È una lunga e grande estate di concerti ottantologisti, in Italia (e vi avevamo avvertito in anticipo). Poteva Raffaele, il nostro professore in musica della decade (e non solo), tenersi lontano da quelle arene? Certo che no e, come era accaduto per Sade, George Michael e i Simple Minds, ci ha inviato una recensione di una delle date italiane dei Duran Duran, ovvero un distillato di anni Ottanta, che rivedremo venerdì al concertone che aprirà le Olimpiadi di Londra. Ma questa volta c'è di più: con lui, allo stesso concerto, c'era l'ottantologista Elizabeth, da anni fedele fan di Simon Le Bon e soci. E così stavolta, alla recensione tecnica (ma non solo) del prof, si aggiunge quella della vicepreside, fatta con il cuore. Enjoy!
Simon & John a Lucca (foto La Gazzetta di Lucca) |
"Mamma, posso andare??? Ti prego, mamma posso andare???"
È il refrain che accompagna generazioni di teenagers dai tempi dei Beatles, così era... e così sarà sempre.
Ad un concerto dei Duran Duran, Lucca, anno di grazia 2012, ti accade di assistere ad una novità: il permesso "Bi-generazionale". Eh si, quello verso i genitori che debbono accudire i nipotini e quello, che fa arrossire, verso i figli adoloscenti (abbiamo assistito ad una scena vicino ad un manifesto, con la curreriana domanda "E chi sono codesti Dùran Dùran???").
I Duran Duran, gruppo emblema di un certo edonismo anni '80, hanno trascinato gli oltre 8mila presenti a Lucca sabato 21 luglio in quello che il buon Dan Peterson avrebbe definito: "Pandemonio!!!". Un Simon Le Bon un po' imbolsito, ma con un carisma innegabile anche da noi maschietti, niente affatto scalfito dai trent'anni trascorsi dai primi successi. Giacca nera, camicia traslucida nera, pantaloni bianchi con banda laterale nera di mercuryana memoria e voce che dopo un primo avvio così così, regge alla grande.
Con l'uscita dal gruppo del chitarrista Andy Taylor, la formazione storica si presenta con il platinato Nick Rhodes, solito metronomo del centrocampo, alle tastiere ma con ampia libertà di fotografare il pubblico, Roger Taylor alla batteria ed un John Taylor (70 kg., basso compreso) a metà strada tra Keith Richards ed il bulletto di Grease, Kenickie. Un fascino il suo che, probabilmente, riaffiorerebbe intatto dopo un paio di docce.
Lo show parte con qualche problemino di ritorno nella peraltro bella "Before the Rain", tratta dal recente album "All You Need Is Now" e poi via con i successi storici "Planet Earth", "A View To A Kill", "The Reflex", "Come Undone", alternati alle nuove "Girl Panic" e "Mediterranea". Bella la dedica della splendida "Ordinary World" alle terre emiliane martoriate dal terremoto. Si chiude con i bis: l'immensa "Save A Prayer, "Girls On Film" e "Rio".
Sciama la folla e l'adrenalina che ha imperversato nelle vene del pubblico, soprattutto femminile, ma non solo... e soprattutto quarantenni, ma non solo... rientra nei valori normali e lascia una dolce sensazione, quella di aver assistito da vicino al sogno di tante notti insonni. LONG LIVE THE 80's!
Raffaele
Ad un concerto dei Duran Duran, Lucca, anno di grazia 2012, ti accade di assistere ad una novità: il permesso "Bi-generazionale". Eh si, quello verso i genitori che debbono accudire i nipotini e quello, che fa arrossire, verso i figli adoloscenti (abbiamo assistito ad una scena vicino ad un manifesto, con la curreriana domanda "E chi sono codesti Dùran Dùran???").
I Duran Duran, gruppo emblema di un certo edonismo anni '80, hanno trascinato gli oltre 8mila presenti a Lucca sabato 21 luglio in quello che il buon Dan Peterson avrebbe definito: "Pandemonio!!!". Un Simon Le Bon un po' imbolsito, ma con un carisma innegabile anche da noi maschietti, niente affatto scalfito dai trent'anni trascorsi dai primi successi. Giacca nera, camicia traslucida nera, pantaloni bianchi con banda laterale nera di mercuryana memoria e voce che dopo un primo avvio così così, regge alla grande.
Con l'uscita dal gruppo del chitarrista Andy Taylor, la formazione storica si presenta con il platinato Nick Rhodes, solito metronomo del centrocampo, alle tastiere ma con ampia libertà di fotografare il pubblico, Roger Taylor alla batteria ed un John Taylor (70 kg., basso compreso) a metà strada tra Keith Richards ed il bulletto di Grease, Kenickie. Un fascino il suo che, probabilmente, riaffiorerebbe intatto dopo un paio di docce.
Lo show parte con qualche problemino di ritorno nella peraltro bella "Before the Rain", tratta dal recente album "All You Need Is Now" e poi via con i successi storici "Planet Earth", "A View To A Kill", "The Reflex", "Come Undone", alternati alle nuove "Girl Panic" e "Mediterranea". Bella la dedica della splendida "Ordinary World" alle terre emiliane martoriate dal terremoto. Si chiude con i bis: l'immensa "Save A Prayer, "Girls On Film" e "Rio".
Sciama la folla e l'adrenalina che ha imperversato nelle vene del pubblico, soprattutto femminile, ma non solo... e soprattutto quarantenni, ma non solo... rientra nei valori normali e lascia una dolce sensazione, quella di aver assistito da vicino al sogno di tante notti insonni. LONG LIVE THE 80's!
Raffaele
Cominciai a seguirli da subito, da Planet Earth a Girls on Film, arrivando alla mitica Save a Prayer, passando da Rio! Poi con altri brani di successo come Come undone e Ordinary world e, ancora, Sunrise, arrivando infine ai nuovi brani che, almeno a me, non riescono a dare le stesse splendide sensazioni.
Ricordare quante volte si è discusso per decidere chi fosse meglio fra Simon e Tony. Sabato sera - dopo oltre trent’anni - li ho finalmente visti dal vivo… un’emozione indescrivibile e la conferma dell’ottima scelta.
Un’attesa durata mesi (o meglio anni se proprio devo dirla tutta!!!).
Un’atmosfera da brividi, eccetto 5 minuti di coretti, diretti da Simon stile ripetete con me, di cui se ne poteva fare anche a meno…
Sentire i propri beniamini ancora oggi ben difendersi nonostante il tempo, riuscire a ricordare i testi, cantare con loro, sentire la propria canzone preferita insieme a una persona speciale, respirare insieme a tutti gli altri la voglia di divertirsi, di cantare e rivivere una parte importante della propria vita...
Che dire… un’esperienza indimenticabile
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Brava, confermo tutto! veramente bello e ho scoperto anche una cover rock rifatta bene di Notorius...ve la passo!!!
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=2AJeezGL1Zo