Questo manifesto pubblicitario è contemporaneo, visto in Francia la settimana scorsa. Anche il bimbo biondo è contemporaneo: si chiama Willem, ha otto anni ed è appassionato di videogames, secondo quanto dichiara lo stesso poster. E la casa di abbigliamento Mexx, olandese, sforna vestiti per donna, uomo e bambino proprio adesso. Goldrake no, che non è contemporaneo. Ma è ancora un simbolo, evidentemente. O i creativi non lo avrebbero messo in braccio a un bimbo nel 2011. Con l'effetto che immaginate: quelli che erano piccoli negli anni Settanta e Ottanta che spalancano la bocca e, con un filo di bava, invidiano Willem, che il robot di Goldrake in plastica pressofusa ce l'ha ancora (mentre il nostro – il mio, grrrrr... – lo ha fatto sparire la mamma, lustri fa...). E quelli che sono bimbi adesso a guardare la foto perplessi: “Papino, che cos'è quel giocattolo che ha in mano quel bimbo?”
29 aprile 2011
27 aprile 2011
IL COMPLEANNO DI MOANA POZZI
Oggi Moana Pozzi avrebbe compiuto cinquant'anni. Chiedersi come sarebbe stata è inutile, come chiedersi perché è famosa. Allora ci limitiamo a ricordare qualcosa che forse non tutti ricordano. Come il fatto che esordì nel porno sotto un falso nome (si chiamava davvero Moana Pozzi, Anna Moana Rosa Pozzi, per la precisione) nel 1981 perché nel frattempo lavorava in una trasmissione per ragazzi di Rai2, Tip Tap Club. Il suo piccolo segreto venne scoperto, e mamma Rai la cacciò. Ma alla fine fu un modo come un altro per farsi pubblicità.
Nel 1988 invece fu suo uno dei primi nudi integrali della tv generalista: accadde a L'Araba Fenice, trasmissione di Italia Uno firmata a più mani (Antonio Ricci autore, Patrizio Roversi e Syusy Blady animatori, Paolo Beldì regista, una giovanissima Sabina Guzzanti nel cast, proprio lei che poi imitò Moana ad Avanzi). Il nome fu scelto perché la trasmissione risorse dalle ceneri della bocciata puntata zero di Matrjoska, che Silvio Berlusconi in persona contribuì a stoppare. Anche per il nudo di Moana, che però fu riproposto. E lei, senza veli e con l'etichetta della pocodibuono, parlava di tutti i personaggi famosi, ministri inclusi, che pocodibuono lo erano sul serio.
Nel 1986 ebbe un piccolo ruolo, nemmeno degno di comparire nei titoli di coda, in Ginger e Fred di Federico Fellini.
Morì nel 1993 all'ospedale di Lione, all'età di 32 anni. Qualcuno pensa che non sia morta, come Elvis o Jim Morrison. Siccome ne parliamo ancora, e ce la ricordiamo bene, e non ci passa più per la testa che fosse solo una pocodibuono, in un certo senso hanno ragione loro.
22 aprile 2011
BUONA PASQUA DA OTTANTOLOGY
State per partire per il weekend fuori porta e vi aspettate di passare più tempo in coda che al mare? Avete comprato una tonnellata di costine per la grigliata di Pasquetta e avete scoperto che il meteo prevede pioggia? Imparate da Cyndi Lauper ad affrontare le avversità: era rimasta bloccata, insieme a centinaia di passeggeri, all'aeroporto di Buenos Aires per colpa di uno sciopero. L'atmosfera era nervosa, al limite della rivolta. Fino a che lei non ha preso il microfono di un check-in e ha cominciato a cantare. Ed è stata festa. Quindi, in coda o sotto la pioggia (ma speriamo di no), pensate positivo e buona Pasqua da Ottantology...
21 aprile 2011
PASQUA ANNI OTTANTA A JESOLO
Riconoscete questi due inguaribili capelloni? La prima notizia è che hanno molti meno capelli. La seconda è che, se volete constatarlo dal vivo, potete farlo la sera della domenica di Pasqua. Se siete dalle parti di Jesolo, questi due (ovvero Bruce and Bongo, quelli di Geil, la canzone dedicata a Boris Becker) saranno tra gli ospiti di 80 Festival, evento organizzato dall'emittente locale Radio Company al Palazzo del Turismo. Insieme al duo di cui sopra, potrete vedere come sono diventati Den Harrow, Tony Esposito e perfino Visage, quello di Fade to Grey. Per tutte le info, cliccate qui.
20 aprile 2011
OTTANTA FACCE: ROB LOWE
E dai che ce lo avete avuto quasi tutte, il suo poster nella stanzetta. E se non avevate il poster, avevate almeno una sua foto appiccicata sul diario. E magari trovavate capolavori film che, tutto sommato, non lo erano, come St. Elmo's fire, solo perché c'era lui. Beh, buone notizie: il 47enne Rob Lowe sta da dio. Tirato a lucido ed elegante, ha ancora il suo perché nelle vesti di sex symbol. Ha solo cambiato target, dalle adolescenti alle over 30. Le fans dei telefilm lo hanno già riscoperto da qualche anno, probabilmente dalle parti della Casa Bianca. Per un curioso caso, due dei suoi ruoli di maggior successo degli ultimi tempi hanno a che fare con il palazzo più famoso di Washington. In West Wing era uno dei membri dello staff del presidente, il personaggio principale della serie, secondo gli autori, che però cammin facendo diedero sempre più spazio a Martin Sheen (il presidente, appunto) e alla first lady. E lui lasciò la serie sdegnato e deluso. In Brothers and Sisters era John McAllister, il senatore repubblicano che si sposa Kitty (alias Calista Flockhart, alias Ally McBeal) e poi rinuncia alle primarie per un infarto. E non vado oltre, che fa spoiler. Tra le cose che probabilmente non sapete, si dice che fosse lui il prescelto per la parte di Derek Shepherd, il neurochirurgo rubacuori di Grey's Anatomy. Ma rinunciò. E il primo grande amore della sua vita è stato Melissa Gilbert. Alias Laura Ingalls de La casa nella prateria. Che tradì con Nastassja Kinski (e lei, per rappresaglia, lo tradì con John Cusack). L'ultimo tira & molla tra i due finì con lui che la lasciò quando era incinta. E lei ebbe un aborto spontaneo.
