul Mazzolini, nasce in Libano, a Beirut, il
18 febbraio 1960, da un diplomatico friulano e una cantante di Los
Angeles.
Inizia
a suonare la chitarra all'età di 10 anni, pare per far colpo su una
bella figliola tedesca, sua compagna di classe.
Senz'altro "Gazebo" suona meglio di Paul Mazzolini... come dargli torto |
Grazie
all'incontro con i produttori Paul Micioni e Pierluigi Giombini nel
1982 esce “Masterpiece”,
una hit passata fino allo sfinimento in radio all'epoca. L'anno
seguente Gazebo riesce a bissare il successo con “I like
Chopin”, canzone scritta mentre – per sua stessa ammissione,
durante una recente intervista – era uno studente di Lettere tutto
intrippato di letteratura romantica anglosassone e francese. Paul
rimase folgorato dalla storia d'amore complessa e piena di colpi di
scena tra il geniale musicista, piccoletto e malaticcio, e
l'anticonformista scrittrice francese, grande, grossa e dal nome da
uomo, George Sand.
E
così: TAAC, gli si è accesa la lampadina.
Grazie
a quella illuminazione, il brano, dal video (girato in Inghilterra)
volutamente ambiguo (l'amore è tra lui e lei o tra le due lei?),
resta in vetta alle classifiche europee per settimane e settimane.
L'elegante e charmant Paul |
A
metà anni Ottanta decide di cambiare cambia team di lavoro ed inizia
anche una carriera come arrangiatore e produttore discografico. Con
il nuovo millennio Gazebo – che con gli anni non ha perso la sua
classe e il suo inconfondibile stile melodico – ritorna sulla scena
internazionale e tra i vari lavori prodotti di recente troviamo la
raccolta di tutti i suoi successi, “Portrait & Viewpoint”
(nel 2000), il singolo “Tears for Galileo” lanciato nell'autunno
2006 e giunto al primo posto nella Euro dance chart, l'album “The
Syndrone” (anno 2008), nato dalla collaborazione con personaggi del
calibro di Jerry Marotta e John Giblin, il bassista dei Simple Mind e
Phil Collins, mentre risale all'anno scorso la sua ultima fatica,
“Queen of Burlesque”.
Gazebo oggi |
Stefano
Zandri invece nasce il 4 giugno 1962 a Bresso (in provincia di
Milano).
Bello era bello... niente da dire! |
Nel
1983, incontra Enrico Ruggeri e Roberto Turatti (batterista dei
Decibel) e con loro collabora alla produzione del suo primo disco,
“To Meet Me”, che scala le classifiche inglesi, raggiungendo
rapidamente il secondo posto. Da allora, per tutti gli anni Ottanta,
non sbaglia un colpo. L'anno seguente è la volta del 45 giri “Mad
Desire”, grazie al quale si aggiudica tre dischi d'oro e un milione
di copie vendute, nel 1985 sforna il suo primo album, “Overpower”,
da cui è tratto il singolo “Future Brain”, mentre sono datati
1986 altri successoni (per quanto... dipende dai punti di vista,
ovvio): “Catch The Fox”, “Charleston” e “Bad
Boy” che lo consacrano come uno fra i più rappresentativi
esponenti della nostra musica dance.
... sul look forse, potremmo avere qualche rimostranza! |
Ma
non è mica finita qui. Nel 1987 esce il suo nuovo album, “Day by
Day”, dal quale vengono estratti due singoli: “Born to love” e
“Don't Break My Heart”, con i quali si guadagna un disco d'oro in
Francia ed uno di platino in Canada ed entra nelle Top Five in
Italia, Grecia e Germania. Qui e in Inghilterra rimane in classifica
per un intero anno, riuscendo, nel 1988, addirittura a superare
Michael Jackson in classifica, cosa che gli frutta un Grammy e un
nuovo disco d'oro.
Dopo
aver trascorso diverso tempo in terra crucca, impegnato nella
produzione di nuovi album, a metà anni Novanta ritorna in madre
patria e tra il 1996 e il 1997 è impegnato nel tour “European
Strip Tour E La Musica Si Spoglia”, in Italia ed in Europa.
Il
resto è storia recente. Parlo ovviamente delle sue imperdibili
performance televisive: nel 2006 partecipa al reality show “L'isola
dei famosi” ma il pentito “ladro di cestini” si ritira dopo
poco più di un mese, temendo di venire cornificato nel mentre
dall'allora compagna Federica Bertoni.
Den in una delle scene più trash della televisione mondiale di tutti i tempi |
Repetita
non iuvant. Nel 2012 ritorna come concorrente alla nona edizione del
reality ma è di nuovo costretto al ritiro, questo giro per problemi
di salute.
Come
si suol dire però non è tutto oro quello che luccica. Recentemente
infatti si è avuta conferma dal diretto interessato (che ha fatto
coming out dalle pagine di “Vanity Fair”) di ciò che, sotto
sotto, avevamo sempre sospettato e cioè che l'aitante Stefano ci
mettesse solo la faccia e il fisico ma a cantare le canzoni che lui
eseguiva rigorosamente in playback erano altri, nel caso specifico
Silvio Pozzoli, Chuck Rolando e Tom Hooker (d'altronde, già il buon
Dio l'ha fatto figo... mica poteva essere pure intonato!).
Ora
vivremo tutti più sereni!
E
dopo la presentazione di rito, come sempre... A VOI L'ARDUA
SENTENZA!
Bella questa sfida... mhm, non saprei erano tutti e due fighi in maniera diversa però.
RispondiEliminaBetta, ci fai sempre dei quesiti complicati! Simo
Fossero semplici, non ci sarebbe gusto!
EliminaUssigniurrrrrrrrrr!!!! quest'immagine dell'isola speravo di non rivederla mai piu',mi ha ucciso un pezzo di ricordi anni 80,diamogli buona la storia della voce non sua perchè era comunque figo (sapevo solo di Tom hooker)ma dopo le sue lacrime io non ce la fò,non ce la fò proprio.... :(((
RispondiEliminaMeglio raffinato che tamarro!
RispondiEliminaDici bene tu ma non tutti i gusti sono al limone (o alla menta? Com'è che si dice?)...
EliminaSenza dubbio gazebo
RispondiElimina