Il Trio Medusa e Serena Dandini a Radio Deejay |
Scrivo questo post poco dopo l'alba, l'ora in cui mi sveglio per le incombenze mattutine che precedono il viaggio verso il lavoro. Di norma non accendo il computer così presto, e nemmeno la radio. Ma oggi sì. Oggi è il penultimo giorno della trasmissione del Trio Medusa su Radio Deejay. Di loro avevamo già parlato qualche settimana fa, quando lanciarono una sfida web: 100mila fans su Facebook o chiudiamo la trasmissione. Persero la sfida, ma non smisero di andare in onda, se non per una settimana.
Per fortuna, dico adesso. Perché grazie a un'altra sfida vinta (portare almeno 100 persone a una gara podistica, schierate al via per gareggiare senza mettere i piedi per terra), hanno conquistato il diritto di scegliere la programmazione musicale della loro ultima settimana stagionale di trasmissione.
Il risultato è fantastico: il palinsesto sembra la bacheca Facebook di Ottantology o di Solo Anni '80 quando abbiamo voglia di riempirle di link. Tra un intervento in diretta e una pubblicità, passano le colonne sonore di Bud Spencer e i Cure, Lino Toffolo che canta Giumbolo e i Police che cantano Every breath you take, le sigle dei cartoni e quelle dei programmi tv (compreso, per dire, lo stacchetto delle ragazze Cin Cin di Colpo Grosso). E così mi sono ritrovato in macchina a guidare verso la stazione ridendo, e intonando a squarciagola Obabaluba di Daniela Goggi. Il pubblico li adora. Vogliono gli Erasure e non Snoop Dogg, Patsy Kensit e non Rihanna. E noi ottantologisti non possiamo che ringraziare. E io e Betta, che siamo lì a sudare sulle pagine del libro che verrà, pensiamo che il libro dovrebbe venire proprio così: un flusso ininterrotto di ricordi che risvegli emozioni e nostalgia a raffica in una generazione di simpatici, piccoli, teledipendenti e divertenti cialtroni. Ovvero noi.
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