Le più feticiste e audaci di voi invece saranno contente di sapere che nel 1988 un video a luci rosse, girato a sua insaputa mentre faceva sesso con una modella, finì sul mercato e venne diffuso, quasi vent'anni prima di Paris Hilton e più di dieci prima di Pamela Anderson. Siete curiose? Cercate su eMule...
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19 aprile 2011
OTTANTA FACCE: CYNDI LAUPER
Bionda è ancora bionda. Ed è anche piuttosto spettinata. Ma a noi è sempre piaciuta così. Cyndi Lauper da New York, quartiere del Queens, compirà 58 anni a giugno. I deejay di venticinque anni fa, che amavano i dualismi, compresi quelli impossibili, la chiamavano la rivale di Madonna. Ma non si somigliano per niente, le due, se non per il successo planetario che ebbero quasi all'unisono, a metà degli anni Ottanta. E probabilmente la signora Ciccone rosica un po', al pensiero che Cyndi è stata la prima artista donna della storia a piazzare quattro singoli dello stesso album (She's so unusual, del 1983) nella top 5 della classifica americana. E se siamo rimasti ai tempi di Girls just want to have fun e di Steven Spielberg che la chiama per comporre la colonna sonora dei Goonies, nel frattempo Cyndi Lauper ne ha fatta di strada. Nei suoi trent'anni di carriera ha collaborato con la crème della musica planetaria (qualche nome a caso: David Byrne dei Talking Heads, Elvis Costello, Wyclef Jean, Billy Joel, Eric Clapton, Roger Waters). E nel 2010 il suo album Memphis Blues è stato al numero uno della classifica di Billboard tra i dischi blues più venduti. Qualcosa che non sapete? La sua mamma è di origine siciliana. E, nel video di Girls just want to have fun, interpreta se stessa. Mentre il papà lo fa Lou Albano, un lottatore di wrestling. E negli Usa dovrebbe andare in onda a breve un reality sulla vita sua, del marito musicista (sposato nel 1991) e del loro figlio quattordicenne.
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18 aprile 2011
LA FAMIGLIA BRADFORD, GLI ALTRI
Otto bastano, diceva il primo titolo italiano del telefilm. Invece otto non bastano. E non solo perché già a contare papà Tom e la sua amata Abby si arriva a dieci. Il fatto è che, come ogni telefilm, anche La famiglia Bradford era piena di personaggi, collaterali ma non troppo. Quelli a cui poi, alla fine, ti affezioni lo stesso.
Merle “la perla” Stockwell. Camicia sempre a quadri, bicipiti sempre en belle vue, il braccio destro che gli dava la speranza di diventare ricco e famoso e che invece lo portò sull'orlo della depressione perché di diventare giocatore di baseball professionista non se ne parlava: ecco la storia del marito di Susan Bradford. Chissà se Brian Patrick Clarke, l'attore che lo interpretava, ha avuto la stessa crisi depressiva, quando il suo sogno di una carriera sportiva tra i professionisti è svanito. A Yale, all'università, era una delle stelle della squadra di football. Ma non usava il braccio: era il kicker, il calciatore addetto a calci piazzati e trasformazioni e ha detenuto a lungo il record della sua università per il maggior numero di field goals realizzati in una partita e in una stagione. Ma il provino con i Dallas Cowboys non andò come aveva sperato. E così ripiegò (ma non troppo) sulla carriera di attore. Oltre che a casa Bradford, lo si è visto nei dintorni di casa Forrester: in Beautiful è stato Storm, il fratello protettivo di Brooke Logan. E poi ha collezionato comparsate, per esempio, in ER, Csi Miami, Giudice Amy in cui probabilmente abbiamo faticato a riconoscerlo. Ora ha 57 anni, una moglie ex olimpionica di ginnastica artistica (Kathy Johnson, un argento a squadre e un bronzo alla trave ai giochi di Los Angeles 1984) e una passione probabilmente ormai sopita per le maratone. E dagli con lo sport...
“Doc” Greg Maxwell. Con otto figli sempre malati, e sempre pronti a contagiarsi a vicenda (immaginatevi la varicella moltiplicata per otto...), era scontato che il medico di famiglia diventasse anche amico di famiglia. Fu così per il dottor Maxwell, che più che un pediatra sembrava uno zio: salvò la vita a Tommy che aveva un'emorragia alla milza, fece da mentore e ispiratore a Mary che studiava medicina, faceva digerire con una carezza e una caramella i peggiori sciroppi a Nicholas. Forse era nell'animo di Michael Thoma farsi amare da moltitudini di ragazzi. Sì, perché il ruolo in cui tutti lo ricordano è quello del professor Greg Crandall, insegnante di recitazione nel telefilm Saranno Famosi. La sua uscita di scena fu al termine della prima stagione e culminò con una delle puntate e delle esibizioni più emozionanti di Danny, Bruno, Doris e compagni. L'amministrazione aveva deciso di tagliare un insegnante e aveva scelto lui. Un copione disegnato per assecondare il destino. Michael Thoma, gravemente malato di cancro, sarebbe morto poche settimane dopo la registrazione di quella puntata. Era il 1982 e aveva 55 anni.
Janet McArthur. Era la moglie di David, il primogenito: lei avvocato, lui carpentiere. Era una coppia di persone diverse, e con un sacco di alti e bassi. Più alti che bassi. Forse per questo, nella vita, l'attrice (ed ex cheerleader) Joan Prather si è sposata un avvocato e si è trasferita a Malibu, dopo essersi ritirata dalle scene alla fine degli anni Ottanta. Del resto, un supporto legale le è stato utile nel 2008, quando è stata arrestata, come un Nicholas qualsiasi. Accadde che a un posto di blocco, invece di fermarsi, trascinò il poliziotto rimasto incastrato con il braccio dentro il finestrino. Ignoriamo se, accelerando, abbia anche gridato “lei non sa chi sono io”. Dal 2009 invece ha aderito a una sezione californiana del Tea Party, il gruppo più conservatore dei Repubblicani americani, quello guidato da Sarah Palin. A ottobre compirà 61 anni.
