04 giugno 2011

GLI ANNI OTTANTA DI BEPPE GRILLO

Beppe Grillo ora è un tribuno politico. Ma non è sempre stato così, anche se per anni, anni Ottanta compresi, i politici li ha messi nel mirino eccome. Ecco che cosa ha combinato nel decennio che lo ha reso famoso.
Grillo iniziò gli anni Ottanta con la fama di chi, da appena due anni, è diventato una presenza costante della tv italiana. Scoperto da Pippo Baudo, esordì nel 1977 come cabarettista-monologhista nello show Secondo Voi. Nel 1978 era tra i presentatori di Sanremo, nel 1979 nel cast di Fantastico, il programma invernale del sabato sera abbinato alla lotteria Italia.
Nel 1981 sbancò l'audience con Te la do io l'America, cronaca comica del viaggio di Grillo negli Usa a caccia di curiosità e stranezze. Il programma vandòin onda sulla Rete Uno e superò i 16 milioni di ascolti. La regia era di Enzo Trapani, il re dei varietà Rai dell'epoca.
Nel 1982 debuttò al cinema con Cercasi Gesù di Luigi Comencini. Vince il David di Donatello come miglior attore esordiente. È dello stesso anno lo show televisivo Il Grillo parlante, in onda su Tele Elefante.
Nel 1983 intervenne nello Speciale Elezioni condotto da Bruno Vespa (eh già, certe cose non cambiano...) e commentò con sarcasmo il calo di voti della Democrazia Cristiana. Racconta Antonio Ricci (Drive In, Striscia la Notizia e all'epoca braccio destro del comico genovese) che solo il presidente Sandro Pertini salvò Grillo dall'ostracismo Rai, dicendo di essersi molto divertito, mentre il direttore della Rete Uno Emmanuele Milano avrebbe voluto allontanarlo per sempre.
Sempre nel 1983 condusse la rubrica di satira politica Buone Notizie all'interno di una delle edizioni di Domenica In guidata da Pippo Baudo. I politici non apprezzarono, il pubblico sì.
Nel 1984 condusse Te lo do io il Brasile, sulla falsariga della trasmissione di successo di tre anni prima. Andava in onda il giovedì sera: accanto a Grillo, c'erano ancora Antonio Ricci e Enzo Trapani.
Nel 1985 viaggiò in Giappone con Antonio Ricci e lo scrittore Stefano Benni: l'idea era di accumulare materiale per un Te lo do io il Giappone. Ma la trasmissione non si fece mai. Entrò nello staff di Fantastico 6, condotto (ovviamente) da Pippo Baudo, con l'esordiente Lorella Cuccarini e il giovane primo ballerino americano Steve LaChance. Al cinema fu coprotagonista di Scemo di Guerra di Dino Risi, dove interpretò la parte di un ufficiale medico. Debuttarono poi i suoi spot televisivi per lo yogurt Yomo, sceneggiati da Antonio Ricci.
Nel 1986 è a Fantastico 7. In uno sketch in diretta, parlando del viaggio di Craxi in Cina, fece la celebre battuta: "Ma se in Cina sono tutti socialisti, a chi rubano?". Il pubblico impazzì, Baudo si scusò in diretta poco dopo, l'establishment Rai tagliò fuori Grillo dalla Rai. (Grillo, a conclusione del monologo, pronosticò: "Ci vediamo a Fantastico 18...")
Nel 1987 uscì al cinema Topo Galileo, scritto da Stefano Benni e con le musiche di Fabrizio De André e Mauro Pagani. Grillo è il protagonista. Al botteghino il risultato fu deludente.
Contrariamente ai suoi stessi pronostici, fu richiamato in Rai nel 1988, superospite a Sanremo (e c'erano i gruppi di ascolto per non perdersi il suo monologo). Aprì, più o meno, dicendo. "Il Festival fa schifo".
Replicò nel 1989, lamentandosi perché “non si può affidare un messaggio ecologico ad AlBano...". L'ultima serata, quella con il suo intervento, fa 20 milioni di spettatori.

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