Erano
sexy, lo sapevano (o, al massimo, fingevano di non saperlo) e se ne
vantavano. Loro sì che solleticavano i nostri giovani ormoni,
seguendo la perfetta falsariga di uno strumento tipico del fumetto
giapponese, il fan service (la scena pruriginosa messa apposta per
fare un servizio ai fans, appunto).
Cominciamo da Fujiko, da noi nota
anche come Margot, la gnocchissima anima gemella di Lupin. Lei sapeva
come cavarsela in qualsiasi circostanza: padroneggiava le arti
marziali ma se la cavava benone anche maneggiando una pistola (absit
iniuria verbis) e se tutto questo non era abbastanza, sfoggiava le
sue doti femminili. Era bella da paura, in effetti, con un'onda di
lunghi capelli castani e un fisico da urlo, sul lato a e su quello b.
Memorabile è la scena (appartenente alle molte censurate in Italia)
in cui fa il bagno, carezzando la sua pelle con un enorme diamante
anziché con il sapone.
Anche
Lamù lasciava ben poco all'immaginazione: capelli lunghi verdi o
azzurri, due buffi cornetti ai lati della testa, la ragazza dello
spazio girava allegramente vestita (a stento) da un bikini tigrato.
Nella trama, a un certo punto, ci
rimette pure il reggiseno,
durante un tentativo di Ataru, il suo amore terrestre, di strapparle
i cornetti, gesto necessario per salvare il pianeta dagli alieni.
Cornetti che, in realtà dovrebbero finire sulla testa di Shinobu, la
fidanzata ufficiale di Ataru...
E
che dire di Georgie? Nel cartone, alla prima puntata, è solo una
bambina. Ma poi cresce. Ah, se cresce... Il suo cuore è conteso dai
due fratelli adottivi Abel e Arthur, ma lei li crede fratelli naturali e mentre
loro si struggono (e a ogni bacino sulla guancia della sorellina,
sono a un passo dall'esplosione), lei fa in tempo a innamorarsi
perdutamente del biondissimo Lowell. Cammin facendo, Georgie li bacia
a vario titolo tutti e tre, ne vede un paio nudi (e quando pensa a
Lowell nudo mostra la linguetta) e si fa scaldare, nuda a sua volta,
da uno di loro. Ok, qui si è banalizzato un po', perché la trama da
romanzo dell'Ottocento era comunque rimarchevole. E comunque, diceva
la sigla che Georgie “corre felice sui prati”. Lo sappiamo noi,
quello che faceva sui prati...
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