Donna, la segretaria. Era il braccio destro, e a volte anche il sinistro, di papà Tom al suo lavoro al Sacramento Register. Che poi il ruolo da segretaria a Jennifer Darling lo avevano cucito addosso: lo aveva fatto anche ne L'uomo da sei milioni di dollari e in La donna bionica. Ma la sua fama è dovuta alla voce: ha doppiato, negli States ovviamente, cartoni animati a decine. Qualche esempio? Nemo, Aladdin, Garfield, i Puffi, Hello Kitty. Ora ha 64 anni.
Jeremy. Nome completo, Jeremy Andretti, nipote sbandato di Abby, accolto come nono figlio per un certo periodo dell'ultima stagione del telefilm, la quarta. Di età a mezza via tra Tommy e Nicholas, aveva la faccia da monello e i comportamenti che preoccupavano non poco papà Tom, fino a che l'amore di quel gigantesco nido non riuscì a piegare almeno un po' quello spirito ribelle. Di lezioni ne avrebbe avute molte altre, nella sua carriere. Per esempio avrebbe imparato la mossa del cigno, ma anche a mettere la cera e togliere la cera. Sì, perché era un quasi esordiente Ralph Macchio a interpretare quel ruolo da preadolescente ribelle, prima di raggiungere il successo planetario nei panni di Karate Kid. E molto prima di trasformarsi in ballerino di sala da prima serata, per la versione americana di Ballando con le stelle...
(per sapere tutto sul resto della famiglia Bradford, clicca qui)
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16 aprile 2011
LA SUPERCLASSIFICA DI OTTANTOLOGY #4
(Classifica basata sul numero di ascolti complessivi delle canzoni della mia playlist su iTunes dedicata agli anni Ottanta, impostata in rigorosa modalità random. Quindi, in fondo, è la classifica di un software. O del caso, fate voi. Legenda: tra parentesi l'anno di uscita del disco, il numero che segue è la variazione di posizione rispetto alla settimana scorsa. La sigla ne sta per nuova entrata).
(leggi qui la superclassifica della settimana scorsa)
TOP TEN DEL 16 APRILE
1 Change – Tears for Fears (1983) =
2 Send my heart – The Adventures (1984) +2
3 Never gonna give you up – Rick Astley (1987) -1
4 You keep me hangin' on – Kim Wilde (1986) +5
5 Enola gay – OMD (1980) +8
6 Tainted love – Soft Cell (1981) +6
7 C'est la ouate – Caroline Loeb (1986) +1
8 Love is love – Culture Club (1985) -5
9 Kiss – Prince (1986) -4
10 I feel love/Johnny remember me – Bronski Beat feat. Marc Almond (1984) +6
DISCHI CALDI
11 Rio – Duran Duran (1982) ne
12 Taste of your tears – King (1985) ne
13 Lucky star – Madonna (1984) ne
14 Original sin – Inxs (1983) ne
15 Who's that girl – Madonna (1987) ne
16 Just can't get enough – Depeche Mode (1981) -10
17 Each time you break my heart – Nick Kamen (1986) -10
18 Never ending story – Limahl (1984) -8
19 Things can only get better – Howard Jones (1985) -8
20 Lo estas haciendo muy bien – Semen Up (1985) ne
(leggi qui la superclassifica della settimana scorsa)
15 aprile 2011
CLAUDIO GARELLA, DETTO GARELLIK
Il Napoli che lotta per lo scudetto un po' fa tornare alla mente gli anni Ottanta. Che furono gli ultimi in cui le squadre non metropolitane, né blasonate, né ricche di famiglia riuscirono a vincere il campionato. L'ultima, a guardare gli annali, è stata la Sampdoria nel 1991. Ma a metà anni '80, quando pure in serie A c'erano Platini, Falcao, Rummenigge, Zico, due scudetti di fila andarono uno a Verona e uno a Napoli, per entrambe le squadre il primo tricolore della loro storia, per i gialloblù veneti anche l'unico.
L'anello di congiunzione tra quelle due imprese si chiama Claudio Garella. Per noi portieri dell'oratorio era un idolo, un modello, un esempio e una speranza. In oratorio, in porta ci finisce il più scarso, da sempre. Spesso il più grassoccio, spesso con gli occhiali e con i piedi quadri, spesso il più bersagliato, sia dai tiri degli avversari sia dagli improperi dei compagni, per un gol assurdo subito.
Come noi portieri dell'oratorio, Claudio Garella non ce lo aveva, il physique du role: capelli a caschetto-scodella, ottanta chili dichiarati sugli almanacchi, ma la maglia che faceva sempre un po' difetto sulla pancia e, apposta, quando possibile ondeggiava fuori dai pantaloncini. Arrivò a Verona da una carriera nomade, più da riserva che da titolare, e con i tifosi laziali che gli avevano affibbiato lo scomodo soprannome Paperella. Indovinate perché?
A Verona fu tutto diverso. Il Verona 1984-85 era un concentrato di scarti di altre squadre, messi insieme da Osvaldo Bagnoli, che arrivava dalla periferia di Milano e aveva la faccia da metalmeccanico turnista. Garella era lo scarto degli scarti: ai puristi del calcio veniva la pelle d'oca, a guardarlo tra i pali. Invece che con le mani in tuffo plastico, respingeva i tiri con i piedi, sedendosi per terra. In uscita bassa sembrava l'avanguardia di una mandria di bufali in corsa: ma la palla finiva sempre addosso a lui e mai in porta. In uscita alta sembrava intimidire gli avversari con il solo spostamento d'aria. Però parava. Da pazzi: in un Roma-Verona valse da solo il pareggio, con numeri che adesso finirebbero dritti tra i più cliccati di YouTube. Il soprannome Paperella finì in solaio, nel baule dei brutti ricordi. Diventò Garellik. Si prese lo scudetto e poi partì per Napoli, l'ambizioso Napoli di Maradona. Che in allenamento, raccontò Garella anni dopo, lo prendeva in giro segnandogli gol a raffica su punizione. Un privilegio che in partita Garellik non concedeva. E fu il secondo scudetto in tre stagioni.
