Era andata benone in Usa e in Gran Bretagna. Anche per questo Canale 5 credeva molto nella nuova serie di Dallas, sequel dell'incredibile successo del 1981 che, insieme al passaggio di colossi come Mike Bongiorno e Corrado transfughi dalla Rai, segnò l'inizio dell'epopea della tv commerciale.
E invece? Invece niente: con share intorno al 5%, inaccettabile per la prima serata della rete ammiraglia Mediaset, e una quota di spettatori che valicava di poco gli 1,7 milioni, la serie, con un J.R. e un Bobby Ewing più vecchi pronti a lasciar spazio alle nuove generazioni di petrolieri, è stata cancellata dopo appena due serate. O meglio, è stata trasferita di peso in una rete collaterale: da martedì 30 ottobre, l'appuntamento, sempre al ritmo di due puntate per sera, sarà sempre alle 21,10 circa, ma su La5, il canale "al femminile" del digitale terrestre targato biscione. E, per chi si è perso le prime due, domani (domenica 28 ottobre) alle 14,10 andranno in onda le repliche delle prime quattro puntate.
Le ragioni del flop? C'è chi ironizza: con Gabriel Garko al posto di Larry Hagman sarebbe andata meglio. C'è chi, come il solitamente ottimo Massimo Gramellini, la butta in politica, tracciando una similitudine tra il mondo senza scrupoli dei petrolieri texani e l'epopea di successo dell'era berlusconiana, vedendo il declino di entrambi i modelli. Intanto però anche un telefilm insospettabile come Once upon a time (grande successo via satellite). non ha funzionato su Rai 2 e da giovedì proseguirà su Rai 4. E qui, senza dubbio, la politica non c'entra.
Di certo, sarebbe bello tentare un esperimento: se martedì sera su Canale 5 ritrasmettessero il vecchio Dallas, quello del 1981, supererebbe lo share della serie nuova? Parere personale: sì.
Povero J.R., o meglio, Larry Hagman, DEMOCRATICO dichiarato e diventato J.R. per contestarne la figura... ridotto invece ad incarnare quel modo di essere... R.I.P. Larry!
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