Gli anni Ottanta erano lì a un passo,
quando la minorenne Anna Oxa e la poco più che ventenne Donatella
Rettore si fecero notare – in tutti i sensi – nel pigro panorama
musicale italiano. Nel 1978 una giovane cantante di origini albanesi
cresciuta a Bari catturò l'attenzione di pubblico e critica con
Un'emozione da poco: capelli neri, come i guanti da pilota di pelle,
look post punk studiato (pare) da Ivan Cattaneo apposta per lei, Anna
Oxa dimostrava molto più dei suoi diciassette anni, dal punto di
vista della maturità artistica. L'anno successivo, Rettore (niente
nome di battesimo: “Non capisco perché tutti quanti continuino
insistentemente a chiamarmi Donatella. O-oh bella...”) uscì dal
limbo a cui l'avevano consegnata due Sanremo anonimi e altrettanti
album con Splendido Splendente, ovvero un inno alla chirurgia
plastica quindici anni prima delle tette di Pamela Anderson e trenta
prima delle labbra di Valeria Marini.
Cominciò così, per nulla in punta di
piedi, la parabola verso il successo di due artiste dalla personalità
di ferro e dal look sempre oltre la convenzione. Anna Oxa ne ha
cambiati a dozzine: capelli neri e corti o biondi, lunghi e lisci,
chiome leonine permanentate o extension fino a metà schiena. E abiti
da gran sera mescolati al sexy più provocante: a Sanremo 1986,
l'intreccio dell'abito nero che lasciava scoperti la pancia e mezza
scollatura attirò lo sguardo e la penna del compassato critico
televisivo di Repubblica Beniamino Placido. Del resto era la stessa
edizione di Loredana Berté con il pancione finto da futura mamma. Ma
Anna Oxa era, ed è, soprattutto voce. In quel Sanremo '86 la sua È
tutto un attimo saliva in un crescendo a ottave non esattamente alla
portata di tutte. Per lei, del resto, hanno scritto Ivano Fossati
(era sua Un'emozione da poco), Roberto Vecchioni, Mario Lavezzi. Ma
anche Umberto Smaila, quello robustello dei Gatti di Vicolo Miracoli
o, se preferite, l'inventore di Colpo Grosso e del topless soft delle
ragazze Cin Cin. Ha vinto due Sanremo, uno ancora negli anni Ottanta
(1989) con il duetto tutto voci con Fausto Leali in Ti lascerò.
I look provocanti di Anna Oxa (vero
cognome Hoxha, il padre è un profugo albanese) si abbinano bene con
le parole scandalose di Donatella Rettore da Conegliano Veneto:
archiviato il successo di Splendido Splendente, nel 1980 arriva il
Kobra. Con la K, ma soprattutto con una sequela di allusioni e doppi
sensi da far rabbrividire le orecchie dei più puritani. Il kobra,
che non è un serpente ma un pensiero frequente, fece scintille in
classifica, anche se venne sconfitto al Festivalbar dalla rivedibile
Olympic Games di Miguel Bosé. E si fece canticchiare da tutti, da
noi bambini che non capivamo le allusioni e dagli adulti che invece
sì. Nel 1982 arrivò Lamette, che continuò a farsi canticchiare dai
bambini perché il motivo era di quelli che non se ne vanno dalla
testa, anche se parlava di suicidio, come l'intero concept album
Kamikaze rock 'n roll suicide da cui è tratta. Il look, nel
frattempo, era sempre all'avanguardia e fatto apposta per farsi
notare, dal capello biondo dalle acconciature variabili ai colori
fluo e brillanti del trucco e degli abiti. Si definisce una
ragazzaccia (in un'intervista recente ha raccontato del giorno in
cui, a un Berlusconi ancora solo imprenditore, chiese: “Le piace il
cobra?”). Ma da trent'anni condivide vita e successi con lo stesso
partner, il musicista Claudio Rego. Una chicca? Il suo film del 1982
Cicciabomba, in cui interpretava un'adolescente grassottella dalla
vita difficile, che vince un viaggio a New York, perde chili e torna
in Italia assetata di vendetta contro chi la trattava male, è stato
distribuito negli Usa nel 2009 con il titolo Fatty girl goes to New
York.
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