E non è da tutti, specie se non si è scelta, per vincerli, la carrozza dei principi, quella garantita dalla maglia di Milan, Inter o di un'altra squadra a caso con la maglia a strisce. Di lui l'avvocato Agnelli disse: «È il più forte portiere del mondo. Ma senza mani». E Italo Allodi, dirigente di quel Napoli tricolore, aggiunse: «L'importante è parare. Non importa come».
Claudio Garella oggi ha quasi 56 anni, due scudetti in bacheca, nessuna presenza in Nazionale e un posto da allenatore del Barracuda, squadra di Seconda categoria della periferia di Torino, la sua città. In un'intervista del 2007 si lamentò di essere stato dimenticato dal grande calcio. Problemi del grande calcio: Ottantology no che non lo ha dimenticato, Garellik. E lo adora. A proposito: la foto qui a lato è un'istantanea tratta da una video intervista di pochi mesi fa, negli uffici del Barracuda. La foto lì sopra invece è del 2005, giorno della partita di addio al calcio giocato di Ciro Ferrara. La maglia ora fa un casino difetto sulla pancia. Ed è una ragione in più per volergli un sacco bene.
14 aprile 2011
LA FAMIGLIA BRADFORD, OGGI #2
Susan Bradford. Il suo colpo di testa nel telefilm fu sposarsi (con Merle “la perla” Stockwell, giocatore di baseball idolo del piccolo Nicholas ma non abbastanza vicino al grande successo nello sport). Il matrimonio e la nascita di una bimba che rese nonno Tom per la prima volta fu l'inizio di una vita difficile per lei a casa Bradford. E la realtà non si discostò di molto. Susan Richardson, la ragazza della Pennsylvania che sognava Hollywood collezionando piccole parti in American Graffiti, È nata una stella o Happy Days, si sposò nel 1978, a 24 anni, mentre il telefilm stava avendo grande successo. Rimase incinta, e la sua gravidanza fu inserita nel copione. Ma dopo la nascita della piccola Sarah cominciò a fare uso di cocaina per perdere peso, temendo che, se non fosse ritornata in forma sarebbe stata licenziata dal cast. Si liberò della dipendenza, ma la sua carriera finì praticamente con la chiusura di casa Bradford, al punto che non esiste una sua foto recente affidabile. Non partecipò nemmeno ai film-reunion realizzati anni dopo lo show. Non si hanno tracce ufficiali di lei dal 2000, quando qualcuno la scovò tra le dipendenti di una casa di riposo nella natìa Pennsylvania. Il suo hobby all'epoca? Costruire bastoni da passeggio per anziani e reduci di guerra.
Nancy Bradford. Era la figlia bionda, e in quanto tale collezionava ragazzi, o meglio non sembrava pensare ad altro, ed era un po' oca (e poi dicono che gli stereotipi non esistono...). La ormai 57enne Dianne Kay invece sembra essere lontanissima dalle luci della ribalta e dallo star system. Finita l'epopea dei Bradford, durante la quale aveva ottenuto anche un ruolo da Steven Spielberg in 1941: allarme a Hollywood (il film con John Belushi pilota di caccia), non è comparsa in tv se non per le reunion dei Bradford. Secondo i biografi, vive a Los Angeles ed è moglie e madre di famiglia. Qualche paparazzo lè riuscito a rintracciarla. E in questa foto, che risale a due anni fa, nel giorno della presentazione dell'autobiografia di Dick Van Patten (cioé papà Tom) appare in splendida forma.
Elizabeth Bradford. La figlia femmina più giovane portava lunghi capelli e aveva la passione per la danza. Non per caso, Connie Newton aveva recitato, prima che nei Bradford, in Saranno Famosi, in una puntata emozionante in cui interpretava una ballerina che aveva scoperto di essere malata di sclerosi multipla. Il set dei Bradford le portò l'amore: nel 1979 si sposò con David Needham che nel telefilm si occupava delle scenografie, e il loro matrimonio dura tuttora, da qualche parte nella Orange County, in California. Qui Connie ha smesso di recitare, per dedicarsi alla danza: fa l'insegnante e la coreografa in una scuola di ballo locale. Ha due figlie e 52 anni ancora da compiere. Nel 2009 ha vinto una battaglia con un cancro alle ovaie.
Tommy Bradford. I suoi riccioli ribelli furono quasi più famosi per Paradise, in cui mostrava con generosità ben più dei capelli, in versione naufrago adolescente insieme a Phoebe Cates. Il naufragio è diventato, purtroppo per lui, un tema ricorrente della sua vita. Problemi con droghe e alcol lo hanno accompagnato per vent'anni, prima di uscirne anche attraverso la fede: convertitosi alla Chiesa Evangelica è diventato lui stesso pastore. Ma nel 2008, dopo essersi separato dalla seconda moglie con cui aveva scritto un libro a tema religioso, è caduto in bancarotta. Le telecamere che lo avevano quasi ignorato dal 1990 (fine della sit-com Baby Sitter in cui era il migliore amico di Charles-Scott Baio) tornarono a inquadrarlo il 26 marzo 2009 quando organizzò, nel suo giardino di casa in Kansas, un colossale mercatino dei suoi oggetti e cimeli, nel tentativo di evitare la bancarotta. I suoi problemi finanziari gli valsero la puntata di una trasmissione televisiva, Broke & famous (più o meno spiantati e famosi). Dall'anno scorso ha trovato un nuovo lavoro: all'età di 50 anni è entrato nello staff della compagnia di crociere Oceania Cruises come assistente di bordo.
Nicholas Bradford. Dimenticate il bambino dalle guanciotte paffute che nessuno, ma proprio nessuno, dimenticava di pizzicare. Adam Rich ormai ha 42 anni e una fedina penale lunga così. Le sue disavventure con la giustizia cominciarono nel 1991, quando ruppe la vetrina di una farmacia nel tentativo di rubare narcotici. L'abuso di droga e dell'alcol era già diventato un problema serio per lui. Poco dopo finì di nuovo in cella per aver rubato in un negozio. Nel 2001 quasi tamponò una macchina della polizia mentre guidava da strafatto: ovviamente, fu di nuovo arrestato. Della sua carriera restano poche tracce, se non un'alzata d'ingegno nel 1996, quando contribuì a un lungo articolo su una rivista che parlava della sua morte, un modo ironico per sbeffeggiare le voci incontrollate che spesso davano per scomparse star che invece godevano di perfetta salute. Oh, indovinate chi pagò la cauzione dopo il suo primo arresto? Dick Van Patten, ovvero papà Tom. Ovvio, no?
Sullo stesso argomento i Robinson, oggi
13 aprile 2011
LA FAMIGLIA BRADFORD, OGGI #1
David-Mary-Joanie-Susan-Nancy-Elizabeth-Tommy-Nicholas. Più papà Tom e Abby, la matrigna. E, volendo, Carol la moglie di David e Merle la Perla il lanciatore di baseball. Recitare a memoria la sequenza degli otto figli della famiglia Bradford, in rigoroso ordine dal primogenito al più giovane, era una sfida da intervallo della quinta elementare, negli anni Ottanta. Che poi il telefilm cominciò su RaiUno e si chiamava Otto Bastano (che, su tante traduzioni sbilenche dei titoli, per una volta era quella esatta, visto che negli States la serie fu battezzata Eight is enough). E nella prima serie la moglie di Tom Bradford morì, e morì davvero l'attrice che l'interpretava, Diana Hyland. E il telefilm cambiò trama (tratta dalla storia vera di un giornalista di Sacramento padre di otto figli). Ma non è questo il punto. Il punto è: dove sono finiti i nostri eroi Bradford?
Tom Bradford. All'età di quasi 83 anni, Dick Van Patten, papà di origini olandesi, mamma mezza italiana, è un arzillo attore in pensione, sposato da 57 anni con la sua Pat. La sua carriera era iniziata da ragazzino, nella natìa New York e il telefilm segnò il suo ritorno alla ribalta diopo anni di oblio. Nel 1989 ha fondato un'azienda di cibo per animali (avrei detto cibo per bambini...) e nel 2009 ha pubblicato l'autobiografia Eighty is not enough (ottanta non bastano, nel senso degli anni), dopo aver recuperato nel 2006 da una crisi diabetica che lo mise seriamente in pericolo di vita.
Abby Bradford. O meglio, Sandra Sue Abbott, il suo nome completo nella finzione scenica. Nella serie ha il difficile compito della seconda moglie che deve farsi accettare e fare da genitrice a otto figli che hanno perso la madre in circostanze tragiche. Chi lo avrebbe immaginato, biografie alla mano, che all'epoca Betty Buckley fosse una delle migliori amiche di John Belushi, con cui condividevano lo stesso albergo dalle parti di Hollywood oltre che droga e alcol. Quel periodo passò, per fortuna. E ora nel suo curriculum di attrice 64enne ci sono numerose parti da protagonista a Broadway e in film per il cinema e per la tv. Il suo 14° album è stato pubblicato l'anno scorso. È tuttora considerata una delle più belle voci tra quelle delle attrici di musical.
David Bradford. La sua voce, quella vera, è l'unica che abbiamo avuto il privilegio di sentire anche nell'edizione italiana del telefilm. Era proprio Grant Goodeve, l'attore scelto per la parte del primogenito, a cantare la sigla: “There's a magic in the early morning we found...” con quella voce un po' country. Del resto, anche nella finzione scenica imbracciava spesso la chitarra e preferiva pantaloni e giubbotto di jeans a qualsiasi altro look. Dopo i Bradford la sua carriera in tv è stata di brevi apparizioni in altri telefilm, da Dynasty a Love Boat fino a, più di recente, Settimo Cielo. Il suo unico disco è datato 1996. Ora ha 59 anni, vive a Seattle ed è nonno. Oltre a essere una star di una tv locale, con cui collabora da anni, presta volentieri il suo volto a campagne pubblicitarie. Quel giubbottino giallo della foto, per esempio, è di una compagnia di escursioni turistiche, che lo usa come testimonial.
Mary Bradford. Non sempre il personaggio che tocca in sorte a un attore è simile alla realtà quotidiana che all'attore tocca vivere. Mary era la figlia femmina più grande, e come tale, nella famiglia del telefilm, era quasi una seconda mamma, premurosa e attenta in casa e piena di senso del dovere anche nei suoi studi universitari in medicina. Nella vita di tutti i giorni Lani O'Grady, figlia d'arte di un attore e musicista, fronteggiava quotidianamente attacchi di panico, e usava senza moderazione valium e altri medicinali, mischiandoli all'alcol. Un'escalation che nel 1998, quando la sua carriera da attrice era ormai in soffitta (l'ultimo ruolo in una soap opera è dei primi anni '90), la portò in una clinica per disintossicarsi. Non bastò. Lani O'Grady fu trovata morta nel 2001, all'età di 46 anni, nella sua casa in California. L'autopsia rivelò tracce di vicodin (quello del Dottor House) e di valium superiori alla soglia di tolleranza.
Joanie Bradford. La storia personale di Laurie Walters invece sembra l'evoluzione naturale del suo personaggio. Joanie era la figlia dal temperamento artistico, che sognava il successo esibendosi nei teatrini avanguardisti del college. Laurie, l'attrice, ottenne il successo grazie alla famiglia Bradford. Ma, passata quella tempesta, sembra aver preferito l'arte in quanto tale alle abbaglianti luci della ribalta. Non la si ritrova in produzioni televisive da vent'anni a questa parte. Durante i quali ha recitato e diretto commedie per piccole compagnie teatrali californiane (la foto è tratta da una sua recente esibizione all'aperto) e si è ritagliata un ruolo di responsabilità nella Ironwood Films, un'azienda che distribuisce film in dvd. A lei spetta il compito di trovare pellicole d'essai semisconosciute e quasi introvabili, perché siano rimesse sul mercato. Una curiosità? Laurie Walters ha 64 anni ed è di qualche mese più vecchia perfino di Betty Buckley, che nel telefilm era la sua matrigna Abby.
(1. continua qui)
11 aprile 2011
TORNA IL COMMODORE 64
Su, coraggio: fatemi vedere chi siete, ottantologisti. Mettete il vostro iPad nel cassetto, spegnete il computer che con il wireless prende anche Capodistria e interrompete a metà la partita online a Fifa senza dare spiegazioni all'avversario. Dovete farlo, perché adesso per voi è tornato il Commodore 64.
No, fermi. Non serve il mangiacassette e nemmeno trovare chissà dove (non certo su eMule, per dire...) le tracce dei vecchi giochi, quelli che ci voleva un'ora a caricarli e dopo un'ora e cinque minuti sullo schermo compariva il messaggio di errore. Questo Commodore 64 è uguale identico al vecchio, da vedere. Ma sotto la scorza vintage batte un cuore moderno: un processore Dual Core, una scheda video che rende al massimo anche la grafica dei giochi antichi, su un qualsiasi monitor della nostra era, 2 giga di memoria espandibili a 4, un set di prese Usb, lettori di schede e ovviamente un cassettino a scomparsa per infilarci i dvd.
Funziona con Windows, dicono i produttori. Ma nel nuovo 64 c'è un simulatore per giocare con tutti i giochi di quello vecchio, già a disposizione nella memoria (e quelli che mancano sono disponibili in rete). Certo, fa strano pensare di giocare a Pit Stop quando in commercio c'è Gran Turismo 5. Ma scommettiamo che qualche nostalgico disposto a spendere 595 dollari più spese di spedizione lo si trova?
(un grazie a Marco per la segnalazione)
10 aprile 2011
LA GUIDA TV DI OTTANTOLOGY #3
Ecco i programmi Ottantology della settimana sul piccolo schermo, per appassionati di cartoons, cinefili e malati di serie tv.
TERRESTRE & DIGITALE
Retequattro. I sempreverdi Bud Spender e Terence Hill garantiscono sempre una buona fettina di audience a ogni replica: martedì alle 21,10 tocca a Nati con la camicia del 1983, in cui i nostri due eroi interpretano due agenti segreti per caso.
Rai4. Venerdì alle 21,10 c'è La Zona Morta: il soggetto è di Stephen King, la regia di David Cronenberg. Christopher Walken è il protagonista, con il potere di predire il futuro.
La7. Sabato alle 15,55 tutti i fan del capitano Kirk e di Spock (e di Bones, Scott, Sulu, Cechov e Uhura) sono convocati: c'è Star Trek II, il film, in cui Kirk torna a rivaleggiare con il terribile Khan.
SATELLITE
Man-Ga (canale 149 del bouquet Sky). Aggiorniamo la sequenza di prima serata della settimana, in onda ogni sera dalle 20: Mimì e la nazionale di pallavolo, Sampei, L'uomo tigre e Ken il guerriero. Slitta invece alle 23,15 Lamù con il suo bikini tigrato.
Fox Retro (canale 132 del bouquet Sky). La segnalazione della settimana è per la meravigliosa sit-com che rese celebre dalle nostre parti il compianto John Ritter. La seconda stagione di Tre cuori in affitto è ogni giorno alle 18,30, ma anche alle 13,30 e a mezzanotte.
Diva (canale 128 del bouquet Sky). Ma ve la ricordate Alice, la cameriera del Mel's Diner alla periferia di Phoenix, quella della sit-com tratta da un film di Martin Scorsese? Se la vostra memoria non vi assiste, rinfrescatela con le puntate della terza stagione, in onda alle 7,30 e all'1,30. Vale anche registrarle, visti gli orari...
Sky Max (canale 312 del bouquet Sky). Vi basterà il titolo: RoboCop, ovvero il rivale metallico dei vari Rambo e Terminator. Il film è del 1987 e sotto quella maschera di metallo da cyborg, c'era il volto dell'attore Peter Weller. Il film è in onda lunedì alle 22,40.
Sky Cinema Family (canale 306 del bouquet Sky). Mentre Ralph Macchio è passato alla danza con la versione americana di Ballando con le stelle, le repliche dei film in cui vestiva i panni del giovane allievo di arti marziali hanno sempre un loro perché. Giovedì alle 21 tocca a Karate Kid II.
Cult (canale 319 del bouquet Sky). A proposito di mister muscolo, venerdì alle 19,20 non perdetevi Arnold Schwarzenegger nei panni di Conan il distruttore. Il film è del 1984.
Espn Classic (canale 216 del bouquet Sky). Il canale dello sport vintage offre spesso repliche di grandi partite del passato: martedì alle 12,25 e in replica alle 15,55 non perdetevi la finale di Coppa dei Campioni 1981 Liverpool-Real Madrid. E adesso non andate su google a vedere com'è finita...
Lady Channel (canale 135 del bouquet Sky). Ma sì, ma sì, tranquille ragazze: sul canale delle telenovelas, alle 15 continuano le repliche di Topazio
09 aprile 2011
LA SUPERCLASSIFICA DI OTTANTOLOGY #3
(Classifica basata sul numero di ascolti complessivi delle canzoni della mia playlist su iTunes dedicata agli anni Ottanta, impostata in rigorosa modalità random. Quindi, in fondo, è la classifica di un software. O del caso, fate voi. Legenda: tra parentesi l'anno di uscita del disco, il numero che segue è la variazione di posizione rispetto alla settimana scorsa. La sigla ne sta per nuova entrata).
TOP TEN DEL 9 APRILE
1 Change – Tears for Fears (1983) +2
2 Never gonna give you up – Rick Astley (1987) -1
3 Love is love – Culture Club (1985) ne
4 Send my heart – The Adventures (1984) ne
5 Kiss – Prince (1986) =
6 Just can't get enough – Depeche Mode (1981) ne
7 Each time you break my heart – Nick Kamen (1986) ne
8 C'est la ouate – Caroline Loeb (1986) ne
9 You keep me hangin' on – Kim Wilde (1986) +5
10 Never ending story – Limahl (1984) -8
DISCHI CALDI
11 Things can only get better – Howard Jones (1985) -7
12 Tainted love – Soft Cell (1981) ne
13 Enola gay – OMD (1980) ne
14 Election day – Arcadia (1985) ne
15 Right on track – Breakfast Club (1987) ne
16 I feel love/Johnny remember me – Bronski Beat feat. Marc Almond (1984) +2
17 The power of love – Jennifer Rush (1985) ne
18 In a lifetime – Clannad feat. Bono (1986) ne
19 Hit that perfect beat – Bronski Beat (1986) ne
20 Dance around the world – Richenel (1986) ne
(leggi qui la superclassifica della settimana scorsa)
TOP TEN DEL 9 APRILE
1 Change – Tears for Fears (1983) +2
2 Never gonna give you up – Rick Astley (1987) -1
3 Love is love – Culture Club (1985) ne
4 Send my heart – The Adventures (1984) ne
5 Kiss – Prince (1986) =
6 Just can't get enough – Depeche Mode (1981) ne
7 Each time you break my heart – Nick Kamen (1986) ne
8 C'est la ouate – Caroline Loeb (1986) ne
9 You keep me hangin' on – Kim Wilde (1986) +5
10 Never ending story – Limahl (1984) -8
DISCHI CALDI
11 Things can only get better – Howard Jones (1985) -7
12 Tainted love – Soft Cell (1981) ne
13 Enola gay – OMD (1980) ne
14 Election day – Arcadia (1985) ne
15 Right on track – Breakfast Club (1987) ne
16 I feel love/Johnny remember me – Bronski Beat feat. Marc Almond (1984) +2
17 The power of love – Jennifer Rush (1985) ne
18 In a lifetime – Clannad feat. Bono (1986) ne
19 Hit that perfect beat – Bronski Beat (1986) ne
20 Dance around the world – Richenel (1986) ne
(leggi qui la superclassifica della settimana scorsa)
08 aprile 2011
IL RITORNO DI WONDER WOMAN
Wonder Woman è Lynda Carter. Punto.
Per noi cresciuti a Girella e tv private, il top scollato e gli shorts della supereroina che vestiva (poco) di rosso e di blu a stelline sono un simbolo più dei suoi braccialetti con i poteri speciali. Ed è anche anche un sex symbol, per quanto si possano avere sex symbols a dodici anni o giù di lì. Il telefilm fu un successo durato quattro anni, dal 1975 al 1979, negli States. E da noi arrivò che lo show era già chiuso, grazie all'intraprendenza di casa Fininvest (ammesso che si chiamasse già così). Lynda Carter, che è stata semifinalista di Miss Mondo, però compirà sessant'anni a luglio e non poteva candidarsi per il remake che David E. Kelley (sì sì, quello di Ally McBeal e The Practice) sta preparando per il network Nbc. Così la scelta è caduta su Adrianne Palicki, una ragazzona (è alta 1,80) dell'Ohio che ha 27 anni e un curriculum fatto di ruoli minori in svariate serie tv (tra quelle che conosciamo, Criminal Minds o Csi).
Il guru delle serie Leo Damerini (è tra i creatori del Telefilm Festival di Milano, tra le altre cose) ha scovato le primissime foto catturate dal set delle riprese (una l'abbiamo presa in prestito: grazie Leo). E ha notato le prime differenze tra la procace Lynda di una volta e la sua sostituta: "Le costumiste e i dietologi di Adrianne avranno un bel da fare, così come i curatori della postproduzione". In più, a fare i pignoletti, Adrienne non indossa gli shorts. E questo non piacerà né ai puristi dei fumetti né agli ormoni degli spettatori.
07 aprile 2011
OTTANTA FACCE: JOEY TEMPEST
Di rocker attempati è pieno il mondo. Mick Jagger e Vasco Rossi, per dire, saltabeccano ancora sul palco anche se hanno raggiunto un'età più adatta alla bocciofila di quartiere. Ora, Joey Tempest degli Europe non è così attempato e, secondo me, non è mai stato esattamente un rocker. Ok, quel gruppo svedese era pieno di chitarre e di effetti speciali infuocati sul palco e si voleva inserire nel genere hard rock. Ma il motivetto con la tromba fatta al sintetizzatore che iniziava The Final Countdown (e che tutti noi ottantologisti abbiamo bene appiccicato in testa) era quasi più costruito a tavolino dei suoi riccioli e del suo fondotinta.
Adesso che ha 47 anni, il signor Joakim Larsson vive a Londra con la moglie e il figlio, non ha ancora smesso di fare il musicista (tre album solisti, l'ultimo nel 2002, e un successo che continua nella natia Svezia) anche se potrebbe godersi in santa pace le royalties di The Final Countdown, che fu in testa alle classifiche in 26 paesi, vendette 8 milioni di copie e risuona ancora adesso in decine di migliaia di suonerie di telefonini.
In più, somiglia in modo curioso a Riccardo Cocciante (vedi foto sotto). Ma questo, probabilmente, non lo ha fatto apposta.
06 aprile 2011
I ROBINSON, OGGI #2
Theo. Era l'unico figlio maschio della famiglia. E, narra la leggenda, fu Bill Cosby in persona a scegliere per quel ruolo, nell'ultimo giorno di audizioni nel 1984, l'allora quattordicenne Malcolm-Jamal Warner. Dall'età di nove anni frequentava scuole di recitazione, spinto più dalla madre (che diventò il suo manager) che dal padre jazzista. A casa Robinson, pardon Huxtable, Malcolm trovò la fama e anche l'amore, quello vero. Justine era la fidanzatina con cui scambiava sdolcinati dialoghi sul set, facendo arricciare il naso a papà Cliff. Michelle Thomas, l'attrice che la interpretava (vista in italia anche nella sitcom Otto sotto un tetto) diventò il suo grande amore: c'era lui al suo capezzale, quando lei morì, nel 1998, per un cancro allo stomaco. Nel frattempo non ha smesso di recitare (quattro anni della sitcom Malcolm & Eddie, mai vista da noi, ma anche una recente comparsa in Dexter, serie cult trasmessa da Fox, nel ruolo di un avvocato). E si è dedicato alla regia e alla musica. In un film didattico del 1993 sull'Aids, diresse Arsenio Hall e Magic Johnson ricevendo consensi dalla critica.
Vanessa. Era un po' la secchiona di casa. Quindi non stupirà il fatto che Tempestt Bledsoe, tra una puntata e l'altra, abbia trovato il tempo di studiare fino alla laurea in economia e finanza all'università di New York. Con la tv, però, non ha mai smesso: a metà anni '90 conduceva un talk show che portava il suo nome, nel 1998 ha avuto un ruolo collaterale ma ricorrente nel telefilm The Practice, storia di avvocati trasmesso in Italia da RaiDue e sui canali Fox, oltra a un buon numero di comparse in programmi e film tv che da noi non sono sbarcati. Ultimamente è entrata nel vortice dei reality show: Celebrity Fit Club, per esempio, quello delle star che devono dimagrire a cui partecipò anche Kelly LeBrock, anche Househusbands of Hollywood in cui compare anche il compagno Darryl M. Bell, conosciuto sul set quando Tempestt era ancora Vanessa. Da dicembre è la conduttrice di Clean House, uno show che presenta, a ogni puntata, la ristrutturazione degli interni di una casa. Ad agosto compirà 37 anni.
Rudy. Ricordate la piccolina con milioni di riccioli e un sorriso che svelava i denti arruffati? Ok, dimenticatela. Keshia Knight Pulliam, 32 anni fra una settimana, è una splendida ragazza e un'attrice matura. Certo, è più facile scrollarsi di dosso un ruolo ingombrante come quello in una sitcom di successo durata otto stagioni, quando si comincia a cinque anni e, nel frattempo, si cambia aspetto. In pratica, quando il Cosby Show chiuse i battenti nel 1992, lei era una tredicenne con una vita davanti. La ricominciò in Virginia, dove frequentò le scuole fino a una laurea in belle arti. Poi ha ripreso a recitare, ma da maggiorenne: ora è la coprotagonista della serie tv House of Payne, che non ha ancora valicato l'oceano. Detiene ancora un record: resta la più giovane attrice ad aver meritato la nomination a un Emmy, all'età di sei anni.
Olivia. La nipotina, figlia di Denise, che faceva sciogliere nonno Cliff è nata artista. E non nel senso che Raven Symoné aveva appena tre anni quando debuttò nello show. Da allora non ha mai smesso di recitare, cantare, danzare, perfino doppiare personaggi dei cartoons. Iridessa, una delle fatine della trilogia di Trilli, aveva la sua voce nella versione originale. Tra le sue performances più famose, c'è quella della primogenita del Dottor Dolittle, nei due film con protagonista Eddie Murphy. Poi è stata una star di Disney Channel, con una serie che portava il suo nome e che ancora passa in replica sui canali italiani e con la serie di film musicali delle Cheetah Girls. Nel frattempo ha registrato quattro album, fondando anche una casa discografica insieme al padre. E sta per iniziare le riprese di una serie tv scritta attorno a lei: The great state of Georgia, per la Abc. E non ha ancora compiuto 26 anni...
05 aprile 2011
I ROBINSON, OGGI
Papà Cliff, mamma Clair, il loro salotto, la loro cucina e tutti quei figli che gironzolavano per casa, seguiti passo passo dalle risate fuori campo: eccoli, i Robinson. Almeno così li conoscevamo noi. Perché il titolo originale è The Cosby Show, come Bill Cosby, il protagonista. E il cognome originale della famiglia è Huxtable, giudicato troppo impronunciabile per il pubblico nostrano dallo staff di Canale 5, che lo portò in Italia. Ma non è questo il punto, oggi. Mi è presa la curiosità di scoprire che fine abbiano fatto i protagonisti di quella sit-com, che anche in Italia meritò la prima serata e fece ascolti mica male.
Papà Cliff. Bill Cosby compirà 74 anni a luglio e ha appena inaugurato la sua app per gli smartphones e l'iPad. Uno al passo con i tempi, insomma. Del resto è sempre stato uno che i tempi li ha anticipati, nella sua carriera: negli anni Sessanta fu il primo protagonista di colore di una serie tv, I spy, in un epoca in cui il razzismo era qualcosa di palpabile. Negli anni Settanta il primo cartoon ambientato nel ghetto, Fat Albert (in Italia conosciuto anche come "Alberto il ciccione") portava la sua firma. Poi sono arrivati i Robinson, pardon, gli Huxtable. In mezzo c'è sempre stata la passione per la musica: è un bravo batterista jazz, che ancora si esibisce in concerti. E sul suo sito web è in vendita l'ultimo album che porta il suo nome.
Mamma Clair. Non si svela l'età delle signore, a meno che non portino bene i loro anni. Su Phylicia Rashad, nata nel 1948, giudicate voi. Attrice di teatro sopraffina, prima e dopo la sit com, ha vinto un Tony Award nel 2004, gli oscar del palcoscenico, prima attrice afroamericana a riuscirci. Nel 2008 ha esordito anche come regista teatrale. Figlia di una poetessa e di un dentista, ha mangiato latte e creatività fin dalla culla. E non solo lei: il fratello maggiore è un musicista jazz. La sorella minore è Debbie Allen, ovvero l'insegnante di danza di Saranno famosi, il telefilm. E, adesso, una delle giurate di So you think you can dance?, popolarissimo talent show statunitense.
Sondra. Sabrina Le Beauf fu scelta per il ruolo della figlia maggiore, ma stava per essere scartata. Il problema? Ha solo dieci anni di meno (cioé 53 compiuti a marzo) di mamma Clair. Non compariva nemmeno nell'episodio pilota, salvo essere inserita in seguito e diventare, comunque, quasi marginale con il fatto di non abitare più nella casa di famiglia. Dopo un'apparizione in due episodi di Star Trek, the next generation, si è dedicata al teatro shakespeariano con una compagnia di Washington e a uno studio di arredamento d'interni.
Denise. Forse Lisa Bonet è stata la reduce della sit com a conquistare più fama dopo la fine del telefilm. Ex moglie del rocker Lenny Kravitz, sposato a vent'anni, lasciò lo show una prima volta perché incinta e poi per "divergenze artistiche". Del resto anche nella trama era la più ribelle della famigliola. Al cinema la si ricorda quasi più per una scena hot con Mickey Rourke in Angel Heart (di Alan Parker, scena prima censurata e poi riesumata per l'home video) che per le altre performances, tra cui quella recente nel telefilm Life on Mars visto anche in Italia. Si è risposata con l'attore e modello hawaiiano Jason Momoa (visto in Stargate Atlantis e Baywatch, di tredici anni più giovane della 43enne Bonet). E ha cambiato il suo nome, fin dal 1992, in Lilakoi Moon. Quasi normale, rispetto al nome del suo terzo figlio: Nakoa-Wolf Manakauapo Namakaeha, nato nel 2008.
(1 - continua qui)