19 maggio 2011

LOST IN TRANSLATION



No, il film non c'entra, e non solo perché è uscito nelle sale ben oltre gli anni Ottanta. Ma il titolo sì: l'idea mi è venuta per colpa di Glee, splendido telefilm che sembra un po' (possiamo dirlo, puristi?) il nipote del “nostro” Saranno Famosi. Uno dei personaggi del liceo canterino & ballerino si chiama Puckerman, per tutti Puck. Che andrebbe pronunciato pac, visto che il cognome lo pronunciano – giustamente – pacherman anche nel doppiaggio italiano. E invece, misteriosamente, il soprannome diventa puc con la u.
Fosse la prima volta. E qui risaliamo ai tempi della nostra tv. Tutto cominciò da Happy Days. Dove Richie Cunningham veniva pronunciato rici in lingua originale. E non richi come nella nostra traduzione, che ci ha portato spessissimo anche a translitterare il nome in Ricky. Sbagliando. Lo stesso accadde a Chachi, che era ciaci negli Usa ed è diventato ciachi da noi. Della famiglia Robinson che in realtà era Huxtable abbiamo già parlato qui. E in quel caso, almeno, c'era la giustificazione di sostituire un cognome ostico per il mercato nostrano.
A proposito di mercato, il logo della Glade in Italia recava la scritta Gled, come la pronuncia, e come lo pronunciava la Luisa che comincia presto, finisce presto e di solito non pulisce il water. Ora la scritta è originale, ma gli speaker degli spot continuano a parlare della glèd e non della glèid. Senza contare che se in una drogheria britannica, il dentifricio Colgate lo chiamiamo colgàte e non colghèit, sai che risate...
E poi bisognerebbe aprire il file dei cartoni giapponesi. Quelli sportivi, per esempio. Chi diavolo è Holly Hutton, vi chiederebbe un giapponese, se gli parlate di quel giovane calciatore che giocava nei campi che non finivano mai. Per lui quello è Tsubasa Ozora, protagonista del manga Captain Tsubasa, che giocava nella Nankatsu (e non nella New Team), squadra che rivaleggiava con la Meiwa di Kojiro Hyuga (e non con la Mambo di Mark Lenders). E Benji il portiere? Si chiamava Kenzo Wakabayashi.
(Che poi i giapponesi ammiratori del calcio italiano hanno chiamato le loro squadre professionistiche Hiratsuka Bellmare, Hiroshima Sanfrecce e Gamba Osaka, non lesinando assonanze affascinanti alle loro orecchie e assurde per le nostre. La più terribile di tutte però è la Kawasaki Frontale, due parole che messe assieme, nel nostro italico idioma...)
Non si salva la pallavolo. Mimì Ayuhara sarebbe Kozue Ayuhara in lingua originale. Ma all'epoca c'era l'ansia da traduzione. Nel 1982 ne fu vittima anche Doraemon, il gatto robot che Fabrizio Frizzi lanciava a metà del pomeriggio di Rai Due, all'interno della trasmissione per ragazzi Tandem. Lui fu l'unico a conservare il suo nome. Il suo padrone era Guglia, il suo rivale Giangi che era amico di Zippo e la ragazza del gruppo era Susi. Immaginate lo sconcerto per noi ottantologisti quando Doraemon è ricomparso, qualche anno fa, nelle sequenze di cartoons delle reti Mediaset. Guglia era diventato (o meglio era tornato a essere) Nobita, Susi era Shizuka, Zippo era Suneo. Almeno Giangi aveva conservato un'assonanza: nel manga è Takeshi detto Gian, contrazione di “giant”, ovvero gigante.
Sono cambiati anche i doppiatori. E la voce del gattone con la tasca più profonda di quella di Eta Beta (da cui estraeva i mitici ciusky) non è più quella di Liù Bosisio. Ovvero l'attrice che per prima ha interpretato il ruolo di Pina, la moglie del ragionier Ugo Fantozzi